MOLFETTA - Hanno demolito la delibera con cui la giunta Azzollini questa estate aveva ratificato la proroga contrattuale di 4 dirigenti del Comune di Molfetta, vicenda già analizzata politicamente e giuridicamente da Quindici e discussa in Consiglio comunale (la delibera è stata approvata a maggioranza). Questa mattina i consiglieri comunali uscenti di PRI, UDC e SEL, Mauro Spaccavento, Pino Amato e Mauro de Robertis, hanno protocollato un esposto contro questo atto amministrativo «assunto in violazione di legge, dello statuto e della regolamentazione» (poi inviato al Prefetto di Bari, al nuovo commissario prefettizio, alla Corte dei Conti, alla Procura di Trani e al segretario comunale), per accertare l’eventuale presenza di profili di illegittimità giuridico-amministrativa e assumere i vari atti amministrativi per eliminare gli effetti dei vari vizi.
Infatti, secondo i due ex consiglieri comunali, in base al rapporto che intercorre tra legge statale e Statuto comunale, considerando la sentenza della Corte Costituzionale n.17/04, la competenza esclusiva dello Stato per gli organi di governo e delle connesse sfere di competenza, «che non può essere autonomamente disciplinata dal Comune neppure in sede statutaria in mancanza di una norma legislativa statale che ne delimiti l’intervento integrativo e che il potere di specificazione delle attribuzioni degli organi, genericamente rimesso alla potestà statutaria comunale, in considerazione della preferenza per un’interpretazione della norma costituzionale orientata», si riferisce proprio agli organi comunali diversi da quelli di governo, dunque ai dirigenti, al direttore generale (se previsto), agli incaricati a contratto in qualifiche dirigenziali e all’organo di revisione.
Perciò, «il riferimento allo Statuto comunale di Molfetta (contenuto nella delibera giuntale, nd) è volutamente parzialmente omissivo», anche perché l’art. 78 dello stesso Statuto dispone che «il contrattato non può avere durata superiore a 2 anni ed ha termine comunque con l’insediamento del nuovo Consiglio comunale». Ecco un altro motivo di dubbia legittimità del decreto sindacale, che rinnova il contratto dei dirigenti nominati intuitu personae. «A tale proposito può apparire quasi ininfluente riferire la circostanza che due dirigenti rivestissero fino a qualche giorno prima della nomina incarichi politici - continua l’esposto -. Ci riferiamo al dott. Corrieri, eletto nelle liste del movimento Molfetta in azione, nominato assessore e subito dopo dirigente, e al dott. de Bari, eletto consigliere comunale nelle liste del Pdl e subito dopo nominato dirigente».
Allo stesso tempo, la delibera di giunta e il successivo decreto sindacale violerebbero, secondo PRI, UDC e SEL, anche l’art. 25 del Regolamento sull’ordinamento generale degli uffici comunali, se «l’incarico ha durata non inferiore a due anni e non superiore alla durata del mandato sindacale».
La stessa motivazione del rinnovo (la cessazione del mandato elettivo del sindaco 180 giorni prima per la candidatura al Parlamento) «non solo non è congrua, ma oggettivamente presenta evidenti profili di ilarità». «Si vuole solo far rilevare che la contestata deliberazione è del luglio 2012, nel mentre la profetizzata condizione si è verificata sola alla fine di ottobre 2012 - continua l’esposto -, con la ulteriore conseguenza che a dimostrazione della volontà di “avvelenare i pozzi” sono stati firmati i decreti sindacali continuum dei contratti per ulteriori 5 anni». Per di più, oltre alla inosservanza della Legge n.44/12 (dove sono gli atti di programmazione volti ad assicurare a regime il rispetto delle percentuali di assunzione del personale?), il parere favorevole sarebbe stato pure firmato dal dirigente del Settore Affari generali, il dott. Corrieri, interessato dal provvedimento.
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