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Droga, blitz all'alba: arrestati 16 narcotrafficanti
28 giugno 2002

MOLFETTA – 28.6.2002 Nuovo blitz dei carabinieri all'alba di ieri con la città sotto assedio. Cento uomini impiegati in una maxi-operazione antidroga per arrestare 16 persone (4 donne) colpiti da sentenza definitiva della Cassazione, che chiude l'operazione “Primavera” del 1994. L'indagine risale al periodo che va dal gennaio 1993 al marzo 1994 ed ha consentito di accertare un traffico di stupefacenti (hashish, marijuana, eroina e cocaina) tra Milano e Molfetta nel nord barese i cui sviluppi hanno portato all'esecuzione di 48 arresti nel febbraio scorso in prevalenza a Molfetta dove fu scoperto una sorta di bancomat dello spaccio di droga. Delle 20 ordinanze di custodia cautelare ne sono state notificate 16, quattro delle quali a donne del gruppo malavitoso, gli altri 4 sono latitanti, ma ormai hanno le ore contate. Le condanne definitive sono a pene variabili dai tre ai cinque anni di reclusione, tranne una a dieci anni che riguarda Alfredo Fiore, di 49 anni, che attualmente è detenuto per altri reati. L' organizzazione malavitosa - è stato detto durante un incontro dei militari con i giornalisti - era “perfetta”, con una struttura capillare a “cupola” che faceva capo a tre fratelli della famiglia Manganelli, tutti in carcere per altre condanne. I fratelli Manganelli - secondo gli investigatori - si occupavano sia dell'approvvigionamento della merce sia della loro distribuzione capillare tra i piccoli spacciatori, ma anche di redimere eventuali liti tra i componenti. Alle dirette dipendenze dei fratelli Manganelli erano alcuni “luogotenenti” con compiti specifici: alcuni dovevano occuparsi del coordinamento tra gli spacciatori e di sostituire elementi eventualmente arrestati in flagranza di reato; un altro era incaricato di “tagliare” l'eroina pura con la stricnina: a questo proposito, è stato ricordato che talvolta con tagli imperfetti è stata provocata la morte di qualche tossicodipendente. Nell'organizzazione - secondo le indagini - c'era ancora chi aveva il compito di “assaggiatore”, verificare che il carico di sostanze stupefacenti rispondesse ai requisiti delle contrattazioni. Molti altri, tra i quali molti minorenni, erano “vedette”, con l'incarico di dare l'allarme all'arrivo delle forze di polizia, trasportare armi. Le indagini hanno accertato che responsabile delle armi era Francesco Salinetti il quale aveva adibito a deposito di armi un sottano della città vecchia. Qui è stato scoperto un “banco prova” per eventuali modifiche e un lungo corridoio scavato nei sotterranei utilizzato per le prove. Tra i luogotenenti gli investigatori ritengono che avessero un ruolo di spicco Mauro Andriani, che si occupava del settore vendita della cocaina, e i coniugi Ferdinando Andriani e Anna Parisi che gestivano le “filiali” in Lombardia, soprattutto a Milano, e a Bisceglie (Bari). Per quanto riguarda in particolare la città di Molfetta, è stato accertato che lo spaccio avveniva nelle strade dove erano le abitazioni dei “capi”. Eventuali discordie - per alcune delle quali vi furono anche sparatorie con feriti - tra i sottogruppi per ottenere zone di spaccio considerate più ricche furono risolte con una turnazione con “turni” di circa 15 giorni per ciascuna zona. Chi sono gli arrestati e le condanne Le persone arrestate sono Grazia Andriani, di 33 anni, suo fratello Vincenzo, di 42, Maria Brio, di 50, i fratelli Antonio e Arturo Cormio, rispettivamente di 38 e 46, i fratelli Agostino, Cosimo Damiano e Giampaolo De Bari, di 49, 38 e 31, Angelo Tommaso De Biase, di 21, Cosimo Di Rienzo, di 31, Alfredo Fiore, di 49, Giuseppe Gadaleta, di 32, Sabino La Tegola, di 33, Anna Parisi, di 32, tutti di Molfetta, Grazia Sassaroli, di 43, di Bari, e Italia Tortosa, di 74, di Trani (Bari), madre dei fratelli Andriani. Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Ecco i nomi degli arrestati e le pene confermate dalla Cassazione nell'ambito della operazione “Primavera”: Grazia Andriani (1969) - 3 anni, 7 mesi e 26 giorni di reclusione; Vincenzo Andriani ( 1960) - 3 anni, 6 mesi e 5 giorni; Maria Brio (1952) - 4 anni, 6 mesi e 5 giorni; Antonio Cormio (1964) - 5 anni; Arturo Cormio (1956) - 5 anni; Agostino De Bari (1953) - 5 anni; Cosimo Damiano De Bari (1964) - 5 anni; Giampaolo De Bari (1971) - 5 anni; Angelo Tommaso De Biase (1981) - 3 anni; Alfredo Fiore (1963) - 10 anni; Giuseppe Gadaleta (1970) - 4 anni e 8 mesi; Sabino Lategola ( 1969) - 4 anni, 5 mesi e 2 giorni; Anna Parisi (1970) - 3 anni, 10 mesi e 5 giorni; Grazia Sassaroli (1959) - 3 anni, 7 mesi e 13 giorni; Italia Tortosa (1938) - 4 anni, 6 mesi e 5 giorni. Deve scontare 4 anni e 8 mesi di reclusione é invece la pena inflitta ad un collaboratore di giustizia di cui non sono state fornite le generalità e che si trova in una località protetta.
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