Elezioni regionali, da De Nicolo a Tammacco, la lunga corsa dei candidati molfettesi
Al via la campagna elettorale per le regionali di maggio: l'ex presidente della Multiservizi dovrebbe candidarsi con la lista dei socialisti. A sinistra in campo anche Leonardo Siragusa, mentre Minervini non ha sciolto le riserve. Annalisa Altomare appoggerà un candidato di Bari, Azzollini lancerà un suo fedelissimo. Tammacco potrebbe appoggiare Emiliano. Concreto il rischio che nessun molfettese venga eletto
Piero de Nicolo, Guglielmo e Tommaso Minervini, ma anche Leonardo Siragusa, Saverio Tammacco e forse Luigi Roselli. Sarà nutrita la pattuglia dei molfettesi che cercheranno la scalata al parlamento regionale. Mancano ormai poche settimane alla presentazione delle liste per le elezioni di maggio e ormai movimenti e partiti preparano le ultime mosse per decidere chi tra i propri esponenti dovrà scendere in campo cercando fortuna in una competizione elettorale che si preannuncia assai ostica. Saranno infatti solo 50 i consiglieri che siederanno nel prossimo consiglio regionale (fino al 2010 erano 70) e un risultato pur importante nelle nostre mura cittadina potrebbe non bastare. Servirà fare bene anche in provincia e magari cercare consensi a Bari, dove probabilmente si giocherà davvero la partita di chi ha le carte in tavola per farcela. Questo deve aver convinto Piero de Nicolo, ex presidente della Multiservizi (freschissimo di dimissioni dalla municipalizzata molfettese) e uno dei leader del Pd cittadino a entrare nella mischia. 49 anni, avvocato, specializzato nel settore assicurativo, componente del collegio giudicante della commissione nazionale tesseramenti (Organo di Giustizia Sportiva) della F.I.G.C., con un passato nel Partito Repubblicano e in Alleanza Nazionale, già molto vicino al chiacchieratissimo ex senatore Alberto Tedesco (indagato dalla procura antimafia di Bari, con l’ipotesi di reato di associazione per delinquere e corruzione, poi assolto da ogni accusa), conta in città di una robusta base elettorale coltivata negli anni e dell’appoggio dei consiglieri comunali Saverio Patimo, Giulio Germinario, Raffaella Ciccolella, Roberto la Grasta e dell’assessore Tommaso Spadavecchia. Potrebbe essere lui uno degli uomini di punta di una lista composta da una reunion dei vecchi socialisti, proprio da Alberto Tedesco a Onofrio Introna, fuoriuscito da Sel, che potrebbe ricandidarsi o pensare a una candidatura del figlio Pierluigi, deluso dal sindaco Decaro per l’esclusione dalla nuova giunta di Bari. Una mossa ormai quasi scontata e confermata dal lancio dall’associazione politica e culturale “Molfetta Riformista” guidata proprio da de Nicolo e che gli servirà a coagulare attorno alla propria candidatura contatti e consensi. Una mossa che metterà in seria difficoltà il Pd molfettese e che potrebbe destabilizzare anche l’amministrazione guidata da Paola Natalicchio. Proprio dal Pd si attendono nuove da Guglielmo Minervini, da 10 anni assessore regionale della squadra di Nichi Vendola, competitor di Michele Emiliano e Dario Stefano nelle ultime primarie del centrosinistra (nelle quali ha incassato il 10% dei consensi). L’ex sindaco di Molfetta non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro impegno politico e potrebbe anche optare per un pausa ai box. Comunque vada, il Pd molfettese farà a meno dei voti di Annalisa Altomare e Lillino Di Gioia che sosterranno molto probabilmente un candidato barese indicato da Michele Emiliano in persona. Sempre a sinistra tenterà quasi sicuramente la sorte, il consigliere comunale Leonardo Siragusa di Centro Democratico. SEL punterà su Tommaso Minervini, già sindaco di Molfetta, politico dalla vecchia militanza socialista. Il partito di Nichi Vendola, dovrebbe perdere come detto, l’appoggio di Onofrio Introna e non sembra avere più la presa elettorale di cinque anni fa. Tuttavia alle ultime primarie ha dimostrato buona salute e nel caso Tommaso Minervini fosse appoggiato dell’intero partito anche a Bari, le sue chance diventerebbero concrete. Rifondazione Comunista invece, non appoggerà la coalizione guidata da Michele Emiliano e correrà da sola cercando di coinvolgere altri movimenti di sinistra in un progetto analogo all’Altra Europa per Tsipras che si presentò alle scorse europee e che strizza l’occhio alla sinistra greca di Syriza. Dopo due tentativi, uno nel 2005 e uno nel 2010, il consigliere comunale Gianni Porta dovrebbe restare a guardare, ma molto probabilmente il partito presenterà anche a Molfetta un proprio candidato. Potrebbe accadere lo stesso con il Movimento Cinque Stelle, mentre resta un’incognita la discesa in campo di Saverio Tammacco che potrebbe addirittura aderire alla lista civica Realtà Italia, che fa riferimento a Giacomo Olivieri e Tommy Attanasio. Tammacco, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, 1.195 preferenze alle scorse comunali, uno dei punti di riferimento della destra cittadina potrebbe fare i bagagli e passare a sinistra per appoggiare Emiliano e candidarsi alla Regione. Una mossa clamorosa che avrebbe ripercussioni ovvie anche sugli equilibri politici cittadini e che il diretto interessato non ha ancora provveduto a smentire o confermare. I bene informati parlano di un grande locale in via Roma, che il politico quarantasettenne avrebbe già affittato per farvi la propria sede elettorale. Altro nodo cruciale sarà legato al candidato del senatore Antonio Azzollini. L’improvvisa scomparsa del consigliere regionale Antonio Camporeale, destinato alla ricandidatura, apre nuovi scenari. Possibile l’impegno di Luigi Roselli capogruppo Ncd in consiglio comunale, da molti segnalato come delfino di Azzollini. Ma è più probabile che quest’ultimo faccia cadere la propria scelta su un fedelissimo: in pole position quindi la segretaria Caterina Sallustio, mentre Roselli dovrebbe ritagliarsi un ruolo sempre più rilevante in città che potrebbe portarlo un domani a candidarsi per la poltrona di primo cittadino. Un quadro molto frammentario e articolato che andrà a chiarirsi nelle prossime settimane ma che potrebbe seriamente frustrare le ambizioni politiche dei candidati molfettesi. Troppi competitor di peso per una cittadina di 60.000 abitanti, che porterà a una frammentarsi dei consensi quasi certamente fatale per un elezione che premierà solo 50 candidati. Rischia dunque di ripetersi lo scenario dello scorso ottobre quando alle elezioni per l’area metropolitana né il centrosinistra, né il centrodestra, presentatesi entrambe divise, riuscirono a eleggere nessun candidato.
Autore: Onofrio Bellifemine