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Esposto di PRI, UDC e SEL di Molfetta contro la riconferma dei dirigenti. Motivazione del rinnovo «non congrua», «profili di ilarità», «volontà di “avvelenare i pozzi” per ulteriori 5 anni». Ferma denuncia a tutti i livelli, delle contestatissime nomine, da parte di Pri, Sel e Udc.
21 novembre 2012

MOLFETTA - Hanno demolito la delibera con cui la giunta Azzollini questa estate aveva ratificato la proroga contrattuale di 4 dirigenti del Comune di Molfetta, vicenda già analizzata politicamente e giuridicamente da Quindici e discussa in Consiglio comunale (la delibera è stata approvata a maggioranza). Questa mattina i consiglieri comunali uscenti di PRI, UDC e SEL, Mauro Spaccavento, Pino Amato e Mauro de Robertis, hanno protocollato un esposto contro questo atto amministrativo «assunto in violazione di legge, dello statuto e della regolamentazione» (poi inviato al Prefetto di Bari, al nuovo commissario prefettizio, alla Corte dei Conti, alla Procura di Trani e al segretario comunale), per accertare l’eventuale presenza di profili di illegittimità giuridico-amministrativa e assumere i vari atti amministrativi per eliminare gli effetti dei vari vizi.

Infatti, secondo i due ex consiglieri comunali, in base al rapporto che intercorre tra legge statale e Statuto comunale, considerando la sentenza della Corte Costituzionale n.17/04, la competenza esclusiva dello Stato per gli organi di governo e delle connesse sfere di competenza, «che non può essere autonomamente disciplinata dal Comune neppure in sede statutaria in mancanza di una norma legislativa statale che ne delimiti l’intervento integrativo e che il potere di specificazione delle attribuzioni degli organi, genericamente rimesso alla potestà statutaria comunale, in considerazione della preferenza per un’interpretazione della norma costituzionale orientata», si riferisce proprio agli organi comunali diversi da quelli di governo, dunque ai dirigenti, al direttore generale (se previsto), agli incaricati a contratto in qualifiche dirigenziali e all’organo di revisione.

Perciò, «il riferimento allo Statuto comunale di Molfetta (contenuto nella delibera giuntale, nd) è volutamente parzialmente omissivo», anche perché l’art. 78 dello stesso Statuto dispone che «il contrattato non può avere durata superiore a 2 anni ed ha termine comunque con l’insediamento del nuovo Consiglio comunale». Ecco un altro motivo di dubbia legittimità del decreto sindacale, che rinnova il contratto dei dirigenti nominati intuitu personae. «A tale proposito può apparire quasi ininfluente riferire la circostanza che due dirigenti rivestissero fino a qualche giorno prima della nomina incarichi politici - continua l’esposto -. Ci riferiamo al dott. Corrieri, eletto nelle liste del movimento Molfetta in azione, nominato assessore e subito dopo dirigente, e al dott. de Bari, eletto consigliere comunale nelle liste del Pdl e subito dopo nominato dirigente».

Allo stesso tempo, la delibera di giunta e il successivo decreto sindacale violerebbero, secondo PRI, UDC e SEL, anche l’art. 25 del Regolamento sull’ordinamento generale degli uffici comunali, se «l’incarico ha durata non inferiore a due anni e non superiore alla durata del mandato sindacale».

La stessa motivazione del rinnovo (la cessazione del mandato elettivo del sindaco 180 giorni prima per la candidatura al Parlamento) «non solo non è congrua, ma oggettivamente presenta evidenti profili di ilarità». «Si vuole solo far rilevare che la contestata deliberazione è del luglio 2012, nel mentre la profetizzata condizione si è verificata sola alla fine di ottobre 2012  - continua l’esposto -, con la ulteriore conseguenza che a dimostrazione della volontà di “avvelenare i pozzi” sono stati firmati i decreti sindacali continuum dei contratti per ulteriori 5 anni». Per di più, oltre alla inosservanza della Legge n.44/12 (dove sono gli atti di programmazione volti ad assicurare a regime il rispetto delle percentuali di assunzione del personale?), il parere favorevole sarebbe stato pure firmato dal dirigente del Settore Affari generali, il dott. Corrieri, interessato dal provvedimento.

