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Dialogo a Molfetta tra Lino Patruno e Felice de Sanctis sulla verità dell'Italia meridionale: "Il meglio Sud" Confronto all’Associazione “Il Salotto” fra i due giornalisti sui problemi del Mezzogiorno e sulle possibili soluzioni
Sabrina Monaco, Felice de Sanctis, Lino Patruno
12 novembre 2017
 MOLFETTA - Cosa hanno in comune la prima cattedra di Astronomia in Italia, la prima cattedra di Economia al mondo, il primo cimitero italiano per poveri, il primo Codice Marittimo al mondo, il primo intervento di profilassi antitubercolare in Italia, il primo orto botanico in Italia ed il primo teatro lirico d'Europa? Sono solo una piccolissima parte dei traguardi toccati dal Sud Italia, prima dell'Unità nazionale.

 Il Meridione dipinto da sempre come la parte d'Italia più arretrata, povera, incolta ha un'altra storia da raccontare. Una storia sotto la storia. La verità è che il Sud Italia, annesso al Regno di Sardegna, è diventato un po' colonia del Nord Italia lontano da quello status di ricchezza, da quel divario economico con il Sud che alcune delle regioni settentrionali vogliono far credere, fino a chiedere l'autonomia fiscale se non proprio la secessione (vedi Lombardia e Veneto). Un passo, quest'ultimo che difficilmente avverrà, perché il Nord ha un vitale bisogno del Sud, soprattutto dal punto di vista fiscale.

 Una dura verità dimostrata, con la precisione che solo i dati statistici possono assicurare e con un amore incondizionato per il Sud, da Lino Patruno scrittore e direttore della scuola di giornalismo dell'Ordine di Puglia, nel suo libro "Il meglio Sud" presentato presso la sala conferenze del Museo diocesano dall'Associazione culturale "Il Salotto", con la preziosa presenza di Felice de Sanctis. Il giornalista economico della "Gazzetta del Mezzogiorno" e direttore di "Quindici" ha infatti provocato Patruno sui temi caldi che toccano oggigiorno il Sud Italia, insieme ai numerosi interventi del pubblico presente.

SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE “QUINDICI” IN EDICOLA ALLA FINE DELLA SETTIMANA, IL CONTENUTO COMPLETO DELL’INTERESSANTE CONFRONTO FRA I DUE GIORNALISTI

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Autore: Daniela Bufo
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Sono stato ragazzo dell'Azione Cattolica
13 Novembre 2017 alle ore 03:37:06
Non mi ci raccapezzo più! Allora il tessitore, i carbonai, la carboneria, i fuochisti, i mazziniani, i garibaldini, obbedisco, qui si fa l''Italia o si muore, il Micca e tutto quello che sta intorno e scritto sui libri scolastici e non solo, i maestri e gli insegnanti, le ripetizioni storiche, i brutti voti presi in storia, son tutte bugie? Tutto da rifare? Due o tre generazioni raggirate? Morti e vivi ancora esistenti defraudati anche nella libertà e fede storica defraudata e violentata? Un gioco sporco, barbaro e incivile! Mi sento violentato nell''intimità dell''anima: allora chi sono? Italiano, meridionale, uomo del Sud, un terrone, dov''è la mia identità? Dove andare a cercarla? Leggo: "Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni. E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni "anti-terrorismo, come i marines in Iraq: Non sapevo che nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell''invasione, da Sud, per redimere l''Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa). Ignoravo che, in nome dell''Unità nazionale, i fratelli d''Italia ebbero pure il diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma. E che praticavano la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile.........(Tratto da TERRONI di Pino Aprile)


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