L’erezione del piccolo monticello sacro d’erba lussureggiante nei pressi del Seminario vescovile, a due passi dalla villa Comunale, sulla cui cima è stata eretta una croce in legno a ricordo dei 25 anni dalla morte di Don Tonino Bello, a distanza da poco più di un anno dalla visita pastorale di Papa Francesco per onorare la figura del nostro beneamato vescovo ha creato scompiglio negli animi dei cittadini molfettesi. Tra chi lo definisce “il Golgota”, a chi pensa che la spesa di 150mila euro sia eccessiva, sembrano rari i cittadini molfettesi che abbiano apprezzato il monumento. “Quindici” ha pensato di sondare dal vivo, con un’inchiesta quali siano i pareri dei cittadini molfettesi ed abbiamo posto le stesse domande a tutti gli intervistati. Luca, studente, 25 anni: La valutazione dei costi è a discrezione degli addetti ai lavori in cui non entro nel merito. Per quanto riguardo la spesa dei soldi, io penso che se nel preventivo sia stata calcolata la manutenzione ed eventuali migliori da apportare negli anni penso che la spesa non sia eccessiva. La posizione secondo me è pseudocorretta in quanto è nel fulcro del centro cittadino, più che altro essendo il monumento strutturato in chiave moderna, penso che stoni con tutto il contesto architettonico circostante, e fa sembrare il monumento qualcosa di meno rilevante o di poco valore quindi forse sarebbe stato meglio collocarlo da un’altra parte. Don Tonino avrebbe gradito? E’ una domanda difficile, in quanto ritengo che tutte le persone per le quali sono stati eretti monumenti non abbiano mai avuto manie di grandezza ma vengono omaggiate in questo modo perché sono diventati punti di riferimento valoriali e/o storici per una comunità. Non ho mai conosciuto don Tonino Bello, penso che però avrebbe gradito questo riconoscimento, non tanto per l’aspetto puramente estetico ma per il senso per cui è stato fatto: ovviamente non lo avrebbe riferito meramente alla sua persona, ma alla missione pastorale che ha condotto. Per me diventa così un monito, un baluardo dei suoi insegnamenti, un simbolo della fede cattolica che ha omaggiato. Dalila, studentessa, 25 anni: Secondo me la spesa eccessiva perché sono veramente tanti soldi spesi. Ora non so se l’Amministrazione abbia avuto dei finanziamenti o meno però è una spesa davvero eccessiva. Per quanto riguarda la posizione penso sia opportuna, in quanto il monumento con il prato verde annesso dà un bel tocco di colore. L’unica mia remora è l’inciviltà che ha sempre caratterizzato noi cittadini molfettesi, proprio in quella posizione molte macchine parcheggiano anche quando non dovrebbero quindi spero che non venga rovinato in alcun modo. Ovviamente non conosco di persona don Tonino Bello, mi sono formulata un parere sulla sua persona dai racconti di mia madre e di mia nonna, comprendendo il fatto che sia stato una persona umile e contrario allo sperpero di denaro quindi avrebbe evitato di spendere tanti soldi per un monumento che lo riguardasse. Eugenia, 25 anni, studentessa: Non sapevo fossero stati spesi 150mila euro e mi sembra un po’ eccessivo (c’è da dire che passandoci ogni giorno ho visto la costruzione dal vivo e ho constatato che i lavori sono stati veramente molto rapidi, probabilmente perché ben pagati). Per quanto mi riguarda il monumento non li vale, soprattutto quando si potrebbero migliorare tanti aspetti che riguardano TUTTA la cittadinanza, vedi le strade, il verde e il lungomare. La posizione attira sicuramente l’attenzione, perché credo che la strada che dalla villa Comunale porti al borgo sia quella più trafficata e a scorrimento lento, quindi il percorso rallentato fornisce la possibilità di osservare il monumento in tutta tranquillità. Inoltre la presenza della cattedrale alle spalle del