Eutanasia o eubiosia? Una scelta obbligata
Recentemente, dopo l’Olanda, anche il Belgio ha approvato una legge che autorizza l’eutanasia, parola di origine greca che letteralmente significa “buona morte”. La concezione attuale ne snatura il significato, al punto tale che, per evitare equivoci, è stata coniata la parola “eubiosia”, che significa “buona vita”. Quindi, eutanasia contrapposta ad eubiosia: un dibattito molto attuale che interpella le coscienze, le convinzioni etiche di ciascuno. Alle diatribe ideologiche occorre sostituire una seria riflessione, come quella proposta dai soci della sezione ANT (Associazione nazionale tumori) di Molfetta, Giovinazzo e Ruvo, con la Fidapa e il Rotary Club di Molfetta, organizzando, con il patrocinio della Diocesi e del Comune di Molfetta, un interessante dibattito tenutosi nell’aula magna del Seminario Vescovile, sul tema “Eutanasia o eubiosia? Una scelta obbligata”. Il dott. Vito Enzo De Nicolo, presidente della locale sezione ANT, ha presentato l’azione e gli scopi dell’associazione che, attraverso i medici e gli infermieri dell’Odo (Ospedale domiciliare oncologico), assiste gratuitamente i malati di tumore. L’avv. Ivana Bruno Gaudio, presidente della Fidapa, ha ribadito l’impegno del sodalizio non solo per migliorare l’inserimento della donna nel sociale ma anche per i diritti umani. Anche il rag. Vincenzo Bruni, presidente del Rotary Club, ha confermato l’attenzione dei rotariani alla qualità della vita ed il loro impegno nel sociale (ad esempio l’azione svolta dal Rotary International per debellare la poliomielite nel mondo). Il prof. Tommaso Berardi, Ordinario di Chirurgia Oncologica presso l’Università di Bari, nonché presidente onorario della Sezione Ant di Molfetta, ha messo in evidenza come sia necessario, considerando i sempre più numerosi casi di tumore individuati ogni anno in Italia, acquisire una nuova cultura di fronte a tale malattia. Pioniere di questa nuova cultura il prof. Franco Pannuti, primario oncologo del Sant’Orsola – Malpighi di Bologna e presidente nazionale dell’Ant, il quale, con una brillante intuizione, sin dal 1978, si battè perché il malato oncologico potesse vivere con dignità. Il prof. Berardi ha proseguito ribadendo che il sofferente ha bisogno di un supporto essenzialmente psicologico ma anche curativo che è il ritorno al domicilio.
Il sindaco Tommaso Minervini ha evidenziato quanto nei momenti drammatici della malattia, nella maggioranza dei casi, ci si scopra soli e quindi appare meritoria l’azione dell’Ant.
Il dott. Giacinto de Marco, presidente della Corte d’Appello di Bari, ha espresso la convinzione che eutanasia e eubiosia, colte nel loro vero significato, non rappresentino un’alternativa ma debbano e possano stare insieme.
Ha concluso il vescovo, mons. Luigi Martella, il quale ha ribadito come la proposta del tema della serata sia stata una scelta veramente obbligata, un obbligo che non si traduce in una diminuzione della libertà, bensì nel rispetto della persona.