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Documento del Consiglio diocesano di AC sulla crisi libica e sull'accoglienza dei profughi
30 marzo 2011

MOLFETTA - Riunito in data 28 marzo, come cita un comunicato stampa, il Consiglio diocesano di Azione Cattolica ha discusso ampiamente e approvato un documento in cui si pongono criticamente alcune questioni relative alla situazione libica e all'accoglienza degli immigrati, sollecitando una presa di posizione anche da parte Diocesi centro-settentrionali.  
«Le recenti vicende inerenti la crisi libica e i fermenti nord africani e medio orientali in atto, ci spingono ad esprimere alcune riflessioni rispetto alle modalità con cui la comunità internazionale ed in particolare l’Italia, stanno intervenendo in merito.  La sbrigativa risoluzione del conflitto libico con incursioni di tipo militare segna evidentemente una decisa sconfitta della forza della diplomazia nazionale ed internazionale.
Ci chiediamo il senso, il valore e la funzionalità di realtà come l’Onu, che dovrebbero fare del dialogo e della capacità di persuasione le armi più efficaci per la reale difesa delle popolazioni civili. Stiamo assistendo ad una avvilente spersonalizzazione dei profughi tunisini e libici, che hanno messo a rischio la propria vita per raggiungere lidi più sicuri, ridotti ora a problema da palleggiarsi, a ingombro da accettare o rifiutare o trasferire.  
Come comunità civile e religiosa chiediamo a gran voce all’Europa ed allo Stato italiano una riconsiderazione della loro presenza in chiave umana, attraverso un’accoglienza dignitosa e solidale.   Dissentiamo da un agire politico che, in nome di forti interessi economici, intrattiene rapporti con governi dittatoriali e irrispettosi dei diritti umani, salvo poi dissociarsene quando ormai è troppo tardi. Vogliamo appartenere ad uno Stato che non tolleri la produzione e la vendita di armi smerciate negli stessi Paesi contro i quali interviene militarmente. 
Invitiamo tutte le realtà sociali e di volontariato, che operano nei nostri territori, a farsene carico, condividendo il disagio ed affrontando concretamente l’emergenza umanitaria.   Invitiamo anche  le diocesi del nord Italia, dove più forti emergono le spinte alla chiusura ed al rifiuto di questi fratelli in difficoltà, ad esprimersi decisamente per l’accoglienza  Siamo consapevoli che il nostro dissenso di cittadini e di cristiani, per non rimanere voce che grida nel deserto, deve tradursi in pressante richiesta ed esercizio di controllo affinché i nostri rappresentanti in Parlamento, a qualsiasi schieramento appartengano, ascoltino le nostre istanze e tengano in debito conto, nelle emergenze come nell’ordinarietà, il peso della nostra posizione, che ha radici evangeliche. 
Ci impegniamo come aderenti di Azione Cattolica a promuovere la sensibilizzazione delle coscienze e a vivere gesti concreti di solidarietà, che diano credibilità alla nostra testimonianza».

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