monumento è coerente con mood religioso. Non avendo conosciuto don Tonino, mi sono fatto un’idea su di lui dai racconti dei miei parenti e credo che 150mila euro li avrebbe sicuramente investiti per aiutare i bisognosi, non per erigere un monumento in suo onore. Sara, 25 anni, lavoratrice zona industriale di Molfetta: Quando si parla di soldi pubblici, ovviamente ci sono molte altre cose che si sarebbero potute fare con questi soldi. Nonostante tutto, considerando la grandezza del monumento e la zona di verde attorno ad esso a mio parere il prezzo è stato più che giusto. Sicuramente il monumento è centralissimo è, anche se bloccati nel traffico, salta subito agli occhi. In più è posizionato all’inizio dell’area pedonale (la domenica) quindi penso che sia sicuramente il luogo migliore per avere visibilità. Non sono molto a conoscenza dell’operato di don Tonino, però alla fine non mi sembra molto sfarzoso quindi probabilmente sarebbe piaciuto anche a lui. Ilaria, 25 anni, lavoratrice all’estero: I soldi potevano ovviamente essere spesi in modo diverso. Scuole e ospedale sono fatiscenti a Molfetta. Ma poi qualcuno ha per caso interpellato i cittadini per creare questa porcata? La posizione è sicuramente scomoda, ma siccome la ritengo un’opera che non doveva esistere proprio, pure se l’avessero collocata in periferia mi avrebbe disgustato lo stesso. Don Tonino “si starà rivoltando nella tomba”, rimane l’espressione più idonea. Chi giustifica questo monumento con la frase “è per don Tonino” non ha chiaramente capito niente della sua persona. Don Tonino con 150mila euro (e temo ne siano stati spesi anche di più) avrebbe “sfamato” chi ha bisogno, non costruito simboli sterili e vuoti. Barbara, 25 anni, studentessa: Il costo è assolutamente eccessivo, penso ci siano altre priorità al momento per la città; proprio perché rappresenta un simbolo di fede poteva essere ridimensionato a qualcosa di più piccolo o meno dispendioso e utilizzare quei soldi per aiutare i più bisognosi, come penso sia prerogativa della chiesa. La posizione mi è indifferente. Penso che un esoso monumento in suo onore non sia in linea con i principi di vita di don Tonino, probabilmente non l’avrebbe mai permesso. Marina Francesca Altomare © Riproduzione riservata Davide: Il monumento in sé non è dei più belli che abbia visto, sicuramente avrebbe potuto essere fatto meglio. Il costo mi sembra spropositato per due motivazioni: non penso vada ad influire più di tanto sul turismo, quindi non porterebbe introiti per poterlo ripagare e soprattutto, nonostante io non abbia mai conosciuto don Tonino, penso che lo avrebbe ritenuto uno spreco di soldi che sarebbero potuti essere investiti in opere di bene a favore di indigenti, poveri e tossicodipendenti. Martina: Penso che sia molto bello avere un ricordo, anche per le strade, di don Tonino Bello. Il costo non penso sia stato eccessivo. Credo che la sua posizione non sia completamente idonea, poiché nel traffico non è ben osservabile. Credo che più che un monumento, don Tonino avrebbe preferito che, in suo ricordo, si seguisse maggiormente il suo esempio, aiutando il prossimo come lui ha fatto. Però questo è anche un modo per farlo conoscere ai più piccoli che, incuriosendosi, vorranno saperne di più sulla sua storia, oltre che un modo per sentirlo un po’ più vicino a noi. Vincenzo: Pensavo che il monumento sarebbe stato peggio, invece è stato realizzato abbastanza bene. Io non me ne intendo dei costi relativi ai monumenti, quindi non saprei dire se 150mila euro siano eccessivi o meno. Comunque hanno distrutto ciò che c’era prima, hanno inserito delle pietre nuove, hanno ingrandito la zona in modo tale che le persone possano sedersi e, considerati anche i trasporti dei materiali, è da comprendere