Della Bellezza
Scheda
La bellezza è la comunione del sentire, la comunione dell’amare e del vivere, la bellezza è il sogno, la fantasia, la bellezza di un racconto intorno al fuoco. Perché come sosteneva Camus nell’ Uomo in rivolta «C’è la bellezza e ci sono gli oppressi. Per quanto difficile possa essere, io vorrei restare fedele ad entrambi». Perché la bellezza è la libertà degli eguali. Questa è una forma di libertà la cui espressione non può essere espressa dall’azione individuale, ma nell’azione collettiva di un movimento, il cui fine è la costruzione di una democrazia radicale. Ciò che caratterizza la libertà degli eguali è il ruolo prioritario che in essa riveste l’uguaglianza. Infatti, essa è la libertà di quella parte dei senza parte, come i plebei o i piqueteros (movimento politico argentino), che nel momento in cui riconoscono la loro uguaglianza di capacità si riscoprono in grado di creare autentiche esperienze di vita. L’affinità tra tecnica e arte, tra il creare le cose secondo la ragione e il crearle secondo l’immaginazione, è qualcosa di molto antico. Siamo oggi in grado di prospettare la possibile unità delle due dimensioni: la società come opera d’arte? Siamo in grado di garantire che le azioni degli individui siano sottratte all’inautenticità dell’assorbimento entro le logiche della tecnica e del capitale? Gli autori di questo libro ci hanno creduto, ci credono pur nella consapevolezza della nostra precarietà, della finitezza della nostra esistenza. Una siffatta “filosofia della soglia”, che crediamo costituisca il senso positivo della proposta, è non solo una scommessa teoretica ma anche un’inquietudine etica: scommessa teoretica perché ridisegna la scena del confronto fra l’essere e il non-essere, individuando nel non-so-che che è quasi niente una nuova figura che scompagina e scombina le normali prospettive logiche, per cercare piuttosto un nuovo punto di vista che la orienti; inquietudine etica perché il disporsi sulla soglia inconsistente fra la vita e la morte consente un rovesciamento radicale della comprensione di noi stessi in rapporto alle cose. Perché là dove ogni resurrezione è diventata impossibile e naufraga qualsiasi consolante promessa di future armonie, si apre l’accesso alla vera salvaguardia delle cose e degli esseri. Da questa consapevolezza, che nega ogni speranza che trascenda i limiti della vita, nasce il bisogno dell’ospitalità e della custodia delle cose e degli altri esseri con i quali entriamo in relazione vivendo, a salvaguardia e in ragione della loro precarietà.a cura di Marino Centrone, Rossana de Gennaro, Massimiliano Di Modugno, Silvia La Piana, Giacomo Pisani