Cosimo Altomare (Margherita): “Occorre rilanciare l'Unione”
MOLFETTA – 9.1.2006
All'indomani del direttivo della Margherita che ha di fatto rinviato ogni decisione sul riconoscimento politico della candidatura di Lillino Di Gioia, emersa dalle urne delle primarie dello scorso 4 dicembre, abbiamo chiesto a Cosimo Altomare (nella foto), coordinatore cittadino della locale sezione del partito che esprime anche l'assessore regionale Guglielmo Minervini, una valutazione sull'attuale situazione politica all'interno della coalizione di centrosinistra.
“Ad oltre un mese dallo svolgimento della consultazione primaria per la designazione del candidato sindaco – ci ha risposto – l'Unione di centrosinistra, che con i suoi partiti promotori assume la responsabilità della coalizione e ne garantisce l'identità politica, non è ancora pervenuta ad una valutazione comune in ordine alle scelte da compiere. Questa preoccupante difficoltà e lo stesso lungo tempo trascorso dal 4 dicembre denotano, in maniera del tutto evidente, un diffuso giudizio critico sullo svolgimento della consultazione primaria cittadina, al di là del riconoscimento formale del risultato che ha visto la candidatura di Lillino Di Gioia come quella più suffragata, e che, per altro, è stato anche effettuato, a maggioranza, dal Comitato di garanzia”.
Dunque cosa costituisce ostacolo ad una dichiarazione di pieno sostegno della candidatura emersa dalle primarie?
“Il riconoscimento formale del risultato, che pure in quanto candidato alle primarie e coordinatore cittadino del partito ho espresso subito dopo la consultazione del 4 dicembre, non è riuscito a diradare le ombre che hanno offuscato quell'importante strumento di partecipazione. Avevamo creduto che questo passaggio potesse essere affidato alle coscienze, alle sensibilità e alla lealtà di tutti, perché si svolgesse senza condizionamenti esterni, e invece il voto organizzato e ostentato da parte di personaggi e gruppi non appartenenti al centrosinistra o, comunque, fuori linea con il codice etico, che – ricordo - è parte integrante del nostro documento politico-programmatico, ha coperto con una diffusa opacità il risultato delle primarie”.
Si ritorna al tema, più volte evocato, del cosiddetto “voto inquinato”?
“Sì, ma non solo. Ciò che più preoccupa, oggi, è la dimensione della reazione sociale di larghe fasce dell'elettorato di centrosinistra, che in molti casi va configurandosi come vero e proprio rigetto. Non si può ignorare questo dato. Queste riflessioni e queste preoccupazioni vogliamo consegnare a tutte le forze politiche di centrosinistra e al candidato sindaco designato Di Gioia, perché sappia tradurle in scelte conseguenti. Temiamo che surrogati organizzativi, come quelli di cui si sta parlando in questi giorni (penso ad esempio alla “cabina di regia”) non riescano a colmare l'evidente deficit di legittimazione politica di quanto emerso dalla consultazione primaria”.
All'interno dell'Unione crede che sia questo l'orientamento prevalente?
“Buona parte delle forze politiche dell'Unione convengono su questo giudizio, mentre continuano a divergere sulle azioni conseguenti. Da una parte prevale il dovere del rispetto formale, dall'altra il dovere del giudizio sostanziale. Noi, come Margherita, siamo davvero l'epicentro di queste due diverse visioni. Lo stallo in cui versa l'Unione rischia, ora, di divaricarsi in una frattura insanabile, destinando ciò che resterebbe della originaria coalizione di centrosinistra a caratterizzarsi come un ambiguo “progetto civico” piuttosto che come coalizione politica con radici salde nel progetto politico della Unione nazionale. Ciò che era stato con decisione scongiurato nel Documento politico-programmatico appare oggi un rischio reale”.
Il problema, par di capire, è una mancanza di coesione all'interno della stessa Unione, che, comunque, viene da lontano e che, ad esempio, ha impedito la presentazione di una candidatura unica dei partiti che si riconoscono nell'Unione nazionale (penso, soprattutto alle due principali forze politiche, Margherita e Ds).
“Questo è senz'altro vero. La Margherita ritiene che questa situazione manifesti il persistere di un deficit di unità politica dell'Unione di centrosinistra che si traduce, nella fase attuale, in una difficoltà ad agire come soggetto politico unico. Ancora in questi giorni il susseguirsi di prese di posizioni singole, assunte a prescindere dalle loro ricadute sul complesso della coalizione, non fa che indebolire ulteriormente la riconoscibilità di un profilo unitario di coalizione e gli stessi legami tra le forze politiche che la compongono. Le primarie stesse hanno rivelato questo deficit, sollevando erroneamente dalla necessità di una ricerca unitaria piuttosto che incentivandola. Noi non abbiamo difficoltà a riconoscere, per la nostra parte di responsabilità, che la costruzione di uno spirito unitario di coalizione avrebbe richiesto altra determinazione ed esiti diversi”.
La strada che intravede ora, quindi, è il rilancio dell'Unione come soggetto politico?
“Certamente. La Margherita considera, in questa fase, la salvaguardia dell'Unione il criterio cui ispirare le scelte di ciascuna forza politica e ribadisce il suo impegno a riprendere un percorso condiviso di coalizione, non solo per formulare un giudizio politicamente autorevole sulle primarie, ma anche per rilanciare con entusiasmo il cammino per la costruzione di un'alternativa di governo che la città invoca di fronte al disastro politico, morale e giudiziario del centrodestra. Molfetta, che si trova in una fase importante e decisiva, ha bisogno urgente di un governo dei processi dello sviluppo e della qualità della vita, che solo il centrosinistra può garantire”.
Come crede si possa uscire da questa situazione di stallo?
“Rilanciando l'idea stessa della coalizione. L'Unione di centrosinistra dovrà ricercare la compattezza necessaria per offrire ai cittadini una valida e credibile alternativa, ispirata ai principi della legalità e moralità nella gestione della cosa pubblica. Sappiamo che costruire un'alternativa di governo a Molfetta è una sfida difficile. Comporta la necessità di mantenere sempre aperta la capacità di dialogo e di relazione con i molteplici mondi sociali e politici della città, mantenendo nitido il presidio del nostro essere radicalmente alternativi al centrodestra nella concezione delle istituzioni, della legalità, della stessa politica. Tutto il nostro impegno, nei prossimi mesi, dovrà mirare a restituire alla città una amministrazione capace e competente, dopo anni di malgoverno. A Molfetta anche le primarie hanno confermato che la prima, fondamentale, capacità di cambiamento riguarda proprio il modo in cui si raccoglie il consenso. Ad ogni modalità corrisponde una concezione della democrazia. La nostra idea è che la democrazia debba essere di cittadini, non di clienti”.
Giulio Calvani