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“Contratti di quartiere”: uno strumento di riqualificazione del territorio
26 marzo 2004

MOLFETTA – 26.3.2004 Nuove chance di riqualificazione per il centro antico di Molfetta e il rione Catacombe (nella foto, piazza delle Erbe). E' ciò che si propone l'amministrazione comunale con la partecipazione al bando di gara regionale per i “contratti di quartiere”. Si tratterebbe, in pratica, di ottenere finanziamenti per infrastrutturare, migliorare la domanda abitativa e favorire l'integrazione sociale in zone della città che presentano più di un problema. La regione Puglia ha messo a disposizione circa 89 milioni di euro per finanziare dai 18 ai 22 “contratti di quartiere”, per un importo massimo di 5 milioni di euro ciascuno. Si prevede che saranno un centinaio i Comuni pugliesi che concorreranno. Fra questi quello di Molfetta che, attraverso un bando di gara, ha individuato nel gruppo di progettazione coordinato dall'architetto Mango che metterà a punto lo schema generale del “contratto di quartiere” che, una volta ottenuta l'approvazione del Consiglio comunale, sarà inoltrato agli uffici regionali. Quella del “contratto di quartiere” è, almeno nelle intenzioni del legislatore, una forma di urbanistica partecipata. Infatti, l'assessore Uva, durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa, ha dichiarato che i progettisti hanno ripreso le relazioni dei laboratori messi in atto dalla precendente amministrazione, incontrato scuole, imprenditori, associazioni e anche i rappresentanti di “Agenda XXI”, proprio nell'ottica di una elaborazione dal basso e non imposta alle singole realtà. Anche se poi, lo stesso assessore, si è lasciato sfuggire che i tempi stretti hanno impedito che vi sia stato un reale coinvolgimento dei cittadini dei quartieri interessati, dando l'impressione, insomma, che la partecipazione sia stata più virtuale che reale. Al gruppo di progettazione l'amministrazione ha chiesto di elaborare una proposta che andasse nella direzione della riqualificazione urbana dei due quartieri, della dotazione di servizi, anche della sperimentazione, per esempio di impianti di energia alternativa. L'architetto Mango ha spiegato che il progetto messo a punto mira anche alla riqualificazione sociale, ne è prova la scuola elementare che sarebbe situata nel centro storico e servirebbe ambedue le aree. Il “contratto di quartiere” prevede anche l'intervento dei privati, che debbono entrare nel progetto con almeno il 35% di capitale. Sia l'assessore Uva che quello ai servizi sociali Brattoli hanno assicurato che vi è grande interesse, soprattutto per la realizzazione di alloggi per le fasce più deboli della popolazione. Si tratta, comunque, di un processo in itinere, per il quale debbono ancora essere compiuti passaggi determinanti, fino alla presentazione alla Regione. Lella Salvemini
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