Domenica a Molfetta si celebra la Giornata del Settimanale diocesano Luce e Vita
MOLFETTA - Sarà celebrata domenica la Giornata del Settimanale diocesano Luce e Vita.
Il vescovo mons. Luigi Martella, per l'occasione, ha scritto un articolo che vi proponiamo:
«Luce e Vita, il nostro settimanale diocesano, con oltre ottanta anni di informazione e di memoria: una giornata per ricordare. Il titolo stesso esprime la finalità, forse ambiziosa ma vera. Non uno strumento per diffondere mille fatterelli di cronaca messi uno in fila all'altro – scrive il vescovo -. Bensì un unico intento: essere autentici e propositivi, veicolando messaggi costruttivi e valori concreti, in una prospettiva di condivisione ma anche di critica responsabile.
“Luce e Vita”, dunque, punta ad offrire un'informazione chiara e puntuale sulla vita della Chiesa diocesana, rivolgendosi ai tanti abitanti di un territorio articolato e denso di cultura e tradizioni, cresciute a stretto contatto con il vissuto ecclesiale. Certo, oggi, può apparire impresa ardua e inefficace continuare ad affidarsi allo strumento cartaceo per comunicare.
Le nuove tecnologie, infatti, e il bisogno di messaggi capaci di raggiungerci in tempi estremamente rapidi, rendono difficile l'attenzione alla carta stampata. Eppure il nostro Settimanale resta e rimarrà un modo difficilmente sostituibile per esprimere con chiarezza quanto si pensa e si sente.
“Luce e Vita” con il supplemento “Luce e Vita Giovani” vuole continuare ad essere una risorsa di collegamento e di comunione. Agile, semplice, efficace, giovane, come la gran parte di quelli che compongono la redazione.
Avrà gli occhi aperti sul territorio, sarà attento a captare le voci: per intenderle e non fraintenderle; soprattutto per interpretarle. Non avrà timore di rappresentare la voce “altra” rispetto alle “musiche”, talvolta dissonanti, delle opinioni dominanti.
Vuole farlo come Benedetto XVI ha raccomandato nel recente messaggio per la 42ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, scegliendo, cioè, di “cercare la Verità per condividerla”, non attraverso la strada del “protagonismo”, ma quella del “servizio”».