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Comparto 5, anche a Molfetta la moltiplicazione dei pani e dei pesci?
18 ottobre 2012

MOLFETTA - È la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Perché anche al Comune di Molfetta è concesso elargire miracoli. Dopo quasi 8 anni dal bando del 2004, il Settore Territorio ha indetto una procedura di gara per individuare due soggetti che realizzeranno in coppia una singola unità residenziale in regime di edilizia convenzionata nel comparto 5 (alle spalle del Garden Hotel).
È già stato confezionato e pubblicato l’avviso pubblico per questa unità edilizia (nella foto, in giallo) che scalza quello del 2004, dividendo a metà il computo degli alloggi e legando l’onere dell’area al costo di acquisizione delle aree e agli oneri di urbanizzazione, ancora oggi un giallo amministrativo tecnico-finanziario per il Comune di Molfetta (in molti casi, gli oneri sono stati versati, ma in parte indirizzati per altre finalità, mentre le opere di urbanizzazione sono state realizzate con anni di ritardo e spreco di soldi pubblici).
Inoltre, le superfici commerciali sono state computate come superfici residenziali, anche se il patio duplex non dovrebbe avere superfici commerciali: mero errore materiale, visto che l’avviso pubblico ricalca quello del 2004 (in cui erano incluse anche palazzine con piani commerciali), o errore volontario? Eventuale inesattezza che potrebbe favorire anche lo stravolgimento della sagoma del fabbricato.
Infatti, si tratta di un patio duplex di 16 alloggi con piano interrato, piano rialzato e primo piano, diviso come una fetta di formaggio tra due imprese: due le subunità, entrambe da 3.042 m2 (8 alloggi) per un prezzo di cessione di 179mila euro ciascuna. E la doppia aggiudicazione potrebbe creare anche un “corto circuito”, nonostante il progetto esecutivo sia stato già definito dal disciplinare delle caratteristiche minime per la realizzazione delle unità edilizie.
Le perplessità sono legittime per alcuni infelici precedenti di edilizia convenzionata. In altri casi, sempre nel comparto 5, quando la palazzina è stata edificata da una sola impresa, oltre all’aumento delle volumetrie, il patio duplex è divenuto simplex, stravolgendo il profilo del fabbricato con l’introduzione di un piano commerciale.
Perciò, gli uffici comunali e gli organi di controllo compenti dovrebbero meglio verificare che sulle palazzine di edilizia convenzionata non siano state commesse irregolarità tecnico-esecutive: ad esempio, aumento di volumetrie, vani tecnici e sottotetti trasformati in appartamenti residenze costruite sui lastrici solari e consegnate a persone non incluse in graduatoria o, peggio, assunte dai costruttori, progetti esecutivi non conformi ai requisiti disposti nei capitolati e al prezzo di aggiudicazione, varianti anomale, inclusione degli oneri accessori nel prezzo di vendita, procedimenti per la concessione del certificato di agibilità e abitabilità, per l’asservimento dei box auto e per l’assegnazione di più palazzine di edilizia convenzionata a una sola impresa (misura contraria alla legge). L’elenco potrebbe essere infinito.
Stessi controlli dovrebbero essere eseguiti sulle modalità di vendita e di locazione degli alloggi e, in particolare, sui procedimenti di aggiudicazione. Infatti, nella determina n.134 non si motiva il diritto di prelazione, mentre la n.133 riesuma una relazione interna dell’ex dirigente del Settore Territorio, Giuseppe Parisi (defunto), che ritiene possibile assegnare il diritto di prelazione e metà della volumetria dell’unità edilizia «poiché il volume che le aree in possesso dell'Impresa Gianfranco Germinario esprimono, al netto del 40% della volumetria privata, è pari a mc. 4.206,28».
In effetti, il bando per l’assegnazione delle unità edilizie dei comparti edificatori 1-12 già nel 2004 aveva creato alcune discrasie tra Comune, costruttori e proprietari dei terreni. Nel caso specifico, l’impresa, proprietaria di una volumetria esterna al comparto 5, aveva richiesto il diritto di prelazione su una palazzina di questo comparto: di fronte al diniego del Settore Territorio, era ricorsa al TAR. Tuttavia, dopo una relazione interna dell’ing. Parisi che riconosceva il suo errore materiale, il ricorso è stato abbandonato, fino alla sua estinzione naturale nel 2011. La stessa palazzina, fu però suddivisa in due, definendone il diritto di prelazione. Un vero e proprio mistero della “fede” amministrativa a un anno dall’estinzione del ricorso (attesa inspiegabile).
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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