Sono solo tre questa volta i candidati sindaci e sono tutti veramente alternativi uno all'altro, per cui anche in caso di ballottaggio, gli accordi saranno difficili. In corsa per la poltrona di primo cittadino sono in tre: il sindaco uscente, il sen. Antonio Azzollini di Forza Italia, con la sua lista del Popolo della libertà; Mino Salvemini del Partito Democratico con la coalizione di “riscossa o emergenza democratica”; Antonello Zaza di Rifondazione con la Sinistra l'Arcobaleno. Tutti tre devono fare i conti con la cosiddetta «antipolitica» che anima buona parte dell'opinione pubblica delusa dai partiti, il partito dell'astensionismo, che potrebbe condizionare la consultazione elettorale. Per conoscerli meglio sia sul piano personale che su quello programmatico, abbiamo rivolto loro 5 domande, 3 sono comuni a tutti (le trovate nel box centrale) e le altre due sono personalizzate. Cominciamo dal sindaco uscente ANTONIO AZZOLLINI. 1 – «Come Senatore della Repubblica e quindi come componente della classe dirigente nazionale ritengo che una delle priorità più urgenti è quella di mettere in moto il Meridione d'Italia. In fatto di produttività, ricerca tecnologica, livello di investimenti il gap rispetto al resto dell'Europa, ma anche e soprattutto rispetto al Nord Italia, agli Stati Uniti e ai Paesi emergenti dell'estremo Oriente è diventato insostenibile. Bisogna però trovare il coraggio di dire che il rilancio della Puglia deve necessariamente passare attraverso una terapia shock che contempli una massiccia dose di investimenti in infrastrutture logistiche (porti, strade, linee ferroviarie) che attirino gli investimenti di imprese ad alto tasso di innovazione tecnologica. Questa che si presenta è l'ultima occasione per rimettere in piedi il Sud Italia e per fermare la sua deriva. È l'ultima occasione per restituire potere d'acquisto alle famiglie e con esso la speranza di arrivare dignitosamente fino alla fine del mese. Invece, come amministratore di una città importante come Molfetta punto a rinnovare e riqualificare la classe politica: guardi, la gente è stufa dei politicanti che un giorno stanno da una parte e il giorno dopo stanno dall'altra in base a interessi esclusivamente personali. La gente non ha più fiducia in quelli che predicano bene e razzolano male. Gli slogan e le filastrocche sono fatti di parole che non costano niente. Per i fatti servono persone oneste, competenti e soprattutto persone coerenti ». 2 – «La pulizia e la vivibilità, prima di tutto. Il nostro è un programma di lavoro di cinque anni che farà di Molfetta una città ancora più bella, più sicura e più tecnologica. È un programma che si pone in continuità con quello che il centrodestra ha attuato negli ultimi sette anni di amministrazione e che ha portato Molfetta ad essere una della città più importanti della regione sia sul piano economico che culturale. Basterebbe farsi una passeggiata nella zona industriale o nel centro storico o, ancora, nelle zone di espansione edilizia per rendersi conto di quanto la città sia cresciuta in questi ultimi anni di centrodestra. Abbiamo già avviato importanti progetti e adesso insieme dobbiamo completarli. La possibilità di portare a Molfetta altri grandi opere è a portata di mano». 3 – «Non le dico cosa propongo ma ciò che ho già iniziato a fare. La mia amministrazione ha approvato in questi ultimi due anni un piano particolareggiato per realizzare in breve tempo la terza zona artigianale, una nuova area logistica pensata per l'insediamento di grandi imprese ad alto tasso di tecnologia e ricerca. L'idea è quella di creare spazi occupazionali per i nostri giovani ingegneri, architetti, informatici, biologi. Garantire loro un futuro significa valorizzare la formazione, la ricerca e scommettere su un'Università più efficiente e soprattutto più giovane. Soprattutto è necessario diffondere la cultura del merito secondo cui chi vale e chi studia deve andare avanti». 4 – Come risponde a chi l'accusa di voler accentuare tutto con la doppia candidatura? «Faccio rispondere ai tanti cittadini che ogni giorno incontro per strada e che mi dicono di sapere quale opportunità sarebbe avere un Sindaco che sia anche Senatore. La gente è intelligente e sa bene che alla fine contano i fatti. Del resto, il contributo che come senatore ho dato alla mia città negli ultimi anni è straordinario e mi viene riconosciuto da tutti». 5 – Non la preoccupa la costituzione di una vasta coalizione di “emergenza democratica”, una sorta di “tutti contro Azzollini”? «Scusi… tutti chi? Anche in questo caso i miei avversari puntano su ridicoli slogan con i quali non si può amministrare una città. Il candidato sindaco mio avversario già dopo un giorno dalla presentazione delle liste ha parlato di rapporto di fiducia interrotto con uno dei suoi nuovi alleati. I molfettesi hanno capito che la coerenza e la chiarezza stanno dalla nostra parte. I “tutti” siamo noi. La città sta con noi. Ve ne accorgerete dopo il 13 e 14 aprile». Ecco le risposte del candidato sindaco MINO SALVEMINI 1 – «Il progetto politico alla base della mia candidatura nasce da una constatazione oggettiva: Molfetta deve voltare pagina. Oggi appare come una città totalmente abbandonata a se stessa, trascurata, trasandata, sciatta. Sporca, incredibilmente sporca. E' giunto il momento di tornare a prendersene cura, con un impegno costante ed una dedizione piena, quotidiana, che il sindaco-senatore in questi due anni ha dimostrato di non poter assicurare. Per questo, su una proposta di governo che si pone in netta discontinuità rispetto a quella rappresentata da chi ha amministrato (con risultati fallimentari) nel più recente passato, è stato possibile trovare una convergenza politica e programmatica con le liste che mi sostengono, raggiungendo una sintesi avanzata tra le forze democratiche, laiche e riformiste, e quelle del centro cattolico e moderato. Noi non siamo insieme contro qualcuno, come strumentalmente si vuole far credere, ma per realizzare la nostra idea di città. Una città diversa, migliore, in cui sia bello vivere e che possa far sentire ogni cittadino partecipe delle scelte strategiche che lo riguardano più direttamente, a fronte di una gestione assolutamente personalistica ed autoreferenziale del potere che abbiamo sperimentato in questi anni e che ha determinato lo stesso sgretolamento della coalizione che ha amministrato negli ultimi anni, con la presa di distanze delle forze moderate e più avvedute. Obbiettivamente, poi, Molfetta vive una anomalia rappresentata dall'accentramento di tutti i poteri (economico, politico, amministrativo) in capo ad una sola persona, fattore questo che determina delle distorsioni nel quadro politico locale. Ecco, dobbiamo consentire a Molfetta di tornare ad essere una città normale, e non il feudo di un signorotto locale». 2 – «Siamo convinti che Molfetta sia una città straordinaria, dalle enormi potenzialità, ma che vive un momento delicatissimo della sua storia recente, in bilico tra la possibilità di spiccare il volo, grazie alle tante risorse di cui dispone, ed il lento ma inarrestabile declino degli ultimi anni. Tutti possono constatare direttamente quale livello di degrado abbia raggiunto la città e voi di Quindici per primi avete denunciato questo stato di cose con la pubblicazione, per esempio, della bellissima lettera- denuncia della Sig.ra Cristina Muti. Occorre porre un argine a questo declino ed inaugurare una nuova stagione politica ed amministrativa. Ed allora cinque saranno i punti principali della nostra azione di governo: innanzitutto la nostra priorità sarà la vivibilità urbana, restituendo dignità e decoro alla città. In secondo luogo Molfetta deve uscire dall'isolamento istituzionale in cui è stata relegata in questi anni a causa di una visione miope e autarchica che rischia di tenerla fuori dalle grandi scelte strategiche che si stanno compiendo proprio in questi mesi e che riguardano il futuro di tutto il nostro territorio. Penso, quindi all'adesione del nostro porto all'Autorità Portuale del Levante ed all'impegno pieno e deciso nell'ambito della Programmazione Strategica dell'Area Metropolitana di Bari, dalla quale siamo stati del tutto assenti in questi anni, rischiando di perdere tantissime opportunità. Ma Molfetta, attraverso un apposito piano ed il potenziamento del Comando di Polizia Municipale, deve tornare ad essere anche una città sicura, dal momento che negli ultimi tempi – nel lassismo più totale i fenomeni di microcriminalità, di illegalità diffusa e di violazione sistematica delle regole di convivenza civile stanno destando preoccupazione ed allarme sociale nei cittadini. Vivibilità urbana, poi, significa anche rilanciare il commercio di prossimità in città che sta vivendo una fase molto critica per via delle grandi strutture commerciali che si sono insediate nel nostro territorio, nell'ultimo periodo. Occorre concertare con le associazioni di categoria, con i cittadini e con i rappresentanti di tutti i settori interessati, delle soluzioni concrete che restituiscano linfa vitale ad un comparto che sta vivendo un momento di seria difficoltà. Infine Molfetta deve tornare ad essere una città solidale ed accogliente nei confronti di chi vive condizioni di disagio, solitudine o disabilità. Ecco, questi sono i punti principali della nostra proposta politica che però non può prescindere da un altro tema trasversale al quale attribuiamo massima importanza: la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Da qui, dal coinvolgimento diretto di tutti nelle scelte che riguardano il futuro di Molfetta, passa necessariamente quella riscossa democratica che rappresenta l'obiettivo principale che la nostra coalizione intende raggiungere». 3 – «Molfetta è la città con un tasso di scolarizzazione dei suoi giovani tra i più alti della Provincia e della stessa Regione. Ci sono tantissimi diplomati e laureati che, però, non trovando opportunità qui sono costretti ad emigrare verso le realtà del Nord alla ricerca di quello che questo territorio non è capace di offrire. Occorre fermare immediatamente questa fuga di cervelli che impoverisce la nostra città, privandola della sue risorse migliore che sono proprio le energie, l'entusiasmo, il talento dei suoi giovani. Ma cosa può fare un Comune per questo? Può creare le condizioni perché i nostri ragazzi scelgano di mettersi in gioco qui, di investire il loro patrimonio di competenze nella loro città, consentendole di crescere e progredire. L'amministrazione pubblica dovrà stare vicino a chi vorrà fare questa scelta, dovrà essere visto come un interlocutore affidabile ed amico. Come un alleato e non come chi intende mettere i bastoni tra le ruote o tarpare le ali di chi è pronto per spiccare il volo». 4 - L'accusa più pesante è quella di aver fatto una “grande ammucchiata” anche con chi stava dall'altra parte. Come risponde? «Lo dicevo all'inizio di questa intervista, la nostra coalizione ha trovato una convergenza forte su una proposta di governo chiara ed alternativa a quella di chi ha amministrato in questi anni. Questa sintesi tra le forze politiche riformiste e moderate su una precisa idea di città, è avvenuta al termine di un serrato confronto nel merito delle scelte da operare, dal momento che abbiamo convenuto di porre al centro i problemi dei cittadini e le risposte concrete da darvi, piuttosto che gli steccati ideologici o la logica di schieramento che ormai, anche a livello nazionale, è decisamente superata e non ha più alcuna ragione d'esistere, come lo scompaginamento del quadro politico dimostra. Non vedo, quindi, nessuna contraddizione nella nostra coalizione, ma una condivisione piena dell'analisi dei bisogni della città, delle risposte da dare e dei progetti da realizzare». 5 - Non le crea imbarazzo avere contro la Sinistra Arcