Delitto Bufi, al nuovo processo di Appello confermata la condanna alla consulente Tricarico per falsa perizia
MOLFETTA – Delitto Bufi, altro round ieri in Corte di Assise di Appello, dove è in corso un nuovo processo dopo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione dell’imputato Domenico Marino Bindi, 65 anni, ex professore di educazione fisica che aveva una relazione extra coniugale con la vittima, Anna Maria Bufi (foto) trovata morta sulla SS16 bis la notte fra il 3 e il 4 febbraio ’92.
Ieri è stata confermata la condanna della 54enne Maria Tricarico di Manfredonia, per falsa perizia, a 1 anno di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, pena sospesa). La donna aveva l’incarico di trascrivere l’intercettazione ambientale del colloquio fra Onofrio Scardigno (imputato di favoreggiamento e poi assolto) e Michele Nanna. La frase che farebbe riferimento a una confidenza del Bindi a Scardigno sarebbe stata “che cosa ho fatto, ho ucciso Annamaria”, pronunciata in dialetto molfettese. Nella trascrizione del perito non c’erano più le parole: “ho ucciso Annamaria”, che avrebbero potuto dare una svolta diversa al processo nel quale l’amante della ragazza è stato assolto.
Ieri l’audio cassetta è stata ascolta in aula e i giudici hanno verificato l’esistenza della seconda parte della frase, confermando la condanna alla Tricarico, alla quale ora non resta che ricorrere in Cassazione, mentre gli avvocati di parte civile hanno preannunciato un esposto contro ignoti per accertare il motivo per cui il perito abbia falsificato la trascrizione e chi abbia convinto la Tricarico a mentire.
Ieri è stato anche nominato il nuovo perito medico-legale, il dott. Aldo Tortorella, che dovrà accertare definitivamente l’ora della morte della ragazza, utile a convalidare l’alibi di Bindi. I difensori dell’imputato hanno chiesto anche la riesumazione dei resti della povera ragazza, ma l’istanza non è stata accolta. Il perito Tortorella lavorerà sulla base degli elementi già acquisiti e riferirà in aula il 27 settembre prossimo.
Intanto spunta l’ipotesi di un complice: chi avrebbe trasportato il cadavere di Annamaria (uccisa sembra con una mazza da baseball o con un bastone) dal luogo del delitto alla statale 16bis? Fu lo stesso omicida o un suo complice? A 20 anni di distanza, continuano a sorgere interrogativi su questo misterioso delitto rimasto impunito e che ha visto coinvolti un magistrato, un avvocato, carabinieri e testimoni vari, tutti assolti, mentre il padre della ragazza non si dà pace e vuole trovare assolutamente la verità.