ELEZIONI REGIONALI – L'assessore Guglielmo Minervini di Molfetta con quasi 8.000 voti rieletto. E' il primo della lista di Vendola “Noi a sinistra per la Puglia”
MOLFETTA – Ormai è ufficiale: Molfetta ha il suo consigliere regionale, è Guglielmo Minervini (nella foto con i suoi sostenitori davanti al palazzo della Prefettura di Bari) il più votato in Puglia con quasi 8.000 voti della Lista di Vendola “Noi a sinistra per la Puglia”, che dovrebbe ottener ben 4 consiglieri. Il successo dell’assessore regionale di Molfetta assume un valore doppio se si considera la campagna di odio e di diffamazione messa in atto, come una vera caccia all’uomo, tra le più brutte e vergognose della storia della politica cittadina.
Una conferma che le campagne contro, non giovano a nessuno e che è più importante costruire e non demolire, come dimostra il ridimensionamento del Pd che si è dimezzato perdendo quasi 2.000 voti da 4.704 a 2.792, con il 13,94%, mentre il partito di Vendola, nuovo sulla scena elettorale ha ottenuto il 17,73% con 3.556 voti.
Passata la buriana elettorale, superate anche le assurde ipotesi di crisi della giunta di centrosinistra che guida la città col sindaco Paola Natalicchio, è il momento della ragione, del raffreddamento dei “bollenti spiriti” per ricomporre i dissensi interni, soprattutto nell’interesse della città, che potrà giovarsi sicuramente della presenza in via Capruzzi di un consigliere regionale di lunga esperienza, come Guglielmo Minervini, un valore aggiunto per il centrosinistra molfettese.
Sul fronte opposto è molto difficile, se non interverranno fattori nuovi, che il consigliere di centrodestra Saverio Tammacco possa entrare nell’emiciclo regionale: sembra che gli manchino oltre 1.000 voti rispetto a Giuseppe Longo. Una sconfitta bruciante per lui soprattutto alla luce delle ipotesi, nel caso dovesse scattare un altro consigliere per la lista Schittulli, che il candidato del sen. Antonio Azzollini (Ncd), il suo amico Stanislao Caputo possa riuscire ad essere eletto, nella buona tradizione del senatore che riesce sempre ad entrare lui o a piazzare i suoi uomini per il rotto della cuffia: un buona dose di fortuna.
Per Tammacco e i suoi amici del centrodestra, sarebbe la débâcle completa.
Il voto disgiunto, che pure non è mancato, è stato ininfluente sui risultati elettorali.
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