Consigliando, consigliando
CORSIVI
Deve provocargli un brividino lungo la schiena, una sensazione particolarmente piacevole. Lo suona frequentemente. Drin, drin, almeno 20-30 volte a seduta. Quel campanello per il Presidente deve rappresentare qualcosa di più di un semplice mezzo per chiamare a raccolta o richiamare all'ordine. Capita anche che pigi così, senza motivo: doppio, triplo drin.
Si discetta, prima di entrare nel merito dell'o.d.g., se sui verbali della precedente seduta sia stato scritto “maggioranza bulgara”: pare che qualcuno, evidentemente a digiuno di storia, avesse parlato di “maggioranza polacca”.
Centrone stuzzica il pacato Uva sull'assunzione di cariche e il Presidente prova a prendere le difese di quest'ultimo. Fulmineo il primo: “Presidè, ho omesso qualcosa nei suoi riguardi?”. Ancora si ride e quel mattacchione di Fiorentini, notando che il transfuga Cimillo si attarda nell'alzare il braccio e allinearsi alla maggioranza per l'approvazione di un bilancio: “Cimì, che te ne sei scordato?”. Altre risate, roba da prima serata in TV.
L'emendamento Lucanie sul concepimento (che una signora del pubblico bolla come “un'enciclica”), ha risvegliato, a detta di Centrone, le coscienze sopite dei consiglieri: a dire il vero ce ne sono alcuni caduti in un letargo così profondo che manco il Papa in persona riuscirebbe a destare. Confidiamo nella primavera.
Sallustio ventila l'ultima novità: l'autocombustione della mondezza. Cattiveria: c'entrano qualcosa i due estintori in aula?
Ancora Pino Amato protagonista all'inizio di un'altra convocazione: “Prego i signori consiglieri di spegnere i cell…”. Ops, interferenza audio: sta squillando il suo.
Stesso andazzo dalla prima seduta: “Chiedo cinque minuti si sospensione”. Di rimando: “Che siano cinque: accordata”. I lavori riprendono dopo tre quarti d'ora. Maledetti Bergson ed Einstein.
Eugenio Tatulli