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Donna è un altro mondo
15 gennaio 2010

Lei, o mia dea, è una razza sconosciuta ai miei occhi. Le sue forme son canzoni soavi, il suo sguardo è un dolce miele che scivola tra le mie labbra. E. un vulcano di pensieri, lei è l.emozione in persona, la notte è mia sovrana, governa l’anima tempestosa e a suon di tuoni mi stordisce. Scossa magica o mia dea, lei è un pasto prelibato, un soffice dessert che vorrei gustare ogni momento. Lei è di un altro mondo, è una scoperta improvvisa per un uomo schiavo della sua bellezza. Prenda il mio cuore, lo faccia a pezzi, lo ricomponga, è suo, è di suo dominio. Ero imperatore, ora non più, m’inginocchio al suo sguardo tanto ammaliatore quanto traditore. L’ambizione e l’orgoglio si mettono in disparte, fanno quasi tenerezza insieme, lei mi ha rapito, è una ladra elegante, ha rubato il mio organo vitale, ne faccia tesoro, la prego, è il mio unico presente che posso donarle. Mi dica, da che parte dell’universo proviene, o mia dea, lei che di mistero e fascino fa di mestiere. Siete multiformi, fate della vostra dolcezza il più intimo erotismo, la sensualità è il nostro banchetto di corte, perché voi, creature malvagie v’impossessate della nostra ragione per renderla vacua? Eppure siete fatte di carne quanto noi, poveri umani, in preda alla follia e alla disperazione per queste divinità oscure, che ci illuminano ogni maledetto giorno. Siamo imperfetti senza la vostra anima consolatrice, siamo soli e falsamente spensierati, il pensiero va a voi, nostre uniche dee. Fate prigioniero il nostro amore, sconvolgete la nostra quiete per creare un armonioso inferno che zampilla di lava colma di passione e sfrenata lussuria. Divoratrici del pensiero di uomini impazienti che scavano nelle proprie profondità per trovare il motivo per cui morire per una lei, o mia dea. Datemi oro e argento, riempitemi di ogni miserabile ricchezza materiale, io sarò ancor più insoddisfatto; spogliatemi delle mie umili vesti, ma io amo, o mia dea, il vostro universo. Sono uno scrittore, forse un poeta, sacrifico cento e più di mille parole sudate col sangue e con il mio inchiostro vitale alla ricerca della felicità, della mela tagliata a metà, del mio essere congiunto con una lei, o mia dea. Guerre, scontri mortali, devastazioni, sono conseguenze di un amore spietato, infame che incita gli uomini a coltivar odio e ingenua vittoria. L’amata veglia ogni notte, è un animale dalle mille speranze, le vittime son tante ma felici di cadere nella trappola dell’amor profano. Ammetto, resisto a tutto tranne alle tentazioni, ricordo Il vecchio Oscar, morto per aver amato. La tentazione è donna, inneggio alla totale gioia di conquistare una dea, inneggio alla totale sofferenza per aver perso una dea, inneggio alla vita con una dea, mia compagna di viaggio.

Autore: Augusto Ficele
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