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Clizia e la sua canzone con la voglia di amare
15 settembre 2021

Il 27 luglio è stato lanciato il nuovo singolo della cantautrice molfettese Anna Mancini, in arte Clizia. La canzone è stata scritta da Anna Mancini e da Vinn Camporeale, produttore della casa discografica Stay Record di Milano, la quale ha successivamente realizzato anche il video musicale. La scrittrice, cantante (nuovamente in gara quest’anno per la quarta edizione del trofeo “Nilla Pizzi” la cui semifinale si svolgerà a Sanremo), infermiera e anche collaboratrice di “Quindici” si apre ai lettori, raccontando la sua storia, il suo rapporto con la musica e dandoci anche delle informazioni sul suo video e sul significato della canzone, ora disponibile su tutte le piattaforme musicali comprese Spotify e Youtube. Anna, com’è iniziato il tuo percorso da cantante? «Com’è iniziato il mio percorso? Non lo so. L’anno scorso è stato molto difficile per me, in quanto oltre ad essere una cantautrice, sono anche un’infermiera. Sono arrivata ad un punto della mia vita in cui non capivo più nulla, a causa del mio lavoro. Tutte le mattine, svegliarsi e andare a lavoro, essere a contatto con i malati diventava sempre più difficile. Sentivo il bisogno di fare qualcosa di diverso, di speciale, che portasse un po’ di felicità nella mia vita, sentivo il bisogno di “fare una pazzia”. Un giorno, mentre guardavo le notizie sui social, mi imbattei in un post che annunciava la terza edizione del “Trofeo Nilla Pizzi”, un importante concorso nazionale per cantanti e cantautori. Il concorso è formato da due fasi, la prima nella quale bisogna mandare un file audio con una propria canzone o una cover; quando si superava questa fase, si accedeva alla seconda fase nella quale ci si esibiva dal vivo. Certa di non passare, mandai un file audio di una mia vecchia edizione, feci questa pazzia e fui presa. Dopo innumerevoli dubbi, pensieri e preoccupazioni, decisi di andare ed esibirmi dal vivo e contrariamente a tutte le aspettative, superai anche la seconda fase, arrivando in semifinale. Nonostante io non fossi arrivata in finale, la mia voce fu notata da più di un giurato, per questo motivo, a novembre, venni contattata da Vinn Camporeale, il direttore artistico di questo concorso, che successivamente scoprii essere anche il produttore della Stay Record di Milano, la casa discografica con la quale poi avrei creato il mio singolo e il video musicale». Come concili la passione del canto con il tuo lavoro di infermiera professionale? «Io ho iniziato a cantare nella scuola “Dvorak” di don Salvatore Pappagallo a 25 anni come contralto, anche se in realtà io sono soprano. Quando ho iniziato a lavorare come infermiera sono andata al Nord e ho dovuto mettere da parte la mia passione per l’arte, quest’ultima è riaffiorata anni più tardi, quando ho fatto teatro amatoriale per diversi anni. A quarant’anni ho iniziato a prendere lezioni di canto lirico da privatista che mi hanno permesso di accedere al Centro Studi delle Arti di Napoli. Poi c’è stato il covid, che mi ha bloccata fino a giugno, periodo nel quale ho poi realizzato il mio singolo. A causa del Covid, questo periodo è stato molto pesante e brutto. Noi infermieri andavamo ogni giorno a lavorare, ma senza sapere davvero cosa stessimo facendo. Io sono stata accanto a pazienti, medici e colleghi positivi e non ho idea di come io abbia fatto a non essere contagiata. Abbiamo continuato a lavorare con addosso la paura, generata dal fatto che non conoscessimo questo “nemico invisibile”». Da chi sei stata incoraggiata a scrivere testi e cantare? «Io scrivo da quando avevo sedici anni. Sono stata stimolata a continuare a scrivere da don Tonino. È stato lui il primo ad apprezzare il mio modo di scrivere, lui è stato una luce nella mia vita, mi spingeva sempre a continuare a scrivere e per questo motivo iniziai a credere in me stessa e nella mia scrittura. Don Tonino mi è stato accanto durante il mio percorso adolescenziale, com’è stato accanto a tanti altri giovani. Il testamento che lui mi ha lasciato prima di morire è stato proprio l’impegno di continuare a scrivere. Anche per questo motivo, io ho chiesto al mio produttore di poter scrivere il testo della mia canzone: don Tonino non avrebbe voluto vedermi cantare un testo di qualcun altro. Nel periodo in cui stavo studiando il testo della mia nuova canzone, sognai don Tonino. Questo sogno ha un significato importantissimo, se penso al fatto che io non lo sogno quasi mai. Nel sogno, don Tonino era soddisfatto della mia nuova canzone, parlava di quanto fosse fiero di me. Al risveglio, ho capito che questa canzone era benedetta. Quando ho fatto questo sogno, mi sono sentita protetta». Qual è il significato del tuo nome d’arte “Clizia”? «Clizia è la ninfa che amava il dio Apollo, ma il suo amore non era corrisposto. Per continuare ad amare Apollo, Clizia decide di chiedere a Zeus di poter diventare un girasole in modo tale da continuare a seguire e adorare il sole. Clizia è la ninfa dedicata all’amore per l’arte e la cultura. Questa ninfa è associata alla mia persona, in quanto amo l’arte e la cultura e mi impegno in questa direzione con la partecipazione a vari corsi di teatro, la pubblicazione di articoli e di un libro e ora ho anche realizzato questo singolo». Qual è il significato della canzone? «La canzone si chiama “Desiderio”. Qual è il desiderio? Amare. Il testo descrive questo desiderio. La donna, metaforicamente, scappa nel bosco, quest’ultimo rappresenta la vita, quindi le angosce, le vicissitudini e tutto ciò che c’è nella vita di ognuno di noi. L’abito è bianco e rappresenta la purezza, che viene sporcata dalle cadute della donna nel video, che rappresentano gli ostacoli della vita. Dopo ogni caduta però ci si rialza, e si continua a correre, a vivere. La pioggia ci purifica e ci fa rinascere a nuova vita e ci regala il sogno, la speranza che tutto può ricominciare e che non tutto è perduto. Le esperienze negative del passato non devono renderci incapaci di amare e di comunicare. La canzone, quindi, descrive il desiderio di amare, perché tutti dobbiamo amare ed essere amati sempre, perché la vita è amore».

 

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