Cooperative edilizie ancora in attesa da anni Interverrà la Procura?
Urbanistica, materia che scotta a Molfetta. Protagonisti le cooperative per l’assegnazione dei suoli e il bando d’integrazione/aggiornamento della graduatoria considerato illegittimo. Vicenda discussa più volte in Consiglio comunale dall’opposizione, sempre liquidata dalla maggioranza. Punto di partenza, l’interruzione dell’assegnazione dei suoli nel 2004 quando, consapevole del sottodimensionamento del Piano di Zona 167 (approvato nel 2001 e comprendente i sub comparti A dei comparti 4, 5, 6, 7, 8, 9, e 17), il Consiglio comunale delibera una variante di aggiornamento per comprendere i residui dei comparti 10, 11, 12 e 13 (il cosiddetto maxicomparto, che, secondo indiscrezioni, sarebbe agli atti della Procura di Trani per l’inchiesta «Mani sulla città»). In quell’occasione, si stabilì l’assegnazione dei lotti edificabili per le cooperative inserite in graduatoria, approvata nel 2003, poi modificata nell’ottobre 2006 per l’ampliamento del PdZ. Speculazione edilizia privata. Consentito dall’art.51 della Legge n.865/71, approvato dal Comune di Molfetta nel 1998, il PdZ offre alle cooperative edilizie la possibilità accelerata di costruire palazzi a prezzi calmierati. Lo stallo dal 2004 sembra abbia favorito la speculazione privata dell’offerta di case sul mercato, soprattutto negli ultimi anni, mancando offerte di case Erp (edilizia residenziale pubblica) che avrebbero mitigato il costo dell’abitazione (Legge 167/62). Ad esempio, modificato il «Regolamento per le alienazioni di beni immobili di proprietà comunale» nel consiglio dello scorso febbraio, l’opposizione locale accusò l’amministrazione Azzollini di voler far cassa, aprendo per gli alloggi Erp un’asta pubblica a danno degli aventi diritto. Comportamento politico dalle dubbie finalità, le cooperative continuano a lamentare danni economici, morali e biologici, per un urgente fabbisogno di casa a Molfetta (143 domande su 89 lotti da assegnare). Discutibile anche il nuovo bando integrativo per l’aggiornamento delle graduatorie (pubblicato nel febbraio 2010), motivo di polemiche non ancora placate. Individuare in via definitiva «le cooperative edilizie che potranno realizzare i nuovi alloggi in regime di edilizia agevolata», le ragioni dell’amministrazione Azzollini in un comunicato del febbraio 2010: secondo le stesse, l’aggiornamento avrebbe agevolato cooperative che, pur presenti in graduatoria, non erano collocate in posizione utile per l’assegnazione o estranee alla stessa, perché non partecipanti al bando pubblico. Illegittimità del bando integrativo. Primi esposti dal 2007, seguiti da quello del marzo 2009 da parte di 7 cooperative contro la delibera C.C. n.11/09 (integrazione e modifica dello schema di convenzione da stipularsi con le cooperative edilizie), perché ritenuta illegittima. Ulteriore esposto della Cooperativa Heidi nell’aprile 2010. Infatti, la delibera n.11/09 stabilisce sia il dirigente del Settore Territorio (all’epoca l’ing. Rocco Altomare), mediante bando pubblico integrativo, a aggiornare la graduatoria secondo quanto disposto dalla L.R. n.54/84 (norme per l’assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica). Ma questa legge è applicabile solo alle graduatorie delle case popolari: illegittimità per le cooperative e per la stessa opposizione locale. Benché lo stesso Altomare nel giugno 2010 ritenesse la L.R. n.54/84 non applicabile alle cooperative edilizie, approva il bando pubblico integrativo, redatto secondo la stesa legge. Inoltre, le premesse al bando sembrano anche adulterare le sentenze del TAR Puglia nn. 4495/05 (l’aggiornamento deve riguardare nuovi soggetti attuatori che possono aggiungersi alla graduatoria) e 849/06 (ipotesi di opportunità accidentale, dove sia possibile, per aggiornare la graduatoria), secondo cui l’aggiornamento non è obbligatorio, anzi è necessario un nuovo bando. Insomma, il bando doveva solo razionalizzare i tempi di assegnazione dei suoli per verificare eventuali rinunce (con conseguente aggiornamento). Invece, la verifica dell’assetto societario (modifiche di anzianità d’iscrizione dei soci) ha ritoccato le posizioni in graduatoria delle cooperative, come dimostra la comunicazione del dirigente Altomare alla Cooperativa Heidi del dicembre 2010: sottolineata la diversa anzianità di iscrizione di 5 soci, si retrocede la posizione acquistata dalla stessa con il bando. Assetto che, però, non può variare per il modificarsi dei soci, secondo la convenzione. Questo è solo un caso, ma il malessere delle cooperative “defraudate” potrebbe anche sfociare in una denuncia alla Procura della Repubblica di Trani, con accuse di abuso in atti d’ufficio (strumentalizzazione della L.R n.54), omissione di atti d’ufficio (silenzio-assenso per gli esposti), interessi privati in atti d’ufficio, danni materiali, morali e biologici. Un’altra patata bollente per l’amministrazione Azzollini, dopo lo scandalo urbanistico «Mani sulla città».