Debiti per 53 milioni di euro, il Comune in sofferenza senza efficienza economica
La macchina amministrativa rischia di bloccarsi nei prossimi anni. Pochissime le opere pubbliche rese esecutive dall’amministrazione Azzollini nel 2011 e l’attuazione di servizi pubblici è stata possibile grazie a finanziamenti statali o regionali. Peggiori saranno le condizioni nel biennio 2012-2013: l’avanzo rimasto, anche se di dubbia legittimità, dovrà essere applicato al finanziamento dei debiti fuori bilancio, al riequilibrio della gestione corrente, agli accantonamenti per passività potenziali, al finanziamento di maggiori spese e/o estinzione anticipata di prestiti, come stabilito dall’art.187 del TUELL. Nessuna illusione, di fronte alla recessione e agli sprechi finanziari degli ultimi anni a Molfetta, la futura amministrazione dovrà amministrare Molfetta in precario equilibrio tra sopravvivenza economica, collasso finanziario e soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. Gli stessi programmi amministrativi nel 2011-12 sono in sofferenza, in particolare i settori giustizia, istruzione pubblica, cultura, viabilità e socialità. Nella relazione al rendiconto 2011, l’amministrazione Azzollini si giustifica addossando le responsabilità alle minori erogazioni statali, a fattori burocratici estranei al Comune, alle eventuali variazioni di programma, infine a «fattori contingenti» o per «talune esigenze della collettività». Troppo poco, troppo comodo. COMUNE, “AZIENDA DI PROFITTO”? Nessuno al Consiglio comunale o nelle varie relazioni (soprattutto quella dei revisori) si è soffermato sui criteri di efficienza, efficacia ed economicità della gestione comunale per controllare la qualità delle risorse impiegate nella produzione dei vari servizi e i rapporti uso/offerta e costo/benefici dei servizi prodotti. Ad esempio, la massima efficacia dovrebbe essere raggiunta nel settore Socialità: l’intervento del consigliere Pino Amato (Udc) in consiglio ha, invece, manifestato tutte le paludi di un settore economicamente e politicamente strategico. Anche l’efficienza economica (fattori operativi impiegati/risultati ottenuti) non sembra sorridere al Comune di Molfetta. Infatti, resta un mistero l’ottimizzazione finanziaria per mantenere gli equilibri di bilancio a breve e medio/lungo termine, soprattutto nel contenimento dei costi e nella qualità dei servizi erogati a fronte delle risorse impiegate. Tra l’altro, discutibili sono anche le scelte operate su servizi e opere pubbliche, ma soprattutto sulle risorse umane e produttive impiegate, perché in molti casi avrebbero trasformato il Comune in una “azienda di profitto” (ingerenza politica e d’interessi personali in alcuni settori comunali, come quello della Socialità). 2013, SQUILIBRIO E PRECARIETA’? Se il Comune di Molfetta avesse operato dimenticando il principio dell’economicità, nel 2013-14 sarebbero più concreti squilibrio e precarietà finanziaria, anche di fronte al taglio dei trasferimento statali (quasi 1/3 rispetto al 2010). Basti qualche dato del 2011. Sono da riscuotere ancora 675mila euro di contribuiti per permessi di costruire e le due aziende MTM e ASM (quest’ultima almeno per il 2011) sono delle palle al piede, mentre la Multiservizi ha stranamente prodotto al Comune solo 151mila euro di proventi (assenti nel 2009 e 2010). Se la raccolta differenziata nel 2011 non ha conseguito ricavi, nonostante Molfetta sia tra le prime città della Puglia nel settore (un altro mistero), il Comune deve ancora recuperare 735mila di crediti per proventi di beni comunali. Altro buco nero sono le spese per il personale (9,6milioni di euro nel 2011) in cui rientrano gli incarichi a contratto (i dirigenti di nomina fiduciaria) e l’istituzione di uffici di supporto agli organi di direzione politica (come le personali segreterie dei vari assessori). Catastrofico il Bilancio di previsione 2012: quasi 11,5milioni di euro per le spese del personale. Inoltre, il consigliere Giovanni Abbattista (Pd) ha denunciato in consiglio la possibile violazione dell’art. 9 del Decreto Legge n.78/10, secondo cui le amministrazioni locali «possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009». Lo sforamento sarebbe addirittura di 200mila euro. Silenzio dei revisori. Di contro a quanto propagandato dal sindaco Antonio Azzollini, è probabile che l’assunzione di nuovo personale al Comune (LSU contrattualizzati) abbia avuto un suo peso negli equilibri di un bilancio già sovraccaricato da un indebitamento di quasi 53milioni di euro per mutui e prestiti, con una percentuale d’incidenza degli interessi passivi del 7,94% sulle entrate correnti (oltre ai 17milioni di debiti di funzionamento e ai 4,6milioni di euro per somme anticipate da terzi nel conto del patrimonio). I DEBITI I debiti, l’altro punto dolente. Per alleggerire il bilancio, l’amministrazione ha spostato il mutuo del nuovo porto dai debiti alle spese in conto capitale. 31,7milioni di euro che hanno alleggerito i 91milioni di partenza (6,3milioni di presiti rimborsati). Una contrazione significativa dell’esposizione debitoria complessiva, ma un incremento delle uscite in conto capitale. Si tratta di un artificio contabile che però l’amministrazione Azzollini, davvero poco lungimirante, avrebbe potuto attuare anche negli anni precedenti. Si è limitata l’incidenza sul bilancio comunale, evitando i tagli statali, ma si è appesantito lo Stato stesso. Insomma, si rischia comunque di essere soffocati dalle tasse statali e comunali. Nonostante un saldo netto finale di +6,3milioni di euro, i risultati di competenza nel Bilancio di previsione 2012 sembrano aprire scenari inquietanti per l’equilibrio economico-finanziario del Comune di Molfetta. Se il rapporto tra entrate e spese correnti si attesta a +2,9milioni di euro, l’appesantimento di quasi 6,5milioni di euro per l’ammortamento dei mutui (quote in capitale) segna -3,5milioni di euro. Negatività da sanare con i possibili proventi dalla vendita dei suoli nei comparti e con plusvalenze da alienazioni. Un lento soffocamento per asfissia: secondo il Bilancio pluriennale 2012-14 i mutui passivi (debiti per finanziamenti) passeranno da 200mila euro a 5,7milioni di euro nel 2014, mentre diminuiranno drasticamente le entrate destinate a investimenti e i contributi e trasferimenti in conto capitale. Per di più, in base alle previsioni del Bilancio pluriennale, nel triennio 2012-14 l’accensione di muti e prestiti potrebbe segnare ben 9milioni di euro, oltre allo scostamento dei lavori per il porto dal 2012 al 2013 (15milioni di euro).