che il costo sia stato elevato. Non credo che la stessa cifra sarebbe potuta essere spesa diversamente, perché sto notando molti interventi di riqualificazione per la nostra città. Per la posizione, dipende dalla prospettiva: se ci si passa in macchina naturalmente non ci si ferma a guardarlo, ma durante una passeggiata è molto evidente. Essendoci nei paraggi una pizzeria, una kebabberia e una gelateria mi sembra che sia stato individuato un buon punto in cui collocarlo. Don Tonino non avrebbe assolutamente gradito un monumento, ma al giorno d’oggi è stato idolatrato per la figura che ha rappresentato. Tania: Il monumento non mi piace, è esagerato e sproporzionato. Con la stessa cifra avrei preferito che fosse sistemato Rione Paradiso con parchi per bambini. Il monumento si nota perché hanno realizzato quella collinetta inutile, ma non è un bel vedere. Don Tonino non amava mettersi in mostra, ha sempre fatto tutto in privato. Andrea: Il monumento avrebbe potuto essere costruito meglio. Non pensavo fosse costato così tanto. Asfaltare le strade è una priorità per la nostra città, quel denaro avrebbe potuto essere investito diversamente. La posizione è giusta perché si trova in pieno centro. Secondo me don Tonino avrebbe gradito un monumento più sobrio secondo i suoi canoni perché il grande servo di Dio aveva accessori in legno, mai crocifissi dorati o quant’altro. Anche un semplice albero d’ulivo a costo zero sarebbe bastato e lo avrebbe rispecchiato di più. Marta: Don Tonino non avrebbe gradito un monumento a lui dedicato. Non è don Tonino che ha bisogno di un monumento, siamo noi molfettesi che abbiamo un urgente bisogno di ricordare e portare nel cuore i suoi insegnamenti e la sua testimonianza. Il luogo non aiuta, né la collocazione della “sua” Croce su una collinetta di terra quasi a simulare un Calvario. “Collocazione provvisoria!”: questo è uno dei messaggi più illuminati e carichi di speranza del nostro caro don Tonino. Francesco: Il monumento simboleggia un po’ il punto di vista della Chiesa: afferma di essere a favore dei più deboli ma al tempo stesso fa muovere somme di denaro importanti per la realizzazione di opere sfarzose che non aiutano minimamente coloro che ne hanno bisogno. Mi sembra uno spreco di soldi, in contrasto con la missione di vita di Don Tonino, il quale è stato sempre scelto dalla parte degli ultimi che continuano ad essere ignorati da una società indifferente. La posizione è sbagliata. Innanzitutto, può distrarre gli automobilisti di passaggio e, inoltre, visto che si tratta di un’opera dedicata a un uomo di Chiesa e di preghiera, sarebbe stato meglio scegliere un luogo tranquillo e lontano dal traffico. Il Vescovo non amava i privilegi ed è morto povero. Sono certo che avrebbe preferito che quei soldi fossero impiegati diversamente, per i poveri e i bisognosi. Gaia: Per me il monumento ha un grande valore simbolico e religioso. Sono convinta, però, che non basti un monumento per rendere Molfetta una città più religiosa, sebbene sia già un passo in avanti. Credo che la vista della croce, unita all’albero di ulivo, possa almeno tentare di intensificare il rapporto dei cittadini con la religione stessa. Sinceramente non pensavo si fosse arrivati a spendere tanto. Con la stessa somma si sarebbe sicuramente potuto fare altro, magari qualcosa di più urgente necessità. Non per questo sarei disposta a rinunciare alla presenza di questo monumento, che rappresenta la completezza della nostra città. La posizione in cui si trova è centrale e strategica perché nessuno può evitare di vederlo. Il grande problema è che poche sono le persone che, invece di gettarvi un’occhiata, lo osservano realmente, capendone il significato. A mio parere una persona come don Tonino non avrebbe