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Due milioni in cerca di lavoro: schizza la disoccupazione giovanile
15 febbraio 2011

Le prèfi che greche sulle scrivanie Istat: nenie funebri all’Italia in crisi, senza lavoro e con poche speranze di ripresa. Le statistiche raccontano un’Italia spaccata in due, sempre sull’orlo di un precipizio. I maggiori tassi di occupazione (rapporto tra gli occupati e la popolazione 15-64 anni) si registrano nel Nord Italia, ad esempio in Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige (68,5%) e Valle d’Aosta (67%). Nelle province di Bolzano, Bologna e Reggio Emilia sono circa 7 gli occupati ogni 10 unità. Piangono le regioni del Mezzogiorno, insabbiate da una situazione politico-economica ingestibile: abbandono delle istituzioni statali, saccheggio e inadeguatezza di amministratori e imprenditori locali, staticità del mercato e ritardo strutturale. Tasso di occupazione più basso in Campania (40,8%), Calabria (43,1%) e Sicilia (43,5%), se a Crotone, Caserta e Napoli sono occupate meno di 4 persone ogni 10 unità. Schizza il tasso di disoccupazione nazionale. Disoccupazione a 8,7% nel terzo trimestre 2010, con punte del 12,1% nelle regioni meridionali (valore più alto registrato dal 2004): più di 2milioni di persone in cerca di occupazione (la metà da più di un anno). Quasi 176mila lavoratori hanno perso il loro posto in soli tre mesi, rispetto ai 258mila su base annua. Drammatica la situazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni: tasso di disoccupazione al 29% (media europea del 20,6%), in aumento rispetto al 24,7% del terzo trimestre (27,7% nel primo trimestre 2010, +2,9% rispetto al 2009). L’università italiana è ormai una fucina di disoccupati e inoccupati: la riforma è insuffi ciente a cambiare la tendenza, se 38,6% è il tasso di inattività (+6% rispetto al terzo trimestre 2009). Le imprese e i territori vivono questa fase di passaggio in maniera insolita rispetto alle previsioni: attenuano il saldo occupazionale previsto (-178mila unità, pari al -1,5% dell’occupazione prevista per quest’anno, contro un -213mila e -1,9% del 2009) e sviluppano una diversa dinamica dei movimenti (assunzioni al +2,6%, uscite al -1,4%). Maggiori diffi coltà per le micro-imprese, legate al debole mercato interno e fi accate dalla crisi delle famiglie italiane e del medio compratore (dati Excelsior). «Il sistema produttivo italiano è vivo e vitale e sta mostrando di avere tutte le qualità per trainare il Paese verso una ripresa economica consistente » ha commentato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere. Secondo l’Ocse, invece, il tasso di disoccupazione in Italia ha toccato il 10,5% alla fi ne del 2010 (previsto un 18% nel Sud Italia). Occupazione e disallineamento qualitativo. L’Italia nel 2009 aveva 7 punti in meno rispetto al tasso di occupazione europeo (57,5% nazionale contro il 64,6% europeo): una lenta catabasi a confronto del 58,7% del 2008 (58,6% nel 2007). Intanto, l’occupazione nel 2010 cala al 56,8% (-0,2% rispetto al secondo trimestre 2010 e -0,8% rispetto al 2009). In particolare, al Sud l’occupazione registra un -2,1% (perse 135mila unità), stabile il Centro, mentre al Nord si attesta un -0,7% (-83mila unità). Decrescono anche l’occupazione femminile e maschile (-0,1% e - 1,5% rispetto al terzo trimestre 2009). Il 23% delle assunzioni non stagionali previste si orienta verso l’integrazione di fi gure professionali qualifi cate (marketing, infermieri, farmacisti, sviluppatori di software, venditori tecnici, agenti di vendita), ma le imprese denunciano il disallineamento qualitativo tra domanda e off erta di lavoro, per il ridotto numero di candidati o per la preparazione inadeguata: le imprese segnalano serie diffi coltà di reperimento, pari al 26,7% delle entrate programmate. Riduzione congiunturale soprattutto per agricoltura e industria, gli italiani mirano al lavoro autonomo (+0,4% su base annua). Puglia, piatta occupazione. 13,2% il tasso di disoccupazione in Puglia nel 2010 (+4,5% rispetto al tasso nazionale), occupazione ferma al 44,2% (piatta la linea degli occupati pugliesi dal primo al terzo trimestre 2010, poco più di un milione). Secondo Aldo Pugliese, segretario generale della Uil Puglia, «la disoccupazione, quella vera, percepita nella quotidianità, è ben più alta», una realtà che «che sembra interessare poco o nulla all’attuale classe dirigente, impegnata in beghe politiche che per nulla agevolano la risoluzione di una crisi che giorno dopo giorno impoverisce oltremodo classi sociali già di per se deboli e penalizzate». «La situazione dell´occupazione precipita mese dopo mese - ha dichiarato Fulvio Fammoni, segretario Confederale Cgil - invece d’interventi straordinari, il governo si contraddistingue per un immobilismo che assume oramai una caratteristica di straordinaria gravità». Altro che mercato delle marionette: il mercato del lavoro è un deserto arido e farinoso.

Autore: Marcello la Forgia
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