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Due milioni di euro in meno dallo Stato. Il Comune costretto alla manovra fiscale Più equità: imposta progressiva in base al reddito
15 settembre 2014

A mali estremi, estremi rimedi: il Comune deve far fronte ai tagli dei trasferimenti dallo Stato: due milioni e duecentomila euro di trasferimenti in fumo negli ultimi due anni e il consiglio comunale approva le delibere sulla ripartizione tributi relative alle imposte 2014. Un nuovo sistema di tassazione che risente, ha spiegato il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio nella sua relazione, “del taglio feroce, insensato e insopportabile da parte del Governo centrale del Fondo di solidarietà ovvero di quel portafoglio nazionale dal quale il Governo finanzia la vita dei Comuni. Su queste basi abbiamo lavorato tutta l’estate, cercando di costruire una manovra che fosse equa, giusta e che riducesse al minimo i danni delle scellerate scelte altrui sul portafoglio dei cittadini di Molfetta. Con una scelta precisa: distribuire, nei limiti del possibile, i relativi oneri in maniera tale che non vengano danneggiati i ceti meno abbienti già duramente e particolarmente provati dalla lunga crisi in corso”. IRPEF La compartecipazione all’addizionale comunale all’IRPEF è regolata dal Decreto Legislativo n. 360 del 29 agosto 1998 e successive modifiche. Per la prima volta l’aliquota diventa progressiva, quindi si pagherà in base al reddito secondo gli scaglioni indicati dal D.P.R. N. 917/1986, non modificabili dai Comuni. Negli anni passati era in vigore un’unica aliquota per tutti fissata allo 0,65%. Altra novità l’aumento della soglia di esenzione che è passata da 8.000 euro a 10.000 euro. Cinque gli scaglioni dell’aliquota: da 10.000 a 15.000 dello 0,60%, da 15.000 a 28.000 dello 0,65%, da 28.000 a 55.000 euro dello 0,73%, da 55.000 a 75.000 dello 0,77%, oltre 75.000 euro dello 0,80%. “Abbiamo fatto due scelte forti che vanno nella direzione del principio costituzionale della capacità contributiva”, ha spiegato il sindaco. L’Imposta Unica Comunale è stata introdotta dallo Stato con la legge di stabilità 2014 ed è composta da due componenti riferite ai servizi: la Tasi e la Tari (ex Tares, tassa sui rifiuti) e una di natura patrimoniale: l’Imu. Il Comune di Molfetta ha stabilito che chi pagherà l’Imu non pagherà la Tasi. TASI Il nuovo tributo è destinato alla partecipazione del finanziamento dei servizi indivisibili comunali (pubblica illuminazione, manutenzione delle strade, anagrafe, servizi di polizia locale, cura del verde pubblico, urbanistica e gestione del territorio, protezione civile, prevenzione randagismo) i cui costi per il Comune di Molfetta sono di 3.700.000 euro. “A Molfetta abbiamo fatto una scelta precisa - ha spiegato il sindaco - gli affittuari saranno esenti dalla Tasi. Non la pagano nemmeno in quota parte. Abbiamo voluto difendere gli inquilini, che in questo tempo di crisi sono fragili due volte: quasi sempre nel reddito e sempre nel patrimonio”. L’aliquota ordinaria è del 3,3 per mille ma con riduzioni legate al reddito e alla rendita catastale. Per immobili con rendita catastale da 253 a 350 euro, l’aliquota è ridotta allo 0,3 per mille per redditi fino a 10.000 euro, ridotta all’1 per mille per redditi da 10.000 fino a 33.500, ridotta al 2 per mille per i redditi da 33.500 fino a 50.000 euro. Immobili con rendita catastale da 350 a 700 euro l’aliquota è ridotta all’1 per mille per redditi fino a 10.000 euro e l’aliquota ridotta al 2 per mille per redditi oltre 10.000 euro e fino a 33.500 euro. Immobili con rendita catastale oltre 700 euro l’aliquota è ridotta al 2 per mille per i redditi fino a 10.000 euro. Sono poi previste ulteriori esenzioni per immobili di minor pregio, ovvero con rendita catastale fino a 253 euro, e aree scoperte pertinenziali o accessori che non pagheranno la Tasi e altre riduzioni di aliquote che potranno essere consultate nelle tabelle. TARI E’ la tassa sui rifiuti ex Tarsu e ex Tares. Si applica per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che copre l’intero corrispettivo dovuto all’Asm pari a 9.500.000 di euro. “Abbiamo rimesso in piedi la Asm - ha detto il sindaco - che quest’anno chiude per la prima volta con un pareggio di bilancio ma stiamo sopportando problematiche immani e anche costose legate all’obbligo di biostabilizzazione dei rifiuti indifferenziati prima del conferimento in discarica. Obbligo di legge che costa alla comunità un milione di euro all’anno. La Tari, quindi, subisce un moderato aumento, assolutamente necessario”. La tariffa finale ha due componenti una quota fissa legata al nucleo familiare e una variabile legata alla superficie immobiliare. Stessa composizione con quota fissa e variabile per le tariffe per le utenze non domestiche secondo le tariffe pubblicate on line. “Sul regolamento Tari – ha sottolineato Paola Natalicchio – proponiamo alcuni sconti legati a corrette abitudini e buone prassi che abbiamo inteso implementare e incentivare. Immaginando una Tari più alta per alcune utenze non domestiche, per esempio i distributori h24, e una Tari più bassa per le famiglie che usano l’isola ecologica, che avranno uno sconto di tassa, fino ad un massimo di 30 euro sul 2015; per le aziende che recuperano adeguatamente i rifiuti speciali, che avranno il 10% di sconto, stesso sconto del 10% per i locali pubblici che aderiscono alla campagna NO-SLOT e cioè che rinunciano a mettere nei propri locali le odiose slot machines che ammalano pezzi di città sempre crescenti di ludopatia”. IMU L’Imu non si applica sull’abitazione principale e agli immobili equiparati. L’aliquota ordinaria fissata dal Comune di Molfetta sarà del 10,60 per mille sulle “seconde case”. “Prima di ogni altra cosa - si legge nella relazione del sindaco - a Molfetta facciamo una delle scelte di scontistica sulla IMU tra le più coraggiose d’Italia: abbassiamo l’IMU fino al 7,8 per mille sugli immobili in comodato d’uso dati dal padre al figlio e su quelli locati a canone convenzionato. Tante famiglie, in città, comprano la seconda casa per il proprio figlio. Per aiutare le giovani generazioni, spesso precarie, a sopportare il peso di organizzare la propria vita e il proprio futuro con contratti di lavoro non duraturi e flessibili e con redditi ormai abbattuti”. VALORI VENALI PER AREE FABBRICABILI I valori sono stati ridotti allineandoli allo stato della pianificazione attuativa. Alcuni esempi rilevanti: le aree della zona B3 (del comparto 18) sono passati da 459,90 euro per mq a 290 euro per mq, nella zona D1 (del 3 ampliamento Pip) da 7,10 euro per mq a 4,85 euro per mq. “Negli ultimi anni - ha spiegato il sindaco - per suoli contrabbandati come immediatamente edificabili laddove non vi era alcuna concreta pianificazione attuativa i proprietari hanno pagato tasse altissime. Oggi diciamo più onestamente: finché il suolo non è edificato, non vi rubiamo il denaro dalle tasche”. Paola Natalicchio ha concluso che si tratta di “una manovra complicata e dolorosa. Stiamo cucendo su misura una manovra di entrate strettamente necessaria a finanziare le spese per rispondere ai bisogni essenziali dei cittadini di questa città: manutenzioni urbane, decoro cittadino, spesa sociale e stipendi dei dipendenti. L’unica alternativa a questa manovra, con riferimento all’ammontare del gettito previsto, era insomma tagliare drasticamente i servizi indispensabili e particolarmente quelli alle fasce più disagiate della popolazione. Una ipotesi per noi semplicemente irricevibile”.

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