mai chiesto di realizzare un monumento in suo onore, ma sono sicura che gradisca guardarlo da lassù perché potrebbe essere “un’ala di riserva” per quelle persone che vogliono cambiare il mondo e “mordere la vita”, allontanando l’egoismo. Sara Fiumefreddo © Riproduzione riservata Claudia, 21 anni: Il monumento dedicato a don Tonino mi piace, ma quei soldi che sono stati spesi per la costruzione del monumento potevano essere dati in beneficenza invece che essere utilizzati per quest’opera, anche se è molto bella e ricorda don Tonino. Il costo è sicuramente eccessivo, perché se don Tonino fosse vivo, avrebbe sicuramente dato quei soldi ai poveri, più che spenderli per un monumento, soprattutto in questo periodo. La posizione è sicuramente ottimale perché magari passando in macchina la si osserva, oppure molte persone che si fermano per mangiare un gelato o per prendere una pizza si fermano ad ammirarla. Nonostante questo, essendo comunque un’opera religiosa, se fosse stata costruita in un posto più intimo, qualcuno avrebbe pensato di guardare quella croce per fare una preghiera o pensare a don Tonino, non l’avrebbe guardata mentre mangia un gelato o in attesa del suo turno per ordinare una pizza, in quella posizione è diventata un’opera che molte persone guardano, senza far caso al vero significato. Ricordando don Tonino e il suo essere umile, credo che don Tonino non avrebbe gradito un monumento così grande e così costoso, un monumento più piccolo o in una posizione diversa in cui le persone avrebbero potuto dare un culto a quella croce sarebbe stato più che sufficiente. Annamaria, 55 anni: Il monumento mi piace, soprattutto perché è stato posizionato in una strada centrale e vicino al seminario vescovile. In più mi piace perché riporta un simbolo molto importante che è l’ulivo, da sempre un simbolo di pace, insieme alla croce che rappresenta la croce pettorale di don Tonino, che per tutta la sua vita si è impegnato per la pace. Questi simboli sono fondamentali per Molfetta, poiché è nominata “città della pace”. Credo che se il costo non sia eccessivo, ma non spetta a me giudicare questo aspetto, poiché io non sono un tecnico quindi non posso affermare che il costo sia eccessivo o meno. Io penso che questo monumento dedicato alla pace e don Tonino sia una bella cosa. È normale che ci siano anche altre operazioni che necessitano del denaro per essere svolte, ma questo non dovrebbe ostacolare la costruzione di un monumento commemorativo. Ho notato che a Molfetta, quando viene realizzato un monumento, si attua spesso il ragionamento per il quale quel monumento non dovesse essere realizzato e che i soldi spesi sarebbero stati utili per altre operazioni. Io credo che, ragionando sempre in questo modo, non si debba mai realizzare nulla. Quel monumento ha comunque reso più bello quel tratto di strada e ricorda una persona straordinaria che ha dato molto a Molfetta e a tutta la comunità. La posizione è giusta perché la croce è al centro della città, dove la gente, passando si ferma ad ammirare il monumento o comunque lo osserva passando. Conoscendo don Tonino, non credo che avrebbe condiviso la costruzione del monumento. Lui era molto pratico e umile. Nonostante questo, il monumento non serve a don Tonino, ma a noi che siamo rimasti legati alla sua persona, a noi che lo abbiamo conosciuto e ai giovani per tramandare il suo pensiero. È un modo per ricordare a tutti don Tonino e soprattutto quello che ci ha lasciato. Pasquale, 55 anni: È un bel monumento, mi piace anche il posto dov’è stato posizionato, credo non potessero scegliere una posizione migliore, poiché è stato costruito vicino al luogo che è stato la sua casa. Il monumento è molto bello, serve a ricordare don Tonino e credo che ci fosse bisogno