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Dall'analogico al digitale: come la tecnologia ci cambia la vita
21 giugno 2017

Quella che stiamo vivendo in campo tecnologico è una vera e propria rivoluzione: la rivoluzione digitale o digitalizzazione. Si tratta di un processo di conversione che determina il passaggio dal campo dei valori continui a quello dei valori discreti. Nel campo dell’informatica e dell’elettronica, con digitalizzazione si intende il processo di trasformazione di un’immagine, di un suono, di un documento in un formato digitale, interpretabile da un computer, dove per formato digitale si intende un codice binario in cui tutto è rappresentato da combinazioni di zero o uno, quindi da stati del tipo acceso/spento. Ma, al di là dei tecnicismi, quello che è palese è che la digitalizzazione ha rivoluzionato oggetti e abitudini del passato, regalandoci nuove soluzioni sempre più connesse e tecnologiche.

I nuovi strumenti digitali

Uno degli esempi più palesi di digitalizzazione riguarda la musica: un disco in vinile su cui è registrata una canzone rappresenta un esempio di riproduzione analogica di un suono. La digitalizzazione ha reso l’ascolto della stessa canzone una questione di formato digitale. Oggi, infatti, di dischi in vinile se ne vedono sempre meno, a vantaggio di store musicali che mettono a disposizione intere discografie a portata di smartphone e personal computer.

La digitalizzazione nel mondo del lavoro

La digitalizzazione ha cambiato drasticamente il mondo del lavoro. Il futuro delle aziende è proiettato interamente verso la digitalizzazione e verso l’Industry 4.0, ovvero la quarta rivoluzione industriale, che prevede il “pensionamento” di alcuni strumenti diventati ormai arcaici. Un esempio? Il fax. Le aziende, infatti, stanno abbandonando il vecchio concetto di fax inteso come oggetto fisico da tenere in ufficio con relativi costi per l’acquisto del supporto fisico, della linea telefonica dedicata, dei toner e della carta. L’evoluzione digitale ha infatti cambiato il concetto di fax, consentendo agli utenti di inviare documenti fax direttamente dal proprio pc o, addirittura, dal proprio smartphone.

Sul web, infatti, ci sono numerosi portali, tra cui questo qui, che consentono di inviare fax stando comodamente seduti al pc. Basta effettuare l’iscrizione e l’accesso, scegliere il file da inviare tramite fax ed il destinatario, ed il gioco è fatto. In questo modo si risparmiano le spese legate all’acquisto del fax ed alla manutenzione, nonchè quelle della linea internet dedicata. Inoltre c’è la possibilità di scaricare sul proprio smartphone le app ufficiali che renderanno il vostro dispositivo mobile un vero e proprio fax.

Ma la digitalizzazione ha cambiato anche le nostre abitudini sul modo di comunicare con gli altri. In quanti sono soliti spedire una lettera ad un amico lontano? Forse nessuno. Oggi, infatti, grazie ad i social network, possiamo metterci in contatto con persone che abitano dall’altra parte del mondo, magari effettuando una video chiamata o inviando in modo istantaneo foto e video. Così come è cambiato il modo di studiare. Tutto è a portata di click, e tutto è consultabile attraverso i più famosi motori di ricerca del web. Le care, vecchie enciclopedie sembrano destinate alla pensione e, con esse, anche i libri scolastici.

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Il sospetto è che la sempre più massiccia diffusione dei mezzi di comunicazione, potenziali dalle nuove tecnologie, abolisca progressivamente il bisogno di comunicare, perchè nonostante l'enorme quantità di voci diffuse dai media, o forse proprio per questo, la nostra società parla nel suo insieme solo a se stessa. Non si tratta di enfatizzare o demonizzare le enormi potenzialità presenti e futuri dei mezzi di comunicazione, ma di capire come l'uomo profondamente si trasforma per effetto di questo potenziamento. Allo scopo è necessario far piazza pulita di tutti quei luoghi comuni, per non dire idee arretrate, che fanno da tacita guida a quasi tutte le riflessioni sui media, e in particolare a quella persuasione secondo la quale l'uomo può musare le tecniche comunicative come qualcosa di neutrale rispetto alla sua natura, senza neppure il sospetto che la natura umana possa modificarsi proprio in base alle modalità con cui si declina tecnicamente nella comunicazione. L'uomo, infatti, non è qualcosa che prescinde dal modo in cui manipola il mondo, e trascurare questa relazione significa non rendersi conto che a trasformarsi non saranno solo i mezzi di comunicazione, ma l'uomo stesso. Infatti la radio, la televisione, , per diversi che siano gli scopi a cui tendono, hanno in comune “il fatto che noi non vi prendiamo parte, ma consumiamo la sua immagine”. Il mezzo, indipendentemente dallo scopo, ci istituisce come spettatori e non come partecipi di un'esperienza o attori di un evento. Se un tempo la famiglia era “l'interno” in cui si scambiavano quei tratti affettivi d'ira e d'amore e più in generale quella libertà espressiva che occorreva contenere fuori, all'”esterno”, oggi, grazie alla capillare diffusione della televisione, del computer o del cellulare sempre accesi, la famiglia è il luogo in cui è di casa il mondo esterno, reale o fittizio che sia. La casa reale, con le sue quattro mura e i suoi quattro mobili, “è ridotta a un container per la ricezione del mondo esterno” via cavo, via telefono, via etere, e quanto più lontano si avvicina, tanto più il vicino, la realtà di casa, quella familiare, si allontana e impallidisce.
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