 

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Il più pulito c'ha la rogna: l'affermazione mi si è messa di traverso mentre mi accingevo a leggere qualcuno dei numerosi quanto inutili pensieri sulla politica e sui politici. E mi ha distratto, naturalmente, per una sorta di fascino proprio di certe espressioni popolari. Intanto, ho scoperto una cosa: "il più pulito c'ha la rogna" non è la stessa cosa che dire "il più pulito c'ha la scabbia". Eppure non solo la costruzione della frase è identica. Identiche sono anche le parole usate. Eccettuata una: "rogna", appunto, da un lato, "scabbia" dall'altro. Cosa che dovrebbe essere assolutamente indifferente: si tratta, secondo i più accreditati dizionari, di sinonimi. Significa che rogna e scabbia indicano la stessa identica situazione: «malattia cutanea pruriginosa, causata dalla femmina di un acaro (del tipo, probabilmente, escort, N.d.R.) in alcuni animali e nell'uomo, nella pelle del quale scava cunicoli e produce vescicole soprattutto tra le dita e nelle pieghe cutanee in genere». Così lo Zingarelli. Interessante una annotazione del Devoto-Oli il quale, alla voce rogna, recita: «(usata) talvolta anche per esprimere la natura spregevole del vizio e del peccato "e lascia pur grattar dov'è la rogna" (Dante), lat.aerugo-inis, incr. con (verg)ogna.» Una vera provocazione, una tentazione irresistibile. E sono andato a quel misterioso aerugo, così scoprendo qualcosa di suggestivo: indica il verderame, la ruggine del rame, l'invidia, il livore, il fiele, la rabbia, la malignità pura, l'avidità, l'avarizia sordida. Autori quali Orazio e Prudenzio ne danno testimonianza.

Scriveva Luigi Pintor, morto il 17 maggio 2003 nel suo ultimo editoriale. -La sinistra italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa. Ma la sinistra rappresentativa, quercia rotta e margherita secca e ulivo senza tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e una alternativa e neppure una alternanza, per usare questo gergo. Hanno raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra ma al suo punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno. Non credo che lo facciano per opportunismo e che sia imputabile a singoli dirigenti. Dall'89 hanno perso la loro collocazione storica e i loro riferimenti e sono passati dall'altra parte. Con qualche sfumatura. Vogliono tornare al governo senza alcuna probabilità e pensano che questo dipenda dalle relazioni con i gruppi dominanti e con l'opinione maggioritaria moderata e di destra. Considerano il loro terzo di elettorato un intralcio più che l'unica risorsa disponibile. Si sono gettati alle spalle la guerra con un voto parlamentare consensuale. Non la guerra irachena ma la guerra americana preventiva e permanente. Si fanno dell'Onu un riparo formale e non vedono lo scenario che si è aperto. Ciò vale anche per lo scenario italiano, dove il confronto è solo propagandistico. Non sono mille voci e una sola anima come dice un manifesto, l'anima non c'è da tempo e ora non c'è la faccia e una fisionomia politica credibile. E' una constatazione non una polemica. Noi facciamo molto affidamento sui movimenti dove una presenza e uno spirito della sinistra si manifestano. Ma non sono anche su scala internazionale una potenza adeguata. Le nostre idee, i nostri comportamenti, le nostre parole, sono retrodatate rispetto alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità e alle prospettive. Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo. C'è un'umanità divisa in due, al di sopra o al di sotto delle istituzioni, divisa in due parti inconciliabili nel modo di sentire e di essere ma non ancora di agire. Niente di manicheo ma bisogna segnare un altro confine e stabilire una estraneità riguardo all'altra parte. Destra e sinistra sono formule superficiali e svanite che non segnano questo confine. Anche la pace e la convivenza civile, nostre bandiere, non possono essere un'opzione tra le altre, ma un principio assoluto che implica una concezione del mondo e dell'esistenza quotidiana. Non una bandiera e un'idealità ma una pratica di vita. Se la parte di umanità oggi dominante tornasse allo stato di natura con tutte le sue protesi moderne farebbe dell'uccisione e della soggezione di sé e dell'altro la regola e la leva della storia. Noi dobbiamo abolire ogni contiguità con questo versante inconciliabile. Una internazionale, un'altra parola antica che andrebbe anch'essa abolita ma a cui siamo affezionati. Non un'organizzazione formale ma una miriade di donne e uomini di cui non ha importanza la nazionalità, la razza, la fede, la formazione politica, religiosa. Individui ma non atomi, che si incontrano e riconoscono quasi d'istinto ed entrano in consonanza con naturalezza. Nel nostro microcosmo ci chiamavamo compagni con questa spontaneità ma in un giro circoscritto e geloso. Ora è un'area senza confini. Non deve vincere domani ma operare ogni giorno e invadere il campo. Il suo scopo è reinventare la vita in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste.



Io direi che è giunta l'ora di finirla con il gioco delle tre carte, credo che il cittadino medio si sia stancato di vedere piroette varie. Qui cara Fiona la questione è solo una iL centrosinistra si allea per battere un'amministrazione che ha portato Molfetta al saccheggio totale. Fin qui tutti i partiti che vanno dal Partito Democratico a SEL da Lista Emiliano a UDC sono d'accordo. Rifondazione ha deciso, come suo solito, di ballare da sola facendo atto di testimonianza. Grillo è un discorso a parte. Dove il Partito Democratico ha messo i paletti alla coalizione? Sulla questione di far rientrare dalla finestra nella coalizione di centrosinistra tanti personaggi provenienti dalla maggioranza di Tonino Azzollini che hanno partecipato al saccheggio della città. E' qui che l'assemblea del Parito Democratico ha messo un veto all'unanimità a questo schifo. Ci sono insomma amministratori e consiglieri del centrodestra che quando hanno subodorato la caduta dell'Imperatore immediatamente hanno indossato la lana della pecora tentando di camuffare il lupo che c'era sotto. Ecco rinascere vecchi partiti (il Partito Repubblicano) o nuovi movimenti (Molfetta Viva) che portandosi dentro ex amministratori (Assessori, Presidenti di Municipalizzate ecc.) dell'Amministrazione Azzollini tenta un'operazione di "ricucitura di imene" per riacquisire la verginità che si erano venduti per quattro denari. Diceva Don Tonino Bello "non barattate mai la vostra etica e la vostra dignità per un piatto di lenticchie". Questo è ciò che ha fatto il Partito Democratico, si ribadisce l'alleanza va da Partito Democratico a SEL da UDC a Lista Emiliano oltre ovviamente a tutti i movimwenti civici che si sentono affini a questa maggioranza . Su questo ragionamento credo che il Partito Democratico non ha problemi a dialogare con nessuno; se invece si vogliono creare pastrocchi e tentare di mischiare l'acqua con l'olio credo che l'operazione sia chimicamente impossibile. Buona giornata a tutti.

Penso che la questione sia molto semplice, ma nel contempo molto grave: Molfetta vive una situazione di eccezionale compromissione della democrazia, della legge, della libera economia... Non c'e' solo da battere un uomo ma occorre abbattere il regime che quell'uomo incarna e per poterlo fare occorre un'alleanza tra tutti i libertari di Molfetta... per una nuova alba di libertà... Vogliamo tutti la stessa cosa, la liberazione di questa città, ma la esprimiamo in linguaggi diversi. Noi di Quindici, abbiamo un metodo esportabile: la tolleranza, il rispetto, l'ascolto di tutte le idee, non a caso rappresentiamo tutti i filoni politici e culturali di questa città. Da noi si va dall'estrema sinistra, fin quasi alla destra liberale. Guardate che la democrazia, non va parlata, ma praticata, e quando non sai che pesci prendere, il metodo democratico, la tolleranza, è sempre il migliore per risolvere ogni situazione. Occorre semplicemente una persona, che sia la sintesi, di questo splendido ed armonioso coro. La politica è ancora miope, in molti non guardano ancora al di là del proprio naso. Il cambiamento, va anche sognato, immaginato, esaltato, prim'ancora che realizzato. La nostra diversità è LA NOSTRA RICCHEZZA!!! "IL CLAN DELLA NUTELLA PARLA PER BOCCA DI UN SOL UOMO DA UN DECENNIO E PASSA! OVVIO CHE NOI SIAMO UN CORO, NOI SIAMO DEMOCRATICI, LIBERALI, LORO NO! SIAMO CANNE DIVERSE DI UNO STESSO ORGANO! MA E' GIA' TARDI, DIAMOCI UNA MOSSA, NON CONFONDIAMO PIU' CONFRONTO CON SCONTRO... AVANTI TUTTA VERSO LA LIBERTÀ DELLA CITTA'...











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