di qualcosa che ricordasse lui e quello che ha fatto. Il prezzo non mi sembra per niente eccessivo perché secondo me è il pensiero che conta, il desiderio di voler ricordare una persona fantastica, alla quale non interessava del denaro. È vero che Molfetta necessita di denaro anche per altri progetti, ma io credo che sia fondamentale creare un monumento che possa rammentare ai cittadini di un personaggio come don Tonino, non solo ora, ma anche tra cinquant’anni o più, quando tutti i cittadini non potranno dire di averlo conosciuto di persona. È questo il vero scopo del monumento: ricordare a chi verrà dopo di noi questa persona tanto buona e cara, che ha dedicato la sua vita alla gente. Lui avrebbe sicuramente speso i soldi in maniera diversa, ma è stata la gente a voler questo monumento a Molfetta. Il minimo che si potesse fare a Molfetta è costruire un monumento per una persona con un grande cuore, che ha fatto tanto nella nostra città. Le persone avrebbero voluto passare più tempo con lui, proprio questo per me questi soldi sono stati veramente spesi bene. Questo monumento mi dà la certezza che anche tra mille anni, quando un turista visiterà Molfetta, verrà a conoscenza della vita di un grande uomo e del suo legame con la nostra città. Sara Mitoli © Riproduzione riservata G. R. : Don Tonino usava una croce semplice, di metallo, senza valore mentre altri prelati indossavano croci di metalli preziosi. Don Tonino aveva scelto la povertà, non avrebbe lasciato che fosse spesa una simile somma di denaro per un monumento. Lui avrebbe usato questi soldi per i poveri, per i malati, per gli emarginati, per i disoccupati. Tanti anni fa le sue lotte, a fianco degli operai, che stavano perdendo il posto di lavoro presso la ferriera di Giovinazzo. Se proprio si doveva realizzare un monumento doveva essere posizionato in un luogo degradato della città, un luogo da valorizzare invece, è stato posizionato in centro, già abbellito da palazzi antichi, parchi ed altri monumenti. Basta spostarsi di poco, nei quartieri vicini e si vedono palazzi sgretolati, strade sporche, si vive in una situazione di isolamento. I tanti parchi senza giochi o chiusi. Don Tonino avrebbe pensato ai bambini. A. F. : La simbologia della croce. Già il fatto di citare, continuamente, il momento peggiore della vita di Gesù (sebbene abbia aperto al miracolo della rinascita) invece di scoprire come viveva, come aveva vissuto e ricavarne degli esempi, degli insegnamenti, è una reiterazione del già detto senza passare ai fatti. In sintesi quale utilità ha il monumento? La bellezza? Sì, non è brutto, ma è stato costruito con i soldi dello Stato che è laico. Rispetto alle tante zone di degrado che ci sono nella città, non si potevano recuperare uno dei luoghi più abbandonati? Ci sono dei musicisti molfettesi che stanno proponendo un progetto chiamato “Musica verso degrado”. Scelgono luoghi appunto degradati e si esibiscono. Forse non avremmo ricordato la grandezza di Cristo ma lui sarebbe vissuto in mezzo a noi. C. M. : Non penso che la scelta del monumento sia stata una scelta giusta, la sua visione, è stata impressionante, specie per l’inclinazione del terreno che faceva pensare al Golgota. Senza nulla togliere alla sacralità del simbolo, il monumento andava edificato in un luogo più spazioso invece che tra palazzi ed esercizi commerciali, tra cui una banca. D. L. L. : La croce, artisticamente parlando, è molto bella, ma il luogo scelto non è quello adatto, soprattutto per la sua posizione sopraelevata. Sarebbe stato più adatto posizionarla in un giardino. Molfetta avrebbe bisogno di un monumento ai caduti in mare o agli emigranti che hanno reso grande il nostro Paese con il loro lavoro, di croci e di chiese ce ne sono già tante, purtroppo.