MOLFETTA - Come la camera dei fasci e delle corporazioni. Il
Consiglio comunale straordinario (vedi video a destra), convocato per discutere della seconda fase del Piano di riordino ospedaliero, ha palesato non solo le vacue strumentalizzazioni politiche da parte del centrodestra locale sui tagli alla sanità per Molfetta, ma soprattutto il peso politico del dictat del sindaco senatore Pdl
Antonio Azzollini anche quando tra maggioranza e opposizione si raggiunge un pieno accordo politico.
Schizofrenia politica alla massima potenza. Non solo, non è mancato l’attacco strumentale a
Quindici, come accaduto nell’incontro della
Consulta femminile. Questa volta, accanto ai manifestini, uno striscione (per altro ingrigito), alzato anche dal consigliere regionale Pdl
Antonio Camporeale. Ennesima caduta di stile. Ulteriore speculazione politica contro la stampa libera, che nelle sue battaglie di legalità infastidisce il sindaco Azzollini, costretto ad arrampicarsi sugli specchi e inventarsi artefatte proteste, pur di arginare il suo personale tracollo politico (e forse giudiziario) e tentare di salvare il salvabile.
Del resto, lo stesso Azzollini ha partecipato attivamente alla protesta (alzando all’interno del recinto consiliare i cartelloni), un comportamento antipolitico e irrispettoso non solo della sua stessa maggioranza e del consiglio, ma soprattutto dei cittadini che lo hanno eletto. Una pagliacciata, sintomo di un gigante di argilla che vede franare la terra sotto i suoi piedi, mentre annega nel suo stesso sistema. Tra gli altri, si sono astenuti gli assessori presenti e alcuni consiglieri di maggioranza, tra Spaccavento, Scardigno, Panunzio e Cimillo.
«Invitate» anche le telecamere di tre emittenti televisive regionali che hanno indugiato sullo svolgimento dei lavori consiliari, proprio quando è stata inscenata la protesta (capeggiata ancora una volta dai sodali pidiellini) con l’attacco a Quindici. Una rarità le riprese in aula consiliare, bandite dopo la performance del sindaco Azzollini nel settembre 2008, che ha spopolato su youtube. Che l’«invito» non sia stato figlio della speculazione politica? Le telecamere sono rientrate in aula, su richiesta del padrone unico, per riprendere la rappresentazione di un copione già preconfezionato dai malaparte?
BAGARRE INIZIALE
Contestata dal consigliere di opposizione Pino Amato (Udc) la convocazione anomala del consiglio: assente nella carpetta consegnata ai consiglieri un qualsiasi atto su cui discutere. Tra l’altro, secondo l’art.8 del Regolamento del Consiglio comunale la domanda di convocazione dev’essere firmata da almeno un terzo dei consiglieri in carica, come ha evidenziato Mino Salvemini (Pd): assente anche questo. Insomma, che tipo di convocazione ha presentato la maggioranza?
Bagarre in aula, dopo la banale protesta pidiellina tra il pubblico e soprattutto tra i banchi del consiglio. Esagitati Amato e Salvemini che hanno fortemente contestato la demagogia e la strumentalizzazione politica in atto. Necessario l’intervento dei due vigili urbani per smantellarla. Duro confronto che si è ripetuto alla dichiarazione di voto tra Azzollini e Amato (strumentalmente pizzicato).
Più pacato Giovanni Abbattista (Pd) che ha denunciato la «volontà di strumentalizzare una questione delicata perché siamo in campagna elettorale»: il consiglio si è trasformato in una semplicistica tagliola politica (per l’opposizione), in uno scontro tra affossatori e paladini-aizzatori dell’ospedale (centrosinistra vs centrodestra). Un insulso gioco demagogico e propagandistico per un sindaco in agonia politica.
LA CONDIVISIONE POLITICA
Attivarsi sugli enti regionali (come fatto dal centrodestra contro i tagli decretati dalla presidenza Fitto nel 2003) per ottenere un incontro e discutere dei tagli alla sanità e delle prospettive per Molfetta. Dibattere in consiglio la proposta di un ospedale consortile di area tra Molfetta, Corato e Terlizzi (che potrebbe anche divenire nel tempo, come accaduto in altri casi, oggetto di speculazione edilizio-finanziaria). Sollecitare il sindaco a sostenere all’Anci Puglia e nelle sedi opportune le iniziative utili a sostegno delle richieste contenute nell’odg. Queste le proposte dell’ordine del giorno della maggioranza, presentate dal consigliere di maggioranza, Angelo Marzano (Pdl), che ha contestato al centrosinistra lo spargersi di «aria fritta» per l’imminenza delle prossime amministrative.
Consiglio sospeso. Indispensabile analizzare l’odg, avuto dall’opposizione solo in sede consiliare (come avvenuto in altre circostanze), per avviare una concertazione politica tra le parti, poi raggiunta dopo la discussione e la lettura delle comunicazione del
Tribunale del Malato e della Consulta Femminile di Molfetta da parte dei consiglieri
Carmela Minuto e
Domenico la Forgia (maggioranza), come auspicato dal consigliere di opposizione
Nicola Piergiovanni (Sel).
«Non è la battaglia “soli contro tutti” la strada che il Comune di Molfetta dovrebbe percorrere, bensì si potrebbe convocare un consiglio congiunto con i Comuni di Terlizzi e Corato, senza strumentali opposizioni», la posizione di Gianni Porta (Prc), consigliere di minoranza. Necessario ridisegnare le piante organiche dei 3 ospedali, ma strutturando in modo più oculato i tagli dei posti letto: ad esempio, invece di chiudere nefrologia ex abrupto, i posti letto potrebbero essere tagliati su altri comparti sanitari meno operosi o efficienti, spalmando però gli 11 posti letto - aggiunti per raggiungere la soglia minima dei 101 - proprio su nefrologia e UTIC. A meno di nuove decisioni regionali in itinere.
Proposte condivise anche da Abbattista, che ha evidenziato come l’idea di un ospedale consortile non promani dalle menti del centrodestra locale, bensì sia già contenuta nella delibera di Giunta Regionale n.613/10. Una progettazione che potrà essere attuata dopo il Piano di rientro, come anche le stesse assunzioni.
I capigruppo di maggioranza e opposizione, Marzano e Salvemini, coadiuvati dai consiglieri Porta e Mauro Spaccavento (maggioranza), hanno stilato a mano un nuovo odg che predisponeva un incontro con l’assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e proponeva di salvaguardare le unità ospedaliere di Molfetta, Corato e Terlizzi. Inoltre, dava mandato all’amministrazione comunale e al sindaco di avviare la pianificazione di un ospedale consortile, invitando il sindaco stesso a sostenere le ragioni dell’odg condiviso all’ANCI e in altre sedi opportune. Condivisione politica unanime del consiglio.
L’ULTIMA BATTAGLIA A BERLINO
Sciacquone sulla volontà del consiglio: il dictat padronale del sindaco Azzollini, per altro assente in aula durante il dibattito, si è imposto su tutto e tutti, dopo febbrili e concitate consultazioni a “camere chiuse” della “famiglia” politica azzoliniana. Per Azzollini era indispensabile rilevare nell’odg le responsabilità della Regione Puglia sui tagli a Molfetta, dimenticandone però l’origine: il Piano di riordino nazionale, voluto dal centrodestra nazionale (di cui Azzollini è parte attiva) e ricaduto sulla Puglia. Ma anche se le responsabilità fossero state tutte dell’ente regionale (alcuni hanno visto in quell’odg modificato la volontà dall’opposizione di difendere la Regione e la giunta Vendola), sarebbe stato opportuno evitare di boicottare una condivisione politica raggiunta tra le parti.
Ennesima pantomima di Azzollini, che ha attaccato in serie il «corresponsabile» Guglielmo Minervini (che, come spiegato da Salvemini, ha anche evitato la chiusura di chirurgia a Molfetta), la dott.ssa Annalisa Altomare, direttore generale del presidio di Molfetta («è un’espressione politica di Vendola») e Quindici («non c’è mai nulla di vero su questo giornale»), accusato di scrivere falsità quando si è limitato a fare semplice cronaca dei fatti. Una scalata balbettante con deboli picconate sugli specchi, culminata con la minaccia anche di una fantomatica protesta in caso di mancato incontro con Attollini.
Inconsueti i toni e i gesti di un nervoso Azzollini, come se fosse all’ultima battaglia a Berlino con le truppe divise e disperse, ma obbligate a combattere e obbedire fino alla fine. Lo stesso Marzano nel suo intervento di dietrofront ha costruito un’autodifesa arrabattata con le scuse (richieste) (d)al sindaco per la condivisione dell’odg con l’opposizione, poi accusata di aver attuato un «meccanismo di autodifesa» (lo stesso ha ammesso l’«alzata di scudi del gruppo consiliare» perché «non avevo ragionato sulla delibera»). Un passo indietro inaspettato, dopo la discussione consiliare. L’odg è stato approvato dalla sola maggioranza.
Qual era il reale intento del Consiglio comunale, trasformato in una vergognosa trovata pubblicitaria? Ottenere un odg condiviso tra maggioranza e opposizione su una questione di caratura sociale o, piuttosto, rinfocolare la speculazione politica e avviare la propaganda elettorale, speculando sulla pelle dei pazienti?
A cosa è stata dovuta la frenetica e nervosa irritazione del sindaco Azzollini, “telepaticamente” trasmessa a parecchi consiglieri di maggioranza e sodali tra il pubblico? Lo show consiliare è stato forse un’operazione di “sviamento politico”?
Insolita l’assenza in consiglio del vicesindaco Pietro Uva, che potrebbe nascondere il crescente dissenso nei confronti del sindaco. Confermato anche dal fatto che il numero legale, all’inizio del consiglio, è stato mantenuto grazie alla presenza dei consiglieri di opposizione: infatti, la seduta sarebbe stata sciolta con la sola conta dei consiglieri di maggioranza che sono arrivati alla spicciolata, molto in ritardo (assente anche il sempre presente consigliere Pietro Mastropasqua). Segno tangibile forse del malcontento che serpeggia tra le file della maggioranza o del dissenso sulle modalità autarchiche e padronali.
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