Domenica a Molfetta presentazione del volume “Gli scultori Verzella tra Puglia e Campania – Committenza e devozione”
MOLFETTA - Frutto di un minuzioso decennale lavoro di ricerca, è giunto alle stampe, lo scorso mese di gennaio, il volume “Gli scultori Verzella tra Puglia e Campania – Committenza e devozione” di Antonio Faita, edito da Mario Congedo Editore (Galatina).
Già nel 2009 lo studioso Faita ha compiuto una prima sortita in terra molfettese rendendo pubblici i primi risultati della sua ricerca nel corso della conferenza “Francesco e Giuseppe Verzella, scultori napoletani: tra Campania e Puglia”, ottenendo l’unanime consenso del pubblico che nella serata dell’10 agosto gremì la chiesa di san Gennaro e che attendeva con ansia il completamento dello studio.
A Faita sono attribuibili due importanti meriti, peraltro sottolineati nella prefazione recante la firma di uno specialista del calibro del prof. Gian Giotto Borrelli, mentre la presentazione è stata curata da Elio Pindinelli. Il primo è quello di aver restituito dignità alla scultura ottocentesca, osando addentrarsi sino alla metà del XIX secolo nel campo della statuaria lignea napoletana, caratterizzata da un inestricabile connubio tra le prime influenze neoclassiche e il tardobarocco. Questi scultori dovettero infatti fare i conti con le committenze, che chiedevano prodotti “realistici” da destinare alla pubblica venerazione degli strati sociali più bassi lasciando scarso spazio all’estro inventivo e alla maturazione artistica degli scultori stessi. In secondo luogo l’autore ha saputo coniugare sapientemente la descrizione e catalogazione critica delle opere alla ricostruzione di una famiglia di intagliatori la cui produzione artistica ad oggi accertata si è tramandata per diverse generazioni. Assai confusi, infatti, prima dello studio del Faita, erano i rapporti di parentela tra i vari componenti del clan “Verzella”.
D’altro canto, Molfetta ha un grande debito di riconoscenza verso la bottega dei Verzella. Nel territorio cittadino si custodiscono autentici capolavori che senza timore possono essere considerati l’apice della produzione artistica di Francesco e Giuseppe. La nostra “Assunta” esprime il massimo dell’arte di Francesco, il quale la scolpì per la erigenda Confraternita che quest’anno celebra il Bicentenario della Fondazione. Le successive tre “Assunte” scolpite per Monte di Procida (Na), Caivano (Na) e Castello d’Alvito (Fr) riprendono lo schema compositivo della prima con scarse novità.
Anche la Madonna del Buon Consiglio e il san Luigi esistenti nella chiesa di san Gennaro, la Madonna del Carmine della chiesa di san Pietro, il san Giovanni Battista e il san Giovanni evangelista conservati presso il Museo Diocesano, sono tutte opere recanti il “marchio” Verzella, oltre all’amatissima e venerata immagine della Compatrona della città, la Madonna dei Martiri, custodita nell’omonimo santuario. È sufficiente spostarsi qualche chilometro nell’entroterra per trovare un’altra opera proveniente dalla stessa bottega: la Madonna della Misericordia nella chiesa omonima di Terlizzi.
Nella mattinata di domenica 22 marzo, alle 11, presso la sala Conferenze del Museo Diocesano di Molfetta, con la collaborazione della cooperativa FeArT, il volume sarà presentato alla cittadinanza per interessamento della Confraternita dell’Assunta in Cielo che ha voluto patrocinare l’evento inserendolo nel programma dei festeggiamenti per il Bicentenario della Fondazione. La presentazione sarà introdotta da Franco di Palo.