MOLFETTA – Devastazione e violenza. Non ci sono altri termini per descrivere quanto accaduto ancora una volta a Piazza Paradiso nella notte di questo Capodanno, oltre alla notte di fuoco scatenatasi in tutti i quartieri della città.
L’anno scorso Quindici aveva documentato la devastazione dell’area con la distruzione delle fioriere in pietra e l’esplosione dei cassonetti dei rifiuti solidi urbani con dei petardi. Quest’anno un’onda barbarica - secondo le prime indiscrezioni, un gruppo di ragazzi del posto - ha distrutto la sede di SEL Molfetta, utilizzata anche da alcuni anziani, come documentano le foto di “Quindici” scattate in esclusiva dai redattori accorsi sul posto.
È stato forzato l’ingresso su via Palestra, di solito mai usato rispetto a quello principale di fronte la piazza. All’intero del monolocale sono stati distrutti i mobili e sparpagliate le carte, oltre a divellere il contatore dell’Enel e una finestrella in vetro. Mobili e carte (tra cui l’elenco degli iscritti di SEL Molfetta) sono stati gettati per strada e sulla piazza, accanto a due cassonetti e una montagna di rifiuti solidi urbani e organici. Sarebbe stato portato via anche un computer con alcune sedie in plastica.
Sul posto sono intervenute due pattuglie della Compagnia dei carabinieri di Molfetta e una della Stazione dei carabinieri, oltre ad alcuni esponenti del partito di Nichi Vendola a Molfetta, fra cui Tommaso Minervini e Nicola Piergiovanni (c’era anche Beppe Zanna di Rifondazione Comunista e Giuseppe Filannino della Cgil Molfetta), avvisati del triste e drammatico accaduto.
Amarezza e delusione nei loro volti non tanto per il danno subito, quanto per il significato che questo atto vandalico (o forse anche uno sfregio diretto proprio verso SEL, se si tiene conto che è stato anche danneggiato il vessillo del partito portato al centro della piazza, defecandoci sopra): a Molfetta l’allarme sicurezza non dev’essere sottovaluto, come spesso è stato fatto in questi anni dalle istituzioni amministrative locali.
I Carabinieri indagheranno sul drammatico accaduto, contando anche sulla collaborazione dei residenti che potrebbero aver visto qualcosa (rigettando qualsiasi comportamento omertoso), anche perché è probabile che un atto vandalico così complesso si sia compiuto in un ampio lasso di tempo, mentre Molfetta brillava da Levante a Ponente, dalla 167 al porto tra fuochi e pesanti petardi. La notte dei fuochi pirotecnici, dei petardi e dei botti è stata la più violenta degli ultimi anni. Sembrava che ci fosse una battaglia in corso o un bombardamento aereo.
Tornando all’atto vandalico, per così dire, non è da escludere la matrice politica, se politico si può definire il comportamento di fascistelli lasciati liberi nell’illegalità e nell’impunità dai governi nazionale e locale.
Davvero un pessimo inizio di 2013. Il Comune di Molfetta ha un disperato bisogno di legalità, rispetto del decoro urbano e della cittadinanza, responsabilità civica, normalità e, soprattutto, maggiore controllo da parte delle Forze dell’Ordine che, nonostante l’impegno profuso, di fronte a una città ampia e segnata da una microcriminalità dilagante, non riesce ad arginare questi atti di vandalismo.
Come mai invece di invocare ogni volta l’istituzione di un commissariato di polizia, difficile da realizzare in tempi di tagli alla spesa pubblica, non si rinforza l’organico dei Carabinieri di Molfetta, procedura più facile e meno costosa? Qualcuno forse non desidera che il territorio di Molfetta sia maggiormente presidiato?
Purtroppo c’è chi nega che ci sia un’emergenza sicurezza a Molfetta, un allarme che “Quindici” lancia da solo da anni. Si spera che questo ulteriore e ingiustificato atto di violenza possa essere utile a provocare una reazione decisa.
È opportuno che il nuovo commissario prefettizio, dott. Giacomo Barbato, prenda atto di questa situazione di illegalità e di delinquenza diffusa e, forte dell’esperienza maturata in questo settore, come risulta dal suo curriculum, non ascolti le versioni propagandistiche di chi ha governato finora, ma prenda atto della realtà e intervenga decisamente per ripristinare regole e legalità in una città che rischia di ritrovarsi nelle condizioni peggiori della sua storia: i continui incendi notturni delle auto non sono forse un segnale sufficiente in tal senso.
Anche le forze politiche sane di questa città, alla vigilia delle elezioni amministrative, dovrebbero assumere posizione decisa per il ripristino della legalità, denunciando l’illegalità diffusa e la microcriminalità impunita che dilaga a Molfetta, cominciando dal presidiare Piazza Paradiso che resta il simbolo di questa situazione degenerata.
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