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Edilizia, zona B4 concluse le indagini. Forse un nuovo sequestro delle palazzine a Molfetta
13 maggio 2008

MOLFETTA - E' già stata ribattezzata dagli organi di stampa la "Punta Perotti molfettese": nel frattempo, il sostituto procuratore di Trani, Michele Ruggiero, ha concluso le indagini sul caso dei presunti abusi edilizi nella zona B4 (nella vecchia zona 167, nell'area prospiciente l'ospedale) della città, con risultati di una portata considerevole: accusa di abuso d'ufficio per l'ex dirigente del settore Territorio del Comune, Giuseppe Parisi (archiviata, invece, la contestazione di falso), mentre per 15 persone, tra committenti, imprenditori edili e progettisti, l'accusa è di concorso in lottizzazione abusiva. Questi i nomi degli indagati: Giovanni Porta, Marco Emilio De Gennaro, Domenico Mastropierro, Michele Enrico Ranieri, Giovanna Mangione, Cosmo Gadaleta, Felice De Gennaro, Leonardo De Gennaro, Luciano Gadaleta, Giuseppe Pansini, Vincenzo Pansini, Domenico Valente, Francesco Paolo Arbore, Giuseppe Petruzzella, Antonio Curci. La vicenda, che per le penali milionarie in ballo (da 500.000 euro in su) rischia di tramutarsi in una autentica bomba pronta a deflagrare sugli indagati, fu aperta nel gennaio del 2007, quando il gip Francesco Zecchillo ordinò il sequestro, poi revocato dal Tribunale del Riesame ed ora nuovamente richiesto da Ruggiero. Nel frattempo le palazzine sono state completate e sono abitate. Alla base ci sarebbero gravi violazioni in rapporto a ciò che era previsto nel piano regolatore della zona, e cioè la semplice riqualificazione. Sotto la lente d'ingrandimento ben 15 palazzi, per un totale di 150 appartamenti (dei quali alcuni già abitati) e 200 locali commerciali: in pratica, un intero quartiere. La violazione della norma edilizia 380/'01 si sarebbe tradotta, al momento dei lavori, in un innalzamento dell'indice volumetrico rispetto a quello che avrebbe dovuto essere, una variazione che, si spiega, avrebbe comportato “una rilevante trasformazione della zona, con danno di rilevante gravità per il Comune, gravato di nuovi e maggiori oneri per la realizzazione degli standard urbanistici, quali parcheggi, scuole, e spazi verdi, e per la manutenzione degli impianti a rete”. In parole povere, sono sorti palazzi laddove avrebbe dovuto esserci la semplice risistemazione del verde pubblico. Quindi, nella tesi della Procura, si tratterebbe a tutti gli effetti di abusivismo edilizio, in quanto la costruzione degli immobili è scaturita dal rilascio di un permesso illecito, perché non in linea con il regolamento urbanistico: in base a ciò che affermava il Piano Regolatore, secondo il sostituto procuratore, Parisi non avrebbe potuto rilasciare il permesso. Ed in ogni caso, anche in presenza di un eventuale piano straordinario, si sarebbe posto - o si porrebbe - il problema di cosa fare degli stabili già costruiti, e di quali criteri seguire per quelli in costruzione. C'è una ulteriore componente a rendere più intricata la matassa, e in determinate contingenze ancora più problematica la mutazione morfologica che sta subendo la zona, ed è la particolare conformazione geologica del sottosuolo: sembrerebbe trattarsi nientemeno che di un canale di scolo idrico che trova origine addirittura nelle Murge. A proposito dei presunti mutamenti in corso d'opera, rispetto a quelli che erano i dettami del Piano Regolatore, presto alcuni abitanti della zona ci daranno l'opportunità di visionare le planimetrie e la documentazione annessa, una opportunità importante, perché sarà lì che, in sede di dibattimento, si giocherà la partita. Che porterà o al definitivo mutamento della fisionomia di un quartiere, o ad una mannaia pecuniaria nei confronti di 16 persone.
Autore: Vincenzo Azzollini
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