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Elezioni europee: è utile per noi rimanere nell'euro? Risponde il giornalista economico Felice de Sanctis, direttore di “Quindici”
22 maggio 2014
Le prossime elezioni europee avranno importanti riflessi non solo sulla politica nazionale, ma anche sull’euro. Infatti, oltre al Movimento 5 Stelle di Grillo la schiera degli euroscettici si allarga alla Lega Nord, a Fratelli d’Italia della Meloni e al sempre altalenante Berlusconi che ogni tanto accusa l’euro di essere la causa dei problemi della crisi economica. Non manca la pericolosa destra estremista della Le Pen in Francia a completare il quadro. La gente alla fine non riesce a capire quali possano essere le convenienze o meno di restare nel sistema euro per il proprio futuro e il proprio portafoglio.
Molti lettori di “Quindici” ci hanno scritto per chiedere consigli, più che sul voto ai partiti, sull’utilità o meno della permanenza nell’eurozona.
Abbiamo pensato, perciò, alla vigilia delle elezioni del 25 maggio prossimo (ricordiamo che si vota solo domenica dalle 7 alle 23), di proporvi un’intervista, realizzata dalla Tv Video Italia Puglia al nostro direttore
Felice de Sanctis
(foto), nella sua qualità di giornalista economico del quotidiano “
La Gazzetta del Mezzogiorno
”. In questa intervista viene detto come l’uscita dell’Italia dall’euro sarebbe disastrosa per il nostro Paese e se ne spiegano i motivi. Per seguire l'intervista, basta cliccare sul seguente link:
http://www.videoitaliapuglia.it/video.php?w=349
Vi ricordiamo, inoltre, alcune modalità della votazione: l’elettore, all’atto della votazione, riceverà un’unica scheda, di colore marrone. Il voto di lista si esprime tracciando sulla scheda un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta. Ciascun elettore può anche esprimere voti di preferenza. Il voto di preferenza deve essere espresso esclusivamente per candidati compresi nella lista votata. È possibile esprimere fino a un massimo di 3 voti di preferenza per candidati di una lista. Nel caso di tre preferenze espresse, una di queste dovrà essere attribuita ad un candidato di sesso diverso dalle altre due. I voti si esprimono scrivendo, nelle apposite righe tracciate a fianco del contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti compresi nella lista medesima; in caso di identità di cognome fra più candidati, si deve scrivere sempre il nome e il cognome.
Lo scrutinio
dei voti per il Parlamento europeo inizierà a partire dalle ore 23 di domenica, subito dopo la conclusione delle operazioni di voto e l’accertamento del numero dei votanti.
Per le elezioni regionali e comunali, ove previste, lo scrutinio verrà rinviato alle ore 14 di lunedì. © Riproduzione riservata
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Scrupolosa Mente
23 Maggio 2014 alle ore 15:22:00
Tutti coloro i quali si dedicano alla politica, quindi all'amministrazione del bene pubblico chiedendo voti alle masse popolari, dovrebbero presentare un certificato medico in cui si certifica la malattia dello "SCRUPOLO". Da fissare un periodo di controllo onde constatare il proseguimento, se non il peggioramento della malattia suddetta e scritta. Qualora per un qualsiasi avvenimento o miracolo, la malattia dello "SCRUPOLO" dovesse scomparire, il politico o politicante in questione dovrebbe subito allontanarsi o essere allontanato a furor di popolo da una qualsiasi posizione di responsabilità pubblica, scrupolosamente.
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Io testardo e sistematico
23 Maggio 2014 alle ore 05:06:00
1°parte. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. (continua)
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Io testardo e sistematico
23 Maggio 2014 alle ore 05:04:00
2°parte. - Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra. (fine)
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Vengo dopo il dottor t.g.
23 Maggio 2014 alle ore 05:00:00
E' stata la disonestà di molti, moltissimi italiani con il tacito consenso e appoggio politico a trasformare con criminale leggerezza quanto è accaduto con l'euro italiano, ovvero la perdita del 50% degli stipendi e pensioni, contro lo stesso aumento dei prezzi al consumo, compreso affitti, appartamenti, cure mediche, etc., etc.. Poi la crisi economica ha "fatto il resto". Qualcosa di simile ad un "guerra", con sofferenze psicologiche che sfociano in tragedie, ogni giorno e sotto gli occhi di tutti, inutile fingere di non vedere e sentire: siamo tutti a rischio.
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Niccolò Foffò
22 Maggio 2014 alle ore 20:46:00
Come non dimenticare il piccolo commercio: "TUTTO MILLE LIRE" - Con l'euro: "TUTTO UN EURO" - Col ca...volo, erano 1.936,27! E con l'indifferenza di tutti, la politica e politicanti in primis. Si dimezzarono paghe,pensioni; si duplicarono tutti i prezzi degli acquisti, furono pochi quelli che rispettarono il cambio, 1 euro = 1.936,27. "TUTTO MILLE LIRE" doveva diventare "TUTTO 50 CENT". - FANCULO POLITICA, ITALIA, EUROPA"
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otello celletti
22 Maggio 2014 alle ore 19:49:00
Ammesso e non concesso che Martirodda abbia ragione:la domanda è chi sono i politici che ci possono liberarci dal lassismo?Il PD?Tsipras?No,grazie!Preferisco fallire per una MIA scelta piuttosto che per quella ALTRUI!
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tommaso gaudio
22 Maggio 2014 alle ore 19:47:00
Al 31/12/2001, la situazione cambi della Lira, verso alcune delle valute confluite poi nell'Euro, era la seguente: 1 FF = Lit 302 1 Pta = Lit 12 1 DM = Lit 1000 circa. Oggi abbiamo 1 € = 1936,27 Lit. Nessuno ci ha mai assicurato che, nel momento dell'"uscita" dell'Italia dall'Euro, la Lira, la cara vecchia Lira, torni a valere, nei confronti dell'€ 0,05 Eurocent (o se preferiamo, 1000 Lit = 0,52 €cent)! (1 Lit diviso 1936,27). E' stata la disonestà di alcuni Italiani a trasformare, con criminale leggerezza, 1 € = 1000 Lit!!!. Cerchiamo di meditare su questa faccenda, prima di accettare, a scatola chiusa, quanto va blaterando Grillo - il quale "cadrebbe sempre in piedi": i soldi non gli mancano, tanto quanto non mancano ai vari Salvini e Maroni). Rimodulare i rapporti fra le strategie italiane e quelle degli altri Paesi dell'area? Sicuro, ecco perché è necessario mandare più parlamentari italiani possibile, per far valere le nostre ragioni, alcune delle quali sono più che sacrosante.
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Delirium
22 Maggio 2014 alle ore 19:07:00
Quest'Europa è "scomposta". Scomposta significa che “manca democrazia” ovvero che l'Europa viene governata senza il rispetto di principi sacrosanti come quello della tripartizione dei poteri, della sovranità popolare, della responsabiltà della classe politica, dell'alternanza nella trasparenza. A proposito: governata da chi veramente? E con quali fini? Domande scomode che di solito non ricevono una risposta compiuta. E' stato detto: “Se usciamo dall'Euro la Storia ci uccide.” Chi, noi o loro? Hanno investito tutto, in questa truffa, denaro, potere, fama, prestigio, dignità.... e pur di tenerla in piedi, sono pronti a tutto, perché hanno tutto da perdere. E quindi non si faranno mai alcuno scrupolo. L'Euro rimarrà (per loro), a costo di ucciderci tutti. Perché l'alternativa è che scompaiano loro. E' stata la svendita di quella a soggetti diversi, banche, altri Stati, finanzieri e personaggi occulti... a distruggere questo ed altri Paesi. L' Euro è stato solo un mezzo, il proiettile con cui hanno vibrato i colpi.
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Joe Black
22 Maggio 2014 alle ore 18:54:00
Se mai l'Europa si darà una vera Costituzione, sarà quando avrà intrapreso una profonda riflessione su se medesima, ancora una volta a confronto con l'America. Questa volta per rispondere alla domanda: chi davvero noi siamo, che cosa davvero ci distingue, sempre che si voglia essere qualcuno e qualcosa, e non una semplice propaggine. Gustavo Zagrebelsky
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Red Devil
22 Maggio 2014 alle ore 18:52:00
Temo che l'Europa, per quanto intelligente, sia sempre stato un paese di orrori. (Bertrand Russell)
Rispondi
Sovrano
22 Maggio 2014 alle ore 18:44:00
Con questa classe di politicanti, non dovevamo entrare nella zona euro. Scrive bene "Boomerang", l'entrata dell'euro per gli italiani, fu una corsa all'arricchimento per i fautori dell'evento e dei loro amici, fu un disastro per tutti gli altri, non per colpa dell'euro, ma per i mancati controlli al cambio in avvenimento. Pochi esempi: personalmente pagai un ombrello dal vecchio costo di 60.000 lire, 60 euro. Un appartamento di 100 milioni di lire, costava 100 mila euro, e così via di seguito. Con questi due pochi esempi, si capisce bene chi si arricchì, chi si impoverì. Governi ladri, piove sempre sul bagna....sco, e sulla povera gente, ovvero, il popolo sovrano. Poi venne la crisi con tutti gli aumenti fisiologici, e fu l'APOCALISSE.
Rispondi
MARTIRODDA
22 Maggio 2014 alle ore 16:21:00
USCIRE DALL'AREA EURO E' UN RISCHIO CHE DOBBIAMO TUTTI EVITARE,L'EURO VA REGOLATO DA LEGGI CHE CONTRIBUISCANO ALLA SUA VALIDITA'SOTTO TUTTI PUNTI DI VISTA.E' DI QUESTO CHE ABBIAMO BISOGNO,CHI SOSTIENE IL CONTRARIO NON E' CAPACE PIU' DI FARE POLITICA E NON SA DOVE ATTACCARSI PER RACCIMOLARE VOTI-VOTIAMO TUTTI PER LIBERARCI DAL LASSISMO CHE FA PERDERE IL POTERE D'ACQUISTO DELLA NOSTRA MONETA E BASTA POLEMICA PERDITEMPO FACCIAMOLA TUTTI COSTRUTTIVA PER IL BENE DI TUTTI
Rispondi
Boomerang
22 Maggio 2014 alle ore 15:49:00
Il problema non è l'euro, e ben lo sanno i nostri politicanti i quali dovrebbero ben spiegare l'accaduto, ovvero: 1 euro = 1936.27 lire. Paghe, pensioni, prezzi alimentari, case e affitti, tutto viene così tramutato. Dopo nemmeno un mese: 1 euro = 1.000 lire, così tutti i valori vengono raddoppiati, più gli aumenti dovuti alla crisi economica, la situazione diventa così: 1 euro quanto vale? Vale quanto ognuno desidera farlo valere a propria convenienza. In parole povere è proprio quanto avvenuto, anche se il popolo sovrano è stato ben distratto, addormentato, cloroformizzato e neutralizzato, preso per i fondelli. Questo ha permesso ai ricchi di diventare più ricchi, i poveri sono e diventano sempre più poveri. Un disegno internazionale è in atto, lo sanno gli attori principali della politica e dell'economia, non facile da capire se non si è nel "sistema". Il popolo? Che si arrangino, tanto........per quel che vale la loro sovranità! Divide et impera era la massima su cui è stato costruito e retto l'Impero Romano, oggi il "sistema", dividili e li potrai governare, tradotto liberamente. E piove sempre governo ladro, continua a piovere sul bagna......sco!!!
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Il testardo
22 Maggio 2014 alle ore 15:15:00
Direttore de Sanctis, ho visto e seguito attentamente l'intervista, come non condividere quanto da Lei preposto e proposto, però mi lasci ancora una volta, testardamente intervenire come faccio da tempo, proponendo quanto segue. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra.
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GUY FAWKES
22 Maggio 2014 alle ore 14:43:00
...Il Parlamento Italiano è stato esautorato dal Sixpack, Fiscal Compact e dal Trattato di Lisbona. Questa Europa, così come è non ci va bene. Qualunque decisione economica deve passare al vaglio della UE.Per questo tutto deve essere ripensato a partire dalla introduzione degli EUROBOND in maniera tale che il rischio finanziario sia equamente distribuito. Il Partito Popolare Europeo e i Socialisti Europei non ci sentono da questa campana e per questo occorre introdurre nel Parlamento Europeo un Terzo Polo. Queste elezioni sanciranno l'inizio di una Europa politica.Chiaro, semplice e senza giri di parole.
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