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Consigliere comunale e guardia ecozoofila, ma irrigava i suoi campi con acque reflue
15 settembre 2005

Nuova tegola sul capo dell'amministrazione comunale di centrodestra. Dopo lo scandalo del consigliere comunale di Forza Italia coinvolto nel cosiddetto “sexygate” con denunce reciproche con la sua presunta amante (la nota storia di Mimì e Antonella) per molestie e per aver sottratto materiale da un ufficio comunale, ora è la volta di un altro esponente della maggioranza denunciato alla magistratura (la Procura di Trani ha aperto un fascicolo) dalla Polizia municipale. L'uomo è stato sorpreso in flagranza nei giorni scorsi mentre irrigava i campi con acque reflue in un terreno di sua proprietà in contrada “Navarrino”, al confine con il Comune di Terlizzi, prelevandole con una motopompa dall'emissario “Savanella” collegato al depuratore dei Comuni di Ruvo e Terlizzi. Ma il fatto più grave è rappresentato dal ruolo che l'agricoltore svolgeva: guardia ecozoofila dell'Anpana (Associazione nazionale protezione animali, natura, ambiente). Era stato lo stesso sindaco Tommaso Minervini a nominare l'agricoltore, il 25 febbraio scorso, guardia volontaria comunale. L'uomo è Giuseppe Balestra, 37 anni, (il padre, Corrado, è presidente del Comitato feste patronali), ambientalista dell'Anpana e consigliere comunale dell'Italia dei Valori, il partito di Di Pietro che per una scelta molto discutibile (forse anche all'insaputa dell'ex magistrato di “Mani Pulite”), ha aderito al centrodestra per iniziativa del suo rappresentante locale Francesco Nappi, nominato assessore comunale all'agricoltura. Da questa vicenda l'Anpana, un'associazione scelta dall'amministrazione comunale di centrodestra per la tutela dell'ambiente, non ne esce certo bene, tant'è che i suoi dirigenti hanno provveduto immediatamente ad espellere la guardia ecozoofila dall'associazione per prendere le distanze dal grave episodio che può mettere a rischio la salute pubblica. Il Balestra a questo punto avrebbe dovuto sentire la responsabilità di dimettersi da consigliere comunale, responsabilità che non fu avvertita dall'altro suo collega di coalizione quando scoppiò lo scandalo del “sexygate”. Invece, dopo essere stato espulso dall'Italia dei Valori, si è dichiarato indipendente ed è rimasto attaccato alla poltrona. In questi giorni a livello nazionale si dibatte molto sulla cosiddetta “questione morale”, crediamo che anche a Molfetta sia necessario aprire un capitolo su questo tema, soprattutto da parte dell'opposizione di centrosinistra, che già all'epoca dell'altra vicenda non fece mancare le sue critiche all'amministrazione comunale per la scelta di non far dimettere il consigliere di maggioranza, anzi di fare quadrato attorno a lui, anche per evitare che al suo posto potesse subentrare un consigliere scomodo, Giuseppe de Candia, non gradito ai maggiorenti del Polo, per aver rivisto le sue posizioni aderendo al centrosinistra. A pochi mesi dalle elezioni, sarebbe opportuno fare chiarezza, prima di presentarsi ai cittadini per chiedere nuovamente il consenso.
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