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Consiglio Comunale di Molfetta, il sindaco Paola Natalicchio: “crisi profonda ma ora è alle spalle. Insieme per il rilancio”. Annalisa Altomare è sempre polemica La massima assise cittadina dà il benvenuto a Sergio De Pinto subentrato al posto di Giulio Germinario nominato assessore. L'opposizione chiede a gran voce un consiglio ad hoc per discutere la crisi politica di luglio
11 settembre 2015

MOLFETTA - Il consiglio comunale di Molfetta con una seduta straordinaria dà il benvenuto al dottore Sergio De Pinto( politicamente vicino ad Annalisa Altomare) neo consigliere comunale del Pd, prende atto del ritiro delle deleghe di assessore a Giovanni Abbattista,  della nomina di Giulio Germinario, (dimessosi da consigliere e ora assessore a appalti e contratti, patrimonio, manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e nuove opere sportive, lavoro e sviluppo economico) e abbozza un primo dibattito di carattere politico sulla crisi attraversata questa estate dall'amministrazione di centrosinistra.

Un consiglio teso e frammentato, zeppo di lungaggini tecniche e che avrebbe invece dovuto essere solo di natura formale (saluto al nuovo consigliere De Pinto) e quindi di assai breve durata per accogliere poi alle 18 le delegazioni dei molfettesi nel mondo (arrivate in comune oltre un'ora dopo) per il consueto Molfetta Day e che invece si è impigliato per un'oretta abbondante sulla richiesta dell'opposizione prima di affrontare un dibattito politico e poi almeno di rinviarlo all'inizio della prossima seduta. Richiesta quest'ultima, che dopo un tira e molla che ha riservato qualche momento di tensione piuttosto comica (coinvolgendo i consiglieri Mariano Caputo e Mauro De Robertis,  che si sono scambiati reciproche accuse di intolleranza autoritaria culminate nel “tu mi strozzi!” esclamato dal primo nei confronti del secondo) è stata generosamente accolta dal sindaco Paola Natalicchio e dal presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni che si è impegnato a discuterne in conferenza dei capigruppo.
Generosamente, perché l'opposizione è di fatto evaporata, avendo perso Saverio Tammacco e Lia De Ceglia (anche ieri entrambi assenti), scomparsi dai radar della politica molfettese e ormai entrati saldamente nell'area del centrosinistra pugliese legato al governatore Michele Emiliano. Sono rimasti in sei dunque, privi del minimo numerico (1/3, otto consiglieri) necessario per convocare una seduta del consiglio. Mentre in aula si dibatte sulla necessità o meno di celebrare il dibattito politico (una squisita controversia quasi kafkiana) le delegazioni internazionali dei molfettesi attendono in Villa Comunale l'arrivo delle istituzioni, per il disappunto del presidente Piergiovanni, amareggiato per l'andamento dei lavori: “stasera qualcosa non sta andando come dovrebbe. Non ho mai strozzato il dibattito, basti pensare che l'ultimo consiglio, quello sul bilancio, si è protratto per 12 ore e tutti hanno parlato di tutto. L'organizzazione dei lavori di questo consiglio è una mia responsabilità, sempre ascoltando la commissione affari costituzionali ovviamente e oggi avevamo pensato di accorpare gli ordini all'ordine del giorno con il Molfetta Day al fine di ottimizzare i tempi. Le cose sono andate diversamente. Ma io che ho frequentato l'università della vita, ho imparato anche oggi che non mi posso più fidare di voi consiglieri  e che da stasera prenderò le mie decisioni nel pieno, rigoroso rispetto del regolamento. Invito tutti i consiglieri a partecipare alla conferenza capigruppo per determinare l'organizzazione dei lavori. Sono molto dispiaciuto di come sono andate le cose”.
Per un po' i consiglieri Caputo e Pisani hanno continuato a chiedere a gran voce ulteriori rassicurazioni sullo svolgimento del dibattito in sede futura, mentre il sindaco è intervenuto concedendo un primo spunto di riflessione sulla crisi del centrosinistra ormai alle spalle: “respingo al mittente le accuse di messa in scena e balletto di poltrone. Quella di luglio è stata una crisi politica seria, interna ad una maggioranza plurale, abitata da forze politiche organizzate in modo differente le une dalle altre: all'interno della nostra coalizione ci sono partiti politici e liste civiche. La crisi non ha riguardato il rimpasto ma i rapporti tra questo sindaco e una forza politica: per giorni è stata una situazione di zinco, senza finestre e ha avute le sembianze di una dolorosa frattura che poi abbiamo avuto la forza tutti insieme di sanare. Non c'è stato nessun alleggerimento delle deleghe concesse agli assessori: ritengo di avere il polso per dire che queste deleghe daranno frutti importanti”.
Sul futuro nessun dubbio: “sono convinta che saremo capaci di dar vita a un forte rilancio amministrativo e che smentiremo le accuse di immobilismo mosse per dir la verità anche da parti un po' desuete, dalle quali non mi aspettavo potessero arrivare, ma probabilmente sono dovute alle tensioni del mese di luglio. E' un quadro falso. In queste ore con i parcometri siamo usciti dal medioevo dei grattini, la settimana prossima accenderemo il gas alla zona industriale, amplieremo i cantieri del museo del Pulo, amplieremo il Palapoli, avvieremo lavori di manutenzione presso la piscina e il Paolo Poli e siamo stati tra i primi di Italia a dare vita a una contabilità armonizzata, tema sul quale ci chiedono lumi da tutta Italia. Avvieremo il porta a porta  e rinnoveremo i nostri autobus. Abbiamo inoltre messo in moto 80 gare d'appalto grazie ai nostri uffici dall'inizio dell'anno”. 
Dopo il chiarimento del sindaco, il consiglio ha proceduto a sostituire quale componente Commissione Consiliare Permanente n. 3 “Personale, Affari Generali, Pari Opportunità, Trasparenza, Protezione Civile e Automazione” Giulio Germinario con il dottor Sergio De Pinto, salutato dal presidente della commissione Roberto La Grasta. E se la minoranza confusa e azzoppata ha poco altro da offrire che le esternazioni folkloristiche di Mariano Caputo, ci pensa Annalisa Altomare (che però siede tra i banchi della maggioranza) a rianimarla. L'ex dc, ieri è riuscita a ottimizzare le due ore di consiglio comunale trovando il tempo per sostenere la richiesta dell'opposizione di un dibattito politico sulla crisi, lamentarsi dello svuotamento delle commissioni e battibeccare con il sindaco accusato di un sorriso di troppo mentre ha preso la parola (“sindaco non rida guardandomi negli occhi!”).
Sulle commissioni la dott.ssa Altomare ha chiarito come “bisogna decidere se attribuirle un ruolo o meno. Molte problematiche discusse in consiglio possono invece essere già risolte in commissione. C'è bisogno che si esprima volontà di dare peso alle commissioni. Le mie dimissioni da presidente commissione urbanistica nascono dalla difficoltà di acquisire atti riguardo le opere pubbliche 2014-2016. E' stato un segnale forte che ho lanciato, interpretato in modo malevolo. Mi auguro che la mia raccomandazione venga accolta”.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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