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Elezioni, candidature certe solo per il Pd. Il resto nel buio. E arriva la tegola dell'accorpamento del collegio di Levante con Giovinazzo
15 aprile 2009

Il 6 e il 7 giugno si vota per il Parlamento europeo e per il Consiglio Provinciale ma, nonostante l'avvicinarsi della scadenza, le candidature non sono ancora definite. Sicuramente, a determinare questo ritardo anche una certa indifferenza dei cittadini, ormai sempre più estranei alla vita politica e, in molti casi, non informati sull'imminente tornata elettorale, e, qualora lo fossero, hanno già deciso che non si presenteranno al voto, perché stanchi dalle continue promesse elettorali, confusi dai continui cambiamenti politici e sicuramente molto preoccupati da una crisi economica che giorno dopo giorno sta rendendo difficile la sopravvivenza. Per quanto riguarda le elezioni europee, dove, sicuramente, le posizioni che garantiranno l'elezione nei partiti più grandi (PDL e PD) saranno occupate dai big nazionali, tra i molfettesi si segnala la candidatura dell'ex sindaco Tommaso Minervini (per una nuova aggregazione “Sinistra e Libertà” che unisce il partito socialista e vari frammenti della sinistra radicale e dei verdi, con l'intento di superare la soglia di sbarramento del 4% prevista per accedere al Parlamento di Bruxelles) e una probabile candidatura di Vincenzo Ciccolella, presidente dell'omonima azienda floricola quotata in Borsa (leader in Europa per la produzione di rose e che ha acquisito in Olanda tre società florovivaistiche), con l'Udc di Pierferdinando Casini e il nuovo partito dell'ex sindaco di Lecce (Movimento “Io Sud”), attuale senatrice Adriana Poli Bortone. Ciò che riguarda più da vicino Molfetta sono le elezioni Provinciali, dove solo pochi partiti hanno ufficializzato le candidature. I primi a scendere in campo, peraltro tutti a sostegno del presidente uscente Vincenzo Divella, sono stati Nino Sallustio (Collegio Levante) e Tommaso Amato (Collegio Ponente) per il PD, in campagna elettorale già da metà febbraio; Francesco Azzollini (Collegio Levante) e Nicola Piergiovanni (Collegio Ponente) per Sinistra e Libertà, anche se la candidatura del primo potrebbe essere ritirata qualora i socialisti si presentassero con un unico simbolo assieme al Movimento di Nichi Vendola, ai Verdi e ad altri cocci della frantumata sinistra radicale, che potrebbero chiedere di candidare un loro uomo. Rifondazione Comunista, di certo, presenterà a Levante l'assessore provinciale uscente Antonello Zaza, e per l'altro collegio si pensa a Giovanni Porta, una candidatura di immagine per incrementare la percentuale di voti senza pretesa di elezione. Il consigliere provinciale uscente ex PD, Mimmo Cives, fa l'emplain e si candida in entrambi i collegi con IDV di Antonio Di Pietro. In attesa di conferme la candidatura del consigliere comunale Mauro de Robertis con la lista promossa dallo stesso Presidente Divella. Ancora non delineata, per quanto riguarda la Provincia di Bari, la posizione dell'UDC, in quanto non si comprende se si schiereranno con una delle due coalizioni o si presenteranno da soli con un proprio candidato Presidente, come è avvenuto per la Bat; a prescindere da questa decisione, i candidati dovrebbero essere a Ponente “mister 1.000 voti”, Pino Amato, e a Levante dovrebbe presentarsi un componente della famiglia Minuto, probabilmente Carmela, tenuto conto che il fratello Pasquale si è schierato con Salvatore Greco che ha abbandonato l'Udc per passare al Popolo della Libertà spaccando di fatto l'unità della famiglia che dovrà dividere i suoi voti fra i due partiti. C'è stata anche l'ipotesi di una candidatura di Lillino di Gioia alla presidenza della Provincia per l'Udc, ma poi lo stesso Di Gioia è stato indicato come coordinatore della Provincia di Bari e della Bat con Francesco Armenio, ex An, oggi con il Movimento “Io Sud” della Poli Bortone. In alto mare, o al massimo nomi senza alcuna ufficialità, le candidature del centrodestra dove contrasti interni al partito impediscono di indicare un nome certo. Di sicuro, per ora, c'è solo il nome del candidato Presidente, Francesco Schittulli, oncologo e presidente della LILT, la Lega dei Tumori. Dalla nuova federazione “Progetto Molfetta”, cartello politico nato appositamente per incrementare il potenziale di votanti alle elezioni provinciali e che unisce il Movimento per le Autonomie (rappresentato dall'assessore Mariano Caputo) e Molfetta in Azione (rappresentato dal vice-sindaco Pietro Uva) si prospettano le candidature del consigliere comunale Lele Sgherza e dell'assessore allo Sport Vincenzo Spadavecchia. La Puglia Prima di Tutto, il partito del ministro Raffaele Fitto, potrebbe candidare la consigliera comunale Adele Claudio, che, questa volta cambia coalizione e appoggia il centrodestra (alle ultime elezioni comunali aveva sostenuto, invece, il candidato sindaco del centro-sinistra, Mino Salvemini). Stranamente, nel neonato Popolo della Libertà, ancora nessuna candidatura ufficializzata. C'è chi giustifica questi con la nascita del nuovo partito, oppure il motivo è nei soliti continui impegni del sindaco (ma quelli, ormai, sono scontati e non fanno più notizia, ndr), oppure ci sono dissidi interni che impediscono la quadratura di candidature e la spartizione di poltrone. Il vice-segretario, Pasquale Mancini, l'unico che sembra avere la certezza della candidatura nel Collegio di Levante, si affretta a smentire se stesso e qualsiasi scontro e dissapori nel Popolo della Libertà cittadino, in linea col disprezzo per l'informazione non amica o di regime, fa attenzione a non rilasciare alcuna dichiarazione a Quindici, giornale che fino a quando ci sarà la libertà di stampa e di pensiero non rinuncerà ad esprimere liberi commenti e opinioni ai comunicati stampa/propaganda dei partiti, non limitandosi, come altra stampa, ad una fredda pubblicazione. E pensare che il partito di Pasquale Mancini si chiama… “Popolo della Libertà”. “Chi avrà il gradimento del partito – queste le sue ultime dichiarazioni – otterrà la candidatura”. A ritardare la presentazione dei candidati, sicuramente, è la scelta dell'uomo da schierare a Ponente, dove la contesa è tra i due assessori, Giulio La Grasta e Saverio Tammacco (con quest'ultimo in vantaggio e ufficiosamente già in campagna elettorale). Questo, ovviamente, dovrebbe determinare un bel rimpasto in Giunta, e il sindaco avrebbe il suo bel da fare nel soddisfare tutte le posizioni e garantire stabilità all'interno della Giunta. Questa, per il sindaco, potrebbe essere l'occasione propizia per inserire in Giunta una donna e soddisfare le richieste del TAR per la mancanza del gentil sesso nella sua Amministrazione. Probabilmente, agli assessori appena citati, il sindaco chiederebbe la loro poltrona in cambio della candidatura alla Provincia, ma a prescindere dalla loro elezione, e potrebbe essere proprio questa condizione a non convincere i contendenti che, in caso di mancata elezione al consiglio provinciale, sarebbero fuori anche dal consiglio comunale (da cui si sono dimessi a suo tempo per accedere alla carica di assessore), e nessuno vuole rischiare. Intanto il centro-sinistra cerca di approfittare di questi ritardi ed è già in campagna elettorale, ma, certamente, non è il tempo a spaventare il sen. Antonio Azzollini, che alle ultime elezioni Comunali, anche grazie alla sua forza economica, in poco meno di due mesi, ha organizzato la sua candidatura ed ha stravinto con una macchina elettorale mediaticamente impressionante. L'auspicio, a parte questo momento ingarbugliato della scelta delle candidature, è che si inizi a parlare di programmi, di azioni concrete che si vogliono intraprendere nel territorio e, soprattutto in caso di elezione a consigliere, si pensi a come dimostrare ai cittadini i risultati conseguiti, altrimenti l'ente Provincia (o quella che sarà la futura Area Metropolitana) continuerà ad essere percepita inutile, dispendiosa per le casse dello Stato e come un ulteriore spazio per i politici per la spartizione di interessi e poltrone. Chi vincerà questa volta? Per ora in polo position c'è il partito dell'astensione. Intanto sulla testa dei candidati di Levante è caduta una nuova tegola: la decisione del Prefetto di accorpare questo collegio di Molfetta con Giovinazzo. Una decisione assurda che provocherà nuovi ritardi nelle candidature, ma soprattutto litigi fra i candidati dello stesso partito nelle due città: uno di loro dovrà rinunciare, e non sarà facile.
Autore: Roberto Spadavecchia
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