Dirigenti comunali “a vita” Azzollini ipoteca l'amministrazione di Molfetta
Un vulnus alle istituzioni democratiche. L’amministrazione Azzollini, come ha scoperto “Quindici” con uno scoop, ha rinnovato il contratto ai 4 dirigenti del Comune di Molfetta: due gli esterni di nomina politica, il dott. Giuseppe de Bari, dirigente dei settori Socialità ed Economico- Finanziario, e il dott. Mimmo Corrieri, dirigente del settore Affari Generali. E due funzionari subapicali, collocati in aspettativa senza assegni dal posto d’organico ricoperto, il dott. Enzo Roberto Tangari, dirigente dei settori Demografia-Appalti e Sicurezza, l’ing. Enzo Balducci, dirigente dei settori Territorio (ad interim) e Lavori Pubblici. Solo il dott. Giuseppe Lopopolo, dirigente del Settore Tributi, ricopre il suo incarico a tempo indeterminato. ECCESSO DI POTERE La delibera «Illegittima e foriera di responsabilità erariale». Così l’opposizione ha definito la delibera GC n.124/12 nella richiesta protocollata lo scorso 24 agosto con cui ha chiesto la convocazione d’urgenza del Consiglio comunale e l’annullamento della delibera stessa che, stravolgendo la ratio legislativa vigente, potrebbe anche riaccendere i fari della Procura della Repubblica su Molfetta. Del resto, se un dirigente resta sulla sua poltrona a vita, chi amministra realmente la città? Un rischio ribadito in consiglio da Giovanni Abbattista (Pd) e Nicola Piergiovanni (Sel), ma rilanciato da tutta l’opposizione perché il provvedimento non solo ipoteca la gestione azzolliniana del Comune da parte dei dirigenti di nomina fiduciaria, ma frustra le prerogative del futuro sindaco di Molfetta. Tra l’altro, prima di rinnovare i contratti dirigenziali, sarebbe stato opportuno ottenere il parare di un organo istituzionale superiore come il Ministero del Lavoro o dell’Economia e Finanze. La stessa futura amministrazione potrebbe anche licenziare i 4 dirigenti, innescando esosi contenziosi con il Comune, pagati però dai contribuenti molfettesi. È anche trapelata negli ultimi giorni un’agghiacciante mossa a sorpresa di Azzollini in Parlamento, che sanerebbe questa situazione poco trasparente da lui stesso creata: un emendamento per superare le percentuali nella nomina dei dirigenti di fiducia fissate dal comma 6 quater dell’art.19 del D.Lgs. n.165/01 (limite del 10% della dotazione organica della qualifica dirigenziale), ma solo in caso di comprovata motivazione (guarda caso, la dimostrazione che il rinnovo sia indispensabile per il corretto svolgimento delle funzioni essenziali dell’ente). LE CRITICITA’ In consiglio Abbattista ha anche evidenziato due gravissimi aspetti. Innanzitutto, l’assenza del parere di congruità da parte del segretario generale del Comune di Molfetta, dott. Michele Camero, e del dirigente del Settore Affari Generali, per altro in una situazione di palese conflitto d’interessi (Corrieri ha goduto del rinnovo contrattuale come dirigente di nomina politica). E poi la possibile violazione dell’art. 9 del Decreto Legge n.78/10, secondo cui le amministrazioni locali «possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009» (comma 28). Per l’opposizione si sarebbero concretizzati «responsabilità erariale ed illecito disciplinare ». Circostanza che non è stata rilevata dal dirigente del Settore Economico-Fiunanziario perché il provvedimento non avrebbe una rilevanza contabile, nonostante appesantisca di fatto la sofferenza finanziaria del Comune di Molfetta e possa anche violare la spending review varata in Parlamento. Del resto, i contratti a tempo determinato devono essere in quantità inferiore al 50% della spesa del personale andato in pensione l’anno precedente (in questo caso nel 2011). E forse il rinnovo dei 4 contratti oltrepassa questa soglia: per Abbattista il limite sarebbe stato già superato per quasi 200mila euro. Come per l’interpellanza del consigliere Pino Amato (Udc), nessuna risposta dalla giunta e dal sindaco Azzollini, stranamente arrabattata dall’organo dei Revisori dei Conti. DUBBIA LEGITTIMITA’ Il rinnovo si basa sul Decreto Fiscale 2012 (Legge n.44/12) che amplia il limite percentuale per il conferimento degli incarichi dirigenziali a termine. Ma la giunta Azzollini lo ha applicato in toto ai contratti dei 4 dirigenti, nonostante la nuova normativa non si riferisca ai contratti di diritto privato (nomina politica). Questo il vero dubbio di legittimità. Sono, perciò, in discussione i rinnovi dei dirigenti de Bari e Corrieri: il primo ex consigliere di Forza Italia a Molfetta, il secondo già assessore al Bilancio, Finanze e Programmazione della prima giunta Azzollini, assessore Pdl detronizzato nel secondo mandato di Azzollini per la questione delle quote rosa. Inoltre, proprio i contratti di de Bari e Corrieri non scadono il 31 dicembre 2012, ma sono «strettamente correlati alla durata del mandato elettivo del Sindaco», dunque decadono con la decadenza di Azzollini. Lo stesso Decreto Fiscale consente un unico rinnovo per gli incarichi dirigenziali a tempo determinato in corso e con scadenza al 31 dicembre solo «con provvedimento motivato». Ma la giustificazione della delibera è quantomeno ipotetica e risibile, dunque non ha i caratteri di «provvedimento motivato». Secondo la delibera, siccome Azzollini si dovrebbe dimettere 180 giorni prima rispetto alle elezioni del 2013 (dimissioni che stanno assumendo i contorni dell’ennesima panzana di Pulcinella), cesserebbero le funzioni dei dirigenti comunali, il cui incarico è legato al mandato del sindaco: quindi, il Comune «si ritroverebbe privo delle figure dirigenziali con la conseguente impossibilità ad assicurare lo svolgimento delle funzioni essenziali». Insomma, un mero artificio politico, che non giustifica in nessun senso il provvedimento giuntale assunto.