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Contro il ritorno della vecchia politica i cittadini liberi rivendicano la continuazione del cambiamento
15 novembre 2016

Qualche settimana fa l’ex sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, è tornata in piazza per incontrare i cittadini e continuare il progetto di cambiamento della città già avviato nei tre anni della sua amministrazione di centrosinistra, della quale ha fatto un bilancio presentando tutte le realizzazioni fatte in questi tre anni e quelle che andranno in porto nei prossimi mesi. Al termine della manifestazione è stato presentato un documento con 111 firme, alle quali nella serata se ne sono aggiunte altre 50 di cittadini liberi che non vogliono che la città, con la vecchia politica, faccia un passo indietro. Infatti, a Molfetta, si stanno organizzando gruppi politici guidati da dinosauri e dai personaggi del Pd che hanno remato contro la propria amministrazione, solo per ragioni di potere, con l’obiettivo di portare indietro la città. Ecco il documento approvato dai cittadini liberi di Molfetta, con le loro firme: «LA VECCHIA POLITICA FACCIA UN PASSO INDIETRO: QUESTA VOLTA DECIDE LA CITTÀ Negli ultimi tre anni, con l’amministrazione del sindaco Paola Natalicchio, è stato dimostrato che c’è un altro modo di fare politica e di amministrare la cosa pubblica: pensando al bene comune e prendendosi cura della città. Sono stati realizzati opere e servizi, si è pianificato e progettato un nuovo modello di città, messo in movimento energie, talenti, capacità, liberando la comunità dalla cappa del clientelismo e del malaffare. Tra mille difficoltà e contraddizioni, non senza errori, si è sviluppata un’esperienza amministrativa in netta discontinuità con il panorama politico dilagante nel resto del Paese e con la decennale tradizione di poteri clientelari che hanno preso in ostaggio la città. Molfetta in questi tre anni è stata un laboratorio di virtuosa sperimentazione sociale e politica: istituti di partecipazione, comitati di quartiere, associazioni si sono moltiplicati, si è sviluppato un tessuto sociale vivo e variegato, pronto a mettersi in gioco per migliorare le istituzioni e la città. I cittadini stavano assaporando i frutti del cambiamento e li trovavano gustosi. È proprio questo che ha fatto paura alla vecchiapolitica. Così hanno dapprima boicottato e poi affossato l’amministrazione Natalicchio, costringendo il sindaco a prendere atto che, al di là dei numeri ormai risicati, la maggioranza del 2013 non esisteva più, sostituita da equilibri instabili e precari che aprivano la porta al ricatto e alla prevaricazione. Il sindaco si è dimesso. Per alcuni è stato un errore, per altri un gesto di coraggio e una lezione di buona politica. Semplicemente non c’erano più le condizioni politiche per potere realizzare quel nuovo modello di città delineato nei contenuti programmatici sui quali nel 2013 era stato preso un impegno con gli elettori. I veri responsabili, che hanno tramato nell’ombra, pensano di avere la strada spianata per tornare a fare i loro affari. Noi cittadini liberi e consapevoli non possiamo assistere indifferenti al rischio di un ritorno al passato. Vogliamo costruire insieme, dal basso, un’alternativa possibile, per continuare a camminare insieme sulla strada del cambiamento. Ogni cittadino deve sentire il dovere di fare un passo avanti per cacciare indietro i soliti noti. Democrazia radicale, partecipazione, tutela dell’ambiente e difesa del territorio, diritti sociali, beni comuni, casa, lavoro, accoglienza, sicurezza, trasparenza e legalità sono i temi principali attorno a cui vogliamo scrivere insieme, dal basso, le linee di un programma per portare Molfetta nel futuro. Dopo quello che è successo, non vogliamo parlare di accordi e alleanze tra il solito ceto politico, ma solo dei bisogni dei cittadini. Vogliamo sperimentare strade nuove e discutere tutto alla luce del sole, metterci in ascolto delle esigenze dei territori e dei ceti popolari, a partire dalle periferie e dagli ultimi. Serve un processo democratico aperto alle intelligenze vive di questa città, non ai detentori di pacchetti di voti, a burocrati e politicanti asserviti a logiche clientelari o di profitto personale. Il nostro obiettivo non è strappare qualche posto in Consiglio comunale. Noi vogliamo amministrare Molfetta, per garantire un futuro ecosostenibile e buon vivere per tutti. Siamo una comunità capace responsabilmente di prendersi cura di se stessa e delle proprie fragilità; guardare con fiducia al futuro è un obiettivo troppo importante per lasciarlo nelle mani di “qualcuno” che non merita la nostra fiducia. Ci rivolgiamo pertanto a tutti coloro che hanno a cuore la cura della città e vogliono il cambiamento, la pulizia, l’onestà, perché si mettano in gioco. Il nostro è un appello a costruire assieme in maniera pubblica, fuori dalle oscure “stanze dei bottoni”, programma e candidature. Non ci saranno padroni di casa né primogeniture. Decideremo insieme, nessuno si senta escluso. Chiediamo una cosa semplice: del futuro della nostra città non si parli più nelle stanze chiuse, tra le solite lobby d’interessi privati, ma pubblicamente in assemblee convocate dal basso. La città degli ultimi tre anni, pur con le sue contraddizioni, resta un punto di partenza, un patrimonio di progetti, di buone pratiche di governo e di democrazia che dobbiamo far maturare e crescere. Qui resiste un tessuto associativo sano, un popolo fatto di gente che non si piega e che sa ribellarsi con grandi e piccoli gesti ai poteri occulti dei burattinai, che vuole prendersi cura dei propri quartieri, dei giardini e delle piazze, che ha ripulito la città e ha costruito bellezza, che non rinuncia al conflitto e alla protesta, ma sa vigilare e proporre azioni concrete di governo. Solo una coalizione di cittadini consapevoli, espressione della parte sana della città, con una selezione rigorosa delle candidature, con un codice etico intransigente sul piano dell’onestà e della trasparenza, con un programma di governo concreto e condiviso, potrà impedire che tornino a mettere le mani sulla città. La sottoscrizione di questo appello è solo il primo passo di una grande sfida: costruire un progetto politico di pulizia e di rinnovamento, in cui tutti sono protagonisti, a partire dal basso, senza padroni e senza padrini. Molfetta, ottobre 2016».

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