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Da marzo aumenta il prezzo di “Quindici”
15 febbraio 2002

Dal prossimo numero di marzo il vostro giornale "Quindici" subirà un lieve aumento di prezzo, altri lo hanno fatto prima di noi: in coincidenza con la scomparsa della lira e l'avvento definitivo dell'euro il costo passerà dall'attuale € 1,29 a € 1,5. Non è un semplice arrotondamento, ma una scelta dettata dalla praticità (facilità sia l'edicolante, sia il lettore evitando il resto in centesimi) e dalla necessità (gli alti costi di produzione e di stampa). Tra l'altro, ci adeguiamo al mercato. Varieranno anche i costi degli abbonamenti (vi consigliamo di abbonarvi per risparmiare ed essere sicuri di ricevere a casa il giornale, evitando di tornare più volte in edicola a cercarlo, per gli inevitabili ritardi) che passeranno a € 15 (sia per Molfetta che in Italia, malgrado le tariffe postali siano aumentate entrambe, manterremo lo stesso prezzo, per evitare confusioni e dubbi di speculazioni), mentre per i Paesi europei si passerà a € 40 e per quelli extraeuropei a € 60. In pratica, calcolando il prezzo con la vecchia lira, si tratta di un aumento di appena 400 lire, cioè £.2.900 (15 euro, appunto). In realtà, già da gennaio 2000 avevamo in mente di portare il prezzo a £.3.000 (è fermo a 2.500 lire dal marzo '97), sia per i costi crescenti, sia per adeguarlo al mercato provinciale e regionale, dove esistono prodotti anche di qualità inferiore, ma che costano anche 3.500 lire. Se qualcuno ha la possibilità di fare il confronto sul piano della qualità e dei contenuti, con alcuni di questi giornali, può rendersi conto come il nostro prezzo sia stato ampiamente più basso. La qualità e la libertà, in realtà, costano e la qualità di un giornale come "Quindici" (che ha ricevuto ampi riconoscimenti ovunque) andrebbe pagata un tantino di più di altri fogli dilettantistici di periferia, magari ricchi di pagine anche a colori, ma poveri di contenuti. E' bene, comunque, che ci sia una pluralità di informazione a tutti i livelli, a differenza di altri non auspichiamo la morte dei giornali, che ci rattrista sempre, come ci rallegra ogni nuova pubblicazione, ma tra le varie testate occorre fare le debite distinzioni di qualità. Anche perché a noi non ha mai interessato tanto la quantità, quanto la qualità anche del lettore. Essere liberi costa, essere onesti costa ancora di più: avere le proprie idee, pensare con la propria testa, anche sbagliando, ma sempre in proprio e mai per conto terzi, senza alcuna influenza esterna è sempre più difficile. Ma il mercato ci ha premiati (grazie alle vendite e alla collaborazione degli inserzionisti pubblicitari, che sono cresciuti con noi), "Quindici" è divenuto un giornale leader che fa opinione e fa discutere, con più pagine e più informazione. E questo ci fa essere orgogliosi perché "Quindici" non ha fini di lucro, non gode di alcun tipo di contributo diretto o indiretto, si basa sul volontariato e il successo ci ripaga degli enormi sacrifici umani, temporali, economici e professionali che sopportiamo per mandarlo avanti, senza secondi fini (politici: non ci interessano, da sempre al potere preferiamo il contropotere; economici: abbiamo di che vivere dignitosamente; professionali: operiamo con soddisfazione a livelli più alti), né per passatempo (perché, in realtà, di tempo non ne abbiamo molto). Gli utili realizzati in questi anni sono stati reinvestiti in livelli tecnologici elevati, primo fra tutti Internet, dove il mensile è diventato ormai un quotidiano "Quindici on line" (www.quindici-molfetta.it presente ai primi posti su tutti i motori di ricerca) con circa 8.000 accessi al mese: da ogni parte d'Italia e del mondo, molfettesi e non, ci seguono. In questi anni si è allargato il dibattito, si è rotto il monopolio (anche se c'è chi non si rassegna ad accettare la concorrenza) dell'informazione locale: è un bene in tempi in cui all'orizzonte si profilano conflitti di interesse e monopoli informativi contro tali rischi si è pronunciato anche il presidente della Repubblica, Ciampi. Il pluralismo deve restare un fattore di crescita sociale e di libertà individuale e collettiva. Ecco perché oggi vi chiediamo questo piccolo sacrificio economico per far sì che il giornale resti sempre libero che lo è stato fino ad oggi, aperto a tutti i contributi, anche di chi non la pensa come noi, mantenendo, però, una linea come tutti i giornali che si rispettano: vogliamo essere una rivista di opinione, non un semplice contenitore di articoli dove c'è tutto e il contrario di tutto (non una pattumiera, insomma). Con il vostro sostegno ci ripagherete di quei momenti di stanchezza che non mancano, soprattutto quando si lavora senza tornaconto e senza ambizioni che non siano quelle di fare un buon prodotto, di rendere un servizio alla città e alla democrazia (chi sceglie questo lavoro lo fa per passione, una passione che abbiamo ereditato e che è ormai una tradizione familiare), per questo sacrificheremo ancora ogni minuto del nostro scarso tempo libero, saremo sempre presenti all'appuntamento mensile (con qualche inevitabile ritardo, che speriamo ci perdonerete, dovuto anche agli impegni di chi dirige un giornale locale pur essendo giornalista professionista, con impegni di lavoro che possono mutare da un momento all'altro e condizionare quindi l'uscita del periodico). Continueremo in questo impegno finché ne avremo la forza perché abbiamo anche un impegno morale preso con chi non c'è più e vogliamo servire il lettore, che ringraziamo perché, come unico nostro editore, ci permette di restare liberi. Felice de Sanctis
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