MOLFETTA - Non-risposta del sindaco Antonio Azzollini a Quindici: i maggiori oneri da 7,8milioni di euro per il porto commerciale di Molfetta sono l’effetto di un imprevisto nella realizzazione di una grande opera pubblica, perché il minimo errore o intoppo crea seri problemi logistico-economici. La città, che teme di dover versare di tasca propria quei «maggiori oneri», avrebbe meritato delle spiegazioni nella conferenza stampa con cui sono state illustrare le operazioni del primo dragaggio. Così non è stato.
Dribblata la domanda di Quindici, non si riesce ancora a sapere se saranno posti in bilancio (come e su quale capitolo) e da dove o da chi saranno rastrellati quei 7,8milioni di euro che il Comune di Molfetta deve versare all’Ati Cmc-Sidra-Cidonio per il ritardo nei tempi di esecuzione dei lavori, dovuto alla presenza dei residuati bellici in quantità superiore rispetto alle stime.
A un anno dalla delibera G.C. n.25 dell’1 febbraio 2010, il mistero resta, ma i lavori continuano «su tutti i fronti». Silenzi, giustificazioni, mezze risposte, anzi non-risposte, autorizzano a presumere delle anomalie: se tutto fosse stato limpido, sarebbe stata già data una doverosa spiegazione e oggi non avremmo avuto queste perplessità.
Propaganda politica? Ennesima promozione politica per le prossime elezioni nazionali e locali per il sindaco-senatore-presidente Azzollini, di fronte alla decomposizione del governo Berlusconi?
«Facciamo buona propaganda, come si fa sempre, perché la stampa che fa?», la replica del sindaco Azzollini che crede «utile» informare la città di «quello che accade, poi voi (rivolto ai giornalisti, ndr) darete i vostri giudizi». Per questo, terminati i lavori di primo dragaggio, sarà riconvocata una conferenza stampa per illustrare il nuovo step dei lavori, come anche in occasione del trasporto di ordigni. «Il problema vero è che l’opposizione è inerte - ha continuato, rispondendo alle accuse di propaganda politica mosse dall’opposizione cittadina - noi, invece, ci svegliamo alle otto la mattina e lavoriamo».
Stupisce la rapidità con cui è stata eseguita la bonifica dagli ordigni bellici nel fondale interno del porto di Molfetta, tant’è che il nucleo SDAI (Servizi Difesa Automezzi Insidiosi) sta continuando la bonifica del fondale nella cosiddetta “zona rossa”, come ha sottolineato il sindaco, a quasi 200 metri dalla punta della diga Salvucci. Nella foga, più operazioni continuano parallele, insieme allo smaltimento di rifiuti minori depositati sul fondale (foto).
Infatti, nel consiglio comunale del 6 agosto 2010, proprio il sindaco Azzollini aveva ribadito lungaggini nei lavori del porto, dovute alla presenza di oltre 7mila ordigni (4mila nella delibera G.C. n.25/10) e alle numerose autorizzazioni di una trentina di organismi pubblici (Prefettura Arpa, Ispra, Vigili del Fuoco, Forze di Polizia, capitaneria di Porto, Direzione generale marittima, Marina, Esercito, ecc.) per la rimozione e il trasporto di residuati bellici, spezzoni di aereo incendiari, mine anticarro, colpi anticarro e casse di munizioni. Una concertazione che non si realizza in così poco tempo.
Appare, dunque, “memorabile” la celerità di questa bonifica, trascinata per quasi un anno, affrettata negli ultimi mesi, anche di fronte ai 10mila ordigni rinvenuti dopo le recenti prospezioni. Dato parziale, come ha evidenziato l’ing. Gianluca Loliva, direttore operativo dei lavori, «ci sono una serie di zone che non sono state ancora prospettate e che riguardano la parte esterna». Tutta la parte interna al bacino è libera, «con tutti i certificati di bonifica e per questo possiamo lavorare almeno con il dragaggio - ha aggiunto - a breve saranno liberate le aree subito esterne all’imboccatura del porto».
Il dragaggio. Operazione completa a fine marzo, programmato per la prossima estate l’arrivo della seconda draga più grande, la «Dartagnan», che romperà lo strato più duro della roccia del fondale. La draga Vlandereen XVI, in azione da qualche settimana, «sarà in funzione solo in condizioni meteo favorevoli - ha spiegato l’ing. Loliva - ed è dotata di un grosso disgregatore rompe gli strati superficiali del fondale, la parte meno dura di fango e pietre, per poi spruzzarla nella colmata del bacino (nelle foto, ndr) con una grossa pompa aspirante».
Spese aggiuntive per la draga, rimasta ferma un anno dal gennaio 2010? «Nessuna spesa aggiuntiva - ha risposto a Quindici il direttore operativo - perché nel bando di gara era prevista la disponibilità per tutta la durata dei lavori della draga e, essendo questo un appalto a corpo come ha voluto il Ministero, non è possibile valutare il singolo costo del mezzo, che è incluso nella spesa complessiva».
Concluso il primo dragaggio (600mila m3, di cui 150mila m2 di sabbia, 400mila nell’attuale bacino, il resto per le altre opere), «sarà realizzato il secondo braccio di protezione del porto di Molfetta dalla testata della diga Salvucci verso Giovinazzo di una lunghezza di circa 800 metri e un ponte di collegamento tra porto, terraferma e statale 16bis, con l’eliminazione dell’attuale piattaforma di raccordo tra la diga e la terraferma per consentire un maggiore deflusso delle acque - ha aggiunto - e inizieranno i lavori del centro servizi direzionale di tutta l’attività del porto, posizionato proprio nel bacino che ora raccoglie la colata del dragaggio».
Altri tre anni per ultimare la realizzazione del porto (oltre il limite del 2012), se i lavori già eseguiti ammontano a circa 7milioni di euro, ma «
con lo sblocco del dragaggio faremo una grossa fetta di lavoro», secondo l’ing. Loliva. «
Io, al più presto possibile - la chiosa del sindaco Azzollini -
ma non si può prevedere una data perché opere complesse di un certo tipo trovano degli ostacoli».
Resta un neo, la profondità del dragaggio. Nove i metri della Vlandereen XVI, e non 14 metri, come si vorrebbero far intendere, mentre la Dartagnan, la draga più grande, dovrebbe raggiungere gli 11-12m. Secondo alcuni studi, con una draga con disgregatore (quella usata per il porto di Molfetta) la profondità dovrebbe almeno arrivare a 15m per medi e piccoli porti, oltre i 15m per i grandi porti commerciali: di contro, il porto non potrebbe accogliere grosse navi mercantile e porta-containers, ma solo motopesca, yot, piccole navi e navi ro-ro (traghetti, per lo più inutili a Molfetta). Con queste profondità, il porto di Molfetta non sarebbe poi tanto diverso dai porti viciniori, anzi si sarebbero spesi quasi 60milioni di euro per un gigante di cartapesta.
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