MOLFETTA - Gli effetti potrebbero essere anche devastanti, forse come a Genova. Ma a Molfetta nessuno se ne cura. da anni Quindici lancia l’allarme sul rischio idrogeologico a Molfetta, dove si continua a costruire nelle zone ad elevata pericolosità idraulica (come nella nuova zona residenziale). Senza dimenticare quartieri come quello della Madonna della Rosa (ex Lotto 10) o del Villaggio Belgiovine edificati proprio nell’alveo e a ridosso della Lama Martina-Cupa. I cittadini acquistano i nuovi immobili ignari delle possibili conseguenze per una pioggia continua e duratura nel territorio molfettese, in cui si riverserebbe anche l’acqua meteorica proveniente dalle Murge. Oppure l’urgenza immobiliare è tale da sovrastare persino il pericolo per la propria vita.
Questa mattina l’area compresa tra la via del Mino e la via Vecchia per Bitonto si è trasformata nel letto di un fiume, anche a causa di una serie di ostruzioni (ville, muri, strade, ecc). Infatti, mancano proprio le orlature di terrazzi (fino alla statale 16bis)., che permetterebbero un migliore deflusso delle acque. Secondo le testimonianze dei proprietari terrieri e di alcuni contadini sin da notte inoltrata si sarebbero accumulati ben 30cm di acqua diretti verso Molfetta. Naturalmente, il deflusso delle acque a mattinata inoltrata era inferiore rispetto a quello notturno, ma le foto e il
video girato da
Quindici sono inequivocabili.
Campagne allagate, ville ricolme di acqua, stanze e cantine immerse nell’acqua con i mobili che galleggiavano. Uno scenario che si ripete in caso di nubifragi come quello dei giorni scorsi. Per fortuna, nessuno si è trovato sul posto nel momento in cui l’acqua ha iniziato a correre lungo il solco tracciato. È anche intervenuta la Polizia Municipale di Molfetta per controllare lo stato dei luoghi e l’incolumità dei proprietari che con le pompe drenavano l’acqua in altre zone viciniori già alle prime luci dell’alba.
L’acqua, proveniente dai Comuni di Terlizzi, Corato, Bitonto e Ruvo (dunque, dalle Murge), ha ripercorso l’alveo di Lama Cascione che, partendo da Sovereto, si riversa alla seconda cala, passando dalle località Fontane, Cascione, Macchia Pomponia, Macchia dei Cantoni e San Francesco, Valascia, Chiuso Rosso e Schiffo, passando sotto l’autostrada, la 16bis e la ferrovia (punti di ostruzione). Le riprese sono state realizzate proprio tra le località Fontane, Cascione e Macchia Pomponia, dove la lama ha una morfologia ben definita.
Stessa situazione si sarà sicuramente verificata in tutto l’agro di Molfetta, in particolare lungo quegli alvei ben definiti con maggiori ostruzioni, come Lama Marcinase. Infatti, è dal 9 novembre che continue e incessanti precipitazioni stanno interessando la zona della Murgia tra Altamura e Quasano fino a Terlizzi (accumuli alluvionali), la cui idrografia carsica non circola a pelo libero, bensì in pressione.
Per questo motivo, invitiamo i lettori e i cittadini di Molfetta a inviare a Quindici foto e/o video su allagamenti e alvei ricolmi d’acqua nell’agro di Molfetta, raccontando la loro esperienza, ma soprattutto svolgendo un utile servizio d’informazione per la cittadinanza.
Cosa potrebbe succedere se una piena (accumulo di acqua proveniente dalle Murge e precipitazioni nel territorio di Molfetta) investisse la città di Molfetta, soprattutto per zone urbanizzate come la Madonna della Rosa, la nuova zona residenziale, la zona industriale, il villaggio Belgiovine, edificate a ridosso e nell’alveo delle lame? O tutta l’area sulla Lama Le Sedelle (interrata), che da via Terlizzi si riversa verso la Cala Secca dei Pali? Quanto registrato da Quindici questa mattina è la situazione di una lama che rispetto alle lame Marcinase, Scorbeto, Vincenza e dell’Aglio (zona Pip e Asi), Martina-Cupa, Le Sedelle e Pulo - per citare quelle più importanti - ha una portata minore. Per di più con bel tempo e dopo alcuni giorni dalle precipitazioni.
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