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Elezioni provinciali hanno perso tutti
15 giugno 2009

<p>Hanno perso tutti. Ha perso Molfetta. &Egrave; questo l&rsquo;esito delle elezioni provinciali a nella nostra citt&agrave;. Nessun consigliere eletto direttamente nel Consiglio. In tanti superano la soglia dei mille voti ma neanche i 3.611 voti del pi&ugrave; votato Saverio Tammacco, candidato del Popolo delle Libert&agrave;, sono bastati. Tuttavia la vittoria del centrodestra con Francesco Schittulli, neo presidente della Provincia, probabilmente regaler&agrave; all&rsquo;assessore comunale un posto di consigliere anche nell&rsquo;ente barese, considerando che dalla sua lista in molti sono candidati a entrare in Giunta, mentre non si fa nessun nome di molfettesi. Siamo quindi passati da avere un assessore provinciale e un consigliere a una piccola rappresentanza. Le cose sarebbero potute andare diversamente se avesse vinto Vincenzo Divella che si sarebbe trascinato in Consiglio Nino Sallustio del Pd, Antonello Zaza (Rifondazione Comunista) e Nicola Piergiovanni (Sinistra e Libert&agrave;). Ma con i se e i ma non si fa la politica. Il maggiore rammarico &egrave; proprio per Piergiovanni che per sei voti non ce l&rsquo;ha fatta comunque, nonostante l&rsquo;affermazione di Schittulli, e ora starebbe valutando l&rsquo;ipotesi di un ricorso. Ma entriamo un po&rsquo; pi&ugrave; nello specifico per capire, a un anno dalle amministrative, cosa &egrave; successo negli schieramenti della nostra citt&agrave;. Il centrodestra continua a godere della fiducia dei molfettesi, il Presidente ha raccolto il 50,19% dei consensi mentre Divella si &egrave; fermato al 38,8. Ma c&rsquo;&egrave; gi&agrave; qualche dato significativo guardando l&rsquo;affluenza alle urne. Una vera e propria emorragia rispetto alle politiche e alle amministrative del 2008, oltre diecimila votanti in meno. Anche rispetto alle europee del 2004 c&rsquo;&egrave; una contrazione dell&rsquo;elettorato di poco meno di tremila voti. Chi ha penalizzato questa astensione? Sicuramente i maggiori partiti dei due schieramenti. Il primo partito resta il Popolo della Libert&agrave; ma c&rsquo;&egrave; qualche scricchiolio. Il vice segretario cittadino, Pasquale Mancini ha raccolto a levante 3.140, un migliaio in meno rispetto alle aspettative e anche sommando questi voti con quelli del candidato di ponente, Tammacco, il Pdl si ferma a 6.751, cinquemila voti in meno rispetto alle politiche, dunque ha inciso l&rsquo;astensione, ma anche quasi quattromila voti in meno rispetto alla tornata delle europee di quest&rsquo;anno. E qui le motivazioni potrebbero essere ricercate nella eccessiva frammentazione dei candidati del centrodestra, con ben 11 liste. Tuttavia i pi&ugrave; suffragati: Enzo Spadavecchia dell&rsquo;Mpa con 1.070 voti, Carmela Minuto della &ldquo;Puglia prima di tutto&rdquo; con 1.150 voti, Adele Claudio della lista &ldquo;Schiuttulli Presidente&rdquo; con 889 preferenze o il giovane Antonello Pisani con 849 voti (sommando i voti di Ponente e Levante), nelle ultime consultazioni non erano certo interni al Pdl. Dunque i conti non tornano per il partito del sindaco. Quindi questa flessione si pu&ograve; interpretare, a ragione, come un segnale proprio allo stesso Antonio Azzollini. Un anno al governo della citt&agrave; non ha pagato. La sua limitata presenza a Molfetta non &egrave; stata colmata da quella della sua squadra, all&rsquo;interno della quale potrebbe essere sorto qualche malumore, e un segno evidente c&rsquo;&egrave; stato anche in una certa spaccatura gi&agrave; in campagna elettorale con il candidato di ponente. Di questa s i tua z i one non si &egrave; avvantaggiato, per&ograve;, il centro sinistra. Il Partito Democratico nel collegio di Levante in cui con Nino Sallustio ha raccolto il miglior risultato con 2.236 voti si &egrave; fermato al 18%, un punto in meno del risultato delle europee, e con i 1.610 di Tommaso Amato a Ponente perde complessivamente un migliaio di voti. Anche qui astensione e trasfusione in altri partiti della coalizione. Basta guardare l&rsquo;Italia dei Valori che, senza una reale struttura partitica in citt&agrave;, con Domenico Cives nei due collegi ha raccolto 1.753 preferenze. Buon risultato personale ma sicuramente anche il traino del voto europeo in cui il partito di Antonio Di Pietro ha preso l&rsquo;8,93%. Se ci spostiamo pi&ugrave; a sinistra c&rsquo;&egrave; stato anche il buon risultato di Sinistra e Libert&agrave;. Il movimento del presidente della Regione, Nichi Vendola, che alle europee ha preso il 13% ben oltre la media pugliese, &egrave; per&ograve; calato alle provinciali. Oltre Nicola Piergiovanni, di cui abbiamo detto, ha potuto contare sulle 925 preferenze di Francesco Azzollini, un giovane alla prima esperienza ma con alle spalle una famiglia da sempre in politica. Debole quindi la spinta del resto del movimento locale che ha come capofila Tommaso Minervini. Si &egrave; dovuto arrendere a pochi voti dal traguardo della seconda elezione Antonello Zaza. L&rsquo;assessore uscente di Rifondazione Comunista ha raccolto 1.205 voti nel collegio di Levante e con l&rsquo;9,87% ha fatto un gran risultato per il suo partito non solo in provincia, dove sar&agrave; del tutto assente dal consiglio, ma anche a Molfetta considerando che alle Europee il suo partito si &egrave; fermato a 868 voti. Segnale che i molfettesi hanno riconosciuto il lavoro fatto in Giunta, soprattutto per l&rsquo;Apicella e gli interventi nelle scuole superiori, ma non &egrave; bastato. Infine ci sono mister e miss mille voti candidati tra levante e ponente in formazioni ogni volta diverse. Tutti hanno superato di poco la loro soglia: Pino Amato con l&rsquo;Udc ha preso 1.226 preferenze, Carmela Minuto passata alla Puglia prima di tutto di Raffaele Fitto ed Enzo de Cosmo ha ottenuto 1.150 preferenze. Per loro la lezione &egrave; pesante. Senza idee forti o un diverso sistema di raccolta del consenso non si va oltre il consiglio comunale della citt&agrave;.</p>

Autore: Carlo Gadaleta
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