MOLFETTA - “Il mio impegno, in questa campagna elettorale, è dare voce al Mezzogiorno. Dall'altra parte, nella destra, c'è una svolta nordista e un po' razzista; noi vogliamo puntare sull'unità del Paese, e il Sud è il collante per raggiungere questo obiettivo”. Su questi temi si è incentrato l'appassionato intervento di questa sera, in un'affollatissima sala conferenze della Fabbrica San Domenico (nonostante lo spostamento del comizio, all'ultimo momento, per le avverse condizioni meteorologiche), in sostegno al candidato sindaco del PD, Mino Salvemini, del ministro degli Esteri, nonché capolista alla Camera in Puglia, on. Massimo D'Alema (foto).
A dare il benvenuto al noto esponente nazionale del PD è stata Teresa Zaza, candidata più giovane al consiglio comunale della lista del PD (di soli 20 anni), che ha esortato il ministro a scommettere su una politica che sappia parlare il linguaggio dei giovani, che sappia ascoltare e soprattutto non deluda le loro aspettative e non freni le loro energie.
Dopo aver ricordato l'ultima sua drammatica visita a Molfetta, in occasione dei funerali degli operai della Truck Center, morti, citando le parole di D'Alema, in una tragica gara di solidarietà, il vice presidente del Consiglio è entrato nel vivo della battaglia politica di questi giorni.
“Siamo noi del PD – ha esordito D'Alema – la vera novità di questa campagna elettorale, che possiamo imprimere una svolta a questa politica malata. In un periodo in cui l'antipolitica ha il sopravvento, noi del PD, il 14 ottobre scorso, abbiamo permesso a circa 3 milioni e mezzo di italiani di eleggere, con le primarie, Walter Veltroni leader di questo partito”.
Il ministro ha poi velocemente ricordato la breve esperienza del Governo Prodi, che sostanzialmente è stata positiva, ma è stata soffocata da continue divisioni interne che hanno gettato fango su ciò che di buono era stato fatto. “Ora puntiamo al rinnovamento – ha continuato D'Alema – politici ultra settantenni, come Amato e Prodi, si sono fatti da parte, altri, quasi sessantenni come me, sono qui ad indicare la linea del futuro ai giovani. Dall'altra parte siamo all'ultimo giro di walzer, con Berlusconi che si candida per la quinta volta, dopo aver governato per più di 5 anni, sistemando solo i suoi interessi. Il cambiamento imposto dal PD ha costretto anche lui a rinnovarsi, ma ha creato un partito più spostato a destra e a Nord, con l'UDC, la falange più a Sud della vecchia coalizione di centro-destra, esclusa. Oggi corriamo il rischio di essere governati da un partito, la Lega Nord, che è straniero nel Mezzogiorno e che dimentica che al Nord c'è tanto lavoro e sudore dei meridionali”.
Duro attacco anche al Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, d'accordo con Calderoli nell'attaccare Garibaldi per aver determinato l'unità d'Italia, con il primo particolarmente dispiaciuto per la caduta del Regno dei Borboni.
D'Alema ha poi ricordato i risultati ottenuti nell'attività di ministro degli Esteri, come l'importante successo internazionale conseguito ultimamente dall'Italia con l'assegnazione dell'Expo 2015 a Milano. “Questo è un chiaro esempio di unità nazionale – ha puntualizzato D'Alema - dove le istituzioni, da posizioni politiche diverse, hanno lottato assieme per raggiungere l'obiettivo. È stato difficile riallacciare i rapporti internazionali, in quanto in passato, all'estero, ricordavano Berlusconi solo per le corna fatte durante meeting internazionali e qualche barzelletta scollata. Se Milano fosse stata la capitale della Padania non avrebbe ottenuto la candidatura, oggi, invece, l'Expo è una importante occasione anche per il Mezzogiorno, perché i 30 milioni di visitatori previsti non visiteranno solo la fiera di Milano”.
Il ministro degli Esteri ha poi concluso il suo intervento con una battuta: “vedendo la partecipazione anche di questa sera, l'esito finale è molto incerto. Se prima Berlusconi pensava di avere già le chiavi di Palazzo Chigi in mano, adesso inizia a rovistare nelle sue tasche perché non le trova. Portiamo a compimento una scelta fatta dal popolo delle primarie, eleggiamo presidente Walter Veltroni”.
Il candidato sindaco, Mino Salvemini, ha ricordato come il prossimo Governo deve rivedere la legge sulle cause di ineleggibilità a sindaco e non permettere alle commissioni elettorali del Parlamento di decidere in merito, proprio per evitare l'anomalia molfettese, forse unico caso in Italia, dove un sindaco si dimette per farsi eleggere al Senato, candidandosi, nella stessa tornata elettorale, nuovamente alla carica di sindaco.
Duri gli attacchi al sindaco uscente Antonio Azzollini che ha concentrato su di sé ogni forma di potere presente in città, amministrando Molfetta in modo autarchico e personalistico, svuotando di ogni funzione Palazzo di città. “Negli ultimi venti mesi – ha affermato Salvemini – è stato quasi impossibile, per i cittadini, farsi ricevere dal sindaco, in quanto o era a Roma, o impegnato in qualche studio professionale privato. Tutto questo ha creato una distanza abissale tra cittadini e amministrazione comunale, la città è sporca e trasandata, e si impedisce a Molfetta di avere un ruolo di primo piano nel sistema portuale pugliese e nell'area metropolitana, con il rischio di perdere ingenti finanziamenti.
Salvemini si è soffermato anche sulla natura della coalizione che lo appoggia, che comprende diversi partiti di centro come l'UDC (le cui candidature hanno suscitato malumori all'interno del PD), ma in questa situazione di emergenza democratica, davanti all'esigenza di amministrare una città abbandonata a se stessa, c'era bisogno di assumersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini; anche perché il PD alle elezioni amministrative non si è presentato da solo in nessun Comune e a Molfetta, storicamente, il centro-sinistra, senza alleati, non aveva i numeri per vincere.
In conclusione, il candidato sindaco del Pd a Molfetta, Mino Salvemini, per ribadire la genuinità della sua candidatura e la necessità di imprimere una svolta decisiva alla città, che ha perso completamente il senso civico e il rispetto delle regole, ha rivolto un appello chiaro e forte agli elettori: “chi fa defecare i cani sui marciapiedi, chi parcheggia le proprie macchie in tripla fila o i SUV sugli scivoli per i portatori di handicap, chi usa il suo spazio per la vendita ambulante come posteggio permanente, non voti per questa coalizione”.
Infine è intervenuto l'assessore regionale, Guglielmo Minervini. Dopo aver ricordato alcune attività realizzate per il bene dell'intera Regione, e ovviamente anche per Molfetta (i finanziamenti ai distretti industriali pugliesi, oltre 6 milioni di euro alla nostra zona industriale, nuovi fondi stanziati per il rilancio dell'ospedale, con i cittadini, anche dei paesi limitrofi, che cominciano a fidarsi nuovamente della struttura), alcune delle quali impropriamente auto accreditate dal sen. Azzollini (come l'officina degli artisti e il PIRP Madonna dei Martiri, Piano riqualificazione periferie), Minervini ha detto che la partita elettorale è ad un punto di svolta, ma sicuramente positivo per il candidato sindaco Mino Salvemini.
Autore: Roberto Spadavecchia