Covid, prorogata in Puglia la zona rossa. I rischi delle riaperture segnalati dagli scienziati. Ieri altri 46 morti, terapie intensive al collasso
BARI – La Puglia non riaprirà lunedì 26 aprile, ma sabato 1 maggio, se non ci saranno altre proroghe alla zona rossa, dopo gli aumenti dei contagi e soprattutto i morti per Covid.
Lo ha deciso il governo prorogando i termini al 30 aprile, dopo aver consultato i dati della Cabina di regia e il presidente Emiliano. Ieri sono stati registrati 46 decessi e i reparti di terapia intensiva stanno al limite.
Malgrado ciò si vuole riaprire tutto da lunedì 26 aprile, quando gli scienziati e gli esperti hanno dichiarato la loro contrarietà perché potrebbero aumentare i contagi e i morti, col rischio di una terza ondata che farebbe richiudere tutto con conseguenze devastanti per tutti. Ma alcuni politici irresponsabili continuano a chiedere ancora maggiori aperture, solo per ottenere più consensi e più voti.
Con questa politica l’effetto negativo si potrebbe avere questa estate, periodo in cui ci sono maggiori possibilità di lavoro, soprattutto nel settore turistico, che sarebbe penalizzato da una nuova chiusura.
Riportiamo le dichiarazioni dello scienziato prof. Andrea Crisanti sui possibili rischi: "I numeri non giustificano il passo avanti del governo sulle riaperture. L'Inghilterra è arrivata a queste decisioni con 15 morti e duemila nuovi casi al giorno e il 70% della popolazione vaccinata. Vorrei capire quanti morti siamo ancora disposti a tollerare" così Andrea Crisanti, professore di Microbiologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, ospite a "The Breakfast Club" su Radio Capital "Il Cts? Nel primo non c'erano persone competenti, nel secondo i competenti sono una minoranza".
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