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Cittadinanza onoraria del Comune di Molfetta a Piero Terracina
17 dicembre 2013

MOLFETTA - “A Piero Terracina, testimone instancabile della Shoah che, sopravvissuto alle persecuzioni razziali e alla deportazione nel campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, ha trovato la forza di raccontare l'orrore, portando in tutta Italia, in Europa e nella nostra Molfetta la sua testimonianza, rivolta soprattutto ai giovani e trasformata nel dialogo costante con loro in memoria attiva, educazione civica e costruzione di un futuro libero dalla barbarie del nazifascismo”. Con questa motivazione domani, mercoledì 18 dicembre 2013, alle ore 10 in un Consiglio Comunale aperto alle scuole della città nell’aula di Palazzo Giovene sarà conferita la cittadinanza onoraria a Piero Terracina.

“Piero – spiega il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio – in più occasioni, ha voluto far dono della sua memoria e dei suoi insegnamenti agli studenti e agli abitanti di Molfetta, instaurando con la nostra città un legame profondo e radicato nel tempo. A quasi vent’anni dalla sua prima visita a Molfetta, abbiamo deciso perciò di conferirgli la cittadinanza non solo per onorare i suoi meriti ma anche per raccogliere il testimone che ci ha voluto consegnare con il racconto della sua vicenda e dell’orrore di cui è stato vittima”.
Per la prima volta Piero Terracina fu ospite a Molfetta a metà degli anni Novanta, in occasione di un convegno organizzato dalla casa editrice “la meridiana”. Era quella una delle prime “uscite” pubbliche di Terracina, che, ancora preso dalla sua attività lavorativa di dirigente d’azienda, proprio in quegli anni iniziava la sua generosa e paziente attività di testimonianza. L’occasione era stata data da un convegno rivolto ad educatori e studenti della scuola media superiore sul tema: il bisogno di guardare al futuro partendo dalle radici della nostra storia repubblicana e della nostra democrazia.
La testimonianza di Terracina fu particolarmente toccante. La scelta di raccontare pubblicamente la sua vicenda era ancora recente. Il pudore e il timore dell’indifferenza erano forti. Ma l’incontro con i giovani di Molfetta spinse Piero ad andare avanti. Da allora Terracina è stato invitato a ripetere la sua testimonianza davanti alle platee più illustri, ha visitato centinaia di scuole e ha accompagnato migliaia di ragazzi in visita ad Auschwitz-Birkenau. Ma con Molfetta nel tempo ha conservato un legame speciale.
Nel 2003 Piero fu protagonista di una serie di incontri con le scuole di questa città e di Bisceglie. In quell’occasione i ragazzi gli chiesero di vedere il numero con cui da prigioniero era registrato nel campo di Auschwitz, Piero mostrò il braccio con il pudore, che ancora oggi, lo accompagna quando parla e mostra l'orrore di cui è stato vittima. Appena pochi mesi fa, a maggio scorso, Piero Terracina ha regalato a Molfetta un altro incontro in piazza e con le scuole. 
La sua storia è stata segnata a partire dal 1938 con l’emanazione delle leggi razziali. Fu espulso dalla scuola perché ebreo, mentre a suo padre, Giovanni, fu tolta la possibilità di esercitare la professione di rappresentante di commercio; quando, cinque anni dopo, il 16 ottobre 1943, giorno del rastrellamento degli ebrei romani (oltre mille furono catturati più il bambino che nacque dopo la cattura, tornarono solo 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino), dovette lasciare la sua casa e nascondersi in un alloggio di fortuna; e infine quando, il 7 aprile 1944, le SS accompagnate da due fascisti vennero a prendere anche lui e tutta la sua famiglia. Erano stati venduti da quegli italiani per cinquemila lire. Tanto pagavano i tedeschi gli italiani che collaboravano alla cattura di un ebreo. C’era anche lo zio paterno, Amedeo Terracina, che quella sera si era fermato a celebrare la Pasqua ebraica con loro. Furono tutti arrestati, portati a Regina Coeli, messi sui vagoni diretti al campo di Fossoli, vicino Carpi, e di lì deportati ad Auschwitz. Di otto che erano, solo Piero è ritornato. Sua madre, Lidia Ascoli, suo padre, Giovanni, sua sorella, Anna, la più grande di quattro figli, nata nel 1921, i suoi fratelli, Leo, nato nel 1923 e Cesare, nato nel 1924, il nonno paterno, Leone, e lo zio, Amedeo Terracina, furono tutti sterminati ad Auschwitz.
“Un fiore ai miei cari non posso che gettarlo nel vento”, dice spesso Piero.
“Consegnandogli la cittadinanza – aggiunge il sindaco Natalicchio – vogliamo dire anche a Piero che qui a Molfetta avremo sempre un fiore da gettare nel vento per i suoi cari. E che i suoi morti resteranno per sempre nella memoria di questa città, insieme alle migliaia di ebrei italiani sterminati nei campi di concentramento durante la Shoah. Conferire la cittadinanza onoraria è un gesto solenne, con cui vogliamo iscrivere nella memoria ufficiale di Molfetta l'incontro con Piero Terracina come momento tra i più alti e fondanti lo spirito di solidarietà, partecipazione e condivisione dei valori di democrazia, uguaglianza e libertà, che sempre devono ispirare il nostro agire”.
Nel conferirgli la cittadinanza, il Comune di Molfetta si impegna a proseguire il percorso di memoria e di formazione civica iniziato con lui. Per questo, all’inizio del prossimo anno, in preparazione della giornata della Memoria che si celebrerà il 27 gennaio 2014, organizzeremo un primo viaggio con gli studenti delle scuole superiori che avrà come destinazione Roma. In questo modo, vogliamo far conoscere direttamente ai ragazzi delle scuole superiori di Molfetta i luoghi in cui Piero è cresciuto, quelli in cui si è consumata la segregazione e la deportazione degli ebrei romani e quelli in cui nel dopoguerra lentamente è ricominciata per i superstiti la vita. Visiteremo la sinagoga o Tempio Maggiore, il Museo ebraico, il ghetto di Roma. Ma anche il quartiere di Monteverde in cui Piero è cresciuto e dove sono ancora incisi i segni della deportazione e dello sterminio dei Terracina. Per ciascuno di loro, una pietra d'inciampo con inciso il loro nome è stata incastonata nel selciato, davanti all’abitazione da cui i Terracina furono portati via quella sera del 7 aprile 1944. Sarà una delle tappe della nostra visita a Roma, sulle orme di Piero Terracina, cittadino di Roma e del mondo e da domani anche cittadino onorario di Molfetta.

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