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Estate molfettese, accozzaglia di eventi L’attore e regista Francesco Tammacco attacca l’assessore Rossiello
15 settembre 2023

Una città sporca e invivibile, con buche e fossi nelle strade, giardini abbandonati e cantieri perenni, vuol far passare per “cultura” ciò che in realtà è “culturame”. Molfetta, una città dalla quale i giovani fuggono che offre un’immagine di sé poco decorosa, anche per una microcriminalità diffusa e per l’inciviltà di alcuni suoi abitanti, dimentica anche le risorse locali e la loro valorizzazione, preferendo nomi altisonanti come fumo negli occhi. Ci sembra importante perciò pubblicare la lettera, che condividiamo, inviata da Francesco Tammacco (attore, autore teatrale, regista e apprezzato collaboratore di “Quindici”) ha inviato a Giacomo Rossiello assessore alla cultura dell’amministrazione “ciambotto”, in merito alle iniziative dell’estate molfettese. «Mio caro Assessore Giacomo Rossiello. Ho atteso prima di scrivere questo post. Ieri è apparso un programma delle iniziative culturali che non contempla diverse realtà professionali e di professionisti dell’Arte e dello spettacolo molfettesi. Eppure molte di queste realtà attraversano l’Italia tutta e non solo, portando alto il nome della nostra città di provenienza. È davvero un peccato non creare una prospettiva più lungimirante per la quale l’Assessorato alla Cultura può davvero far tanto attivando un PROCESSO (e non solo un programma) che tenga insieme il fermento giovanile (e ce n›è tanto!) e l’esperienza professionale (ed anche qui una sporta!) di chi ha investito per una vita le risorse sulla nostra città. Nel tempo abbiamo svuotato lentamente diversi eventi che avrebbero potuto innescare scintille ben più virtuose di una semplice accozzaglia di eventi che non hanno un fil rouge, un senso specifico, un raccordo tra i LUOGHI più rappresentativi di Molfetta. Io non sono nessuno per dettare una direzione ma credo sempre più nella specializzazione dei ruoli (tecnico-politici) e nella condivisione dei valori artistici oggi più che mai complessi e liquidi; sono ben conscio dei rischi e delle derive che gestioni della res pubblica (in questo caso parliamo di cultura) populistiche possono determinare. Certo scegliere un evento piuttosto che un altro non ammazzerà una persona! Ma cosa sta accadendo alle nostre generazioni, ai nostri diplomati e ai nostri laureati? Li stiamo perdendo tutti lentamente. Parliamone nel futuro insieme, in senso costruttivo. Abbiamo avuto solo 10 giorni per partecipare ad un bando in cui ci veniva chiesto di creare un progetto, creare reti, passando per le forche Caudine di percentuali asettiche, 10 giorni per formulare una progettazione atta a raccogliere le briciole che cadevano da un desco già bene apparecchiato. La percezione è che si sia scambiato l’Assessorato per un’agenzia di spettacolo. Ed oggi, al 6 luglio molti di noi non sanno che luoghi “ usare”, su quali aiuti poter contare, soprattutto se davvero ne valga la pena restare come scoiattoli nel cerchio che gira, in questa città». © Riproduzione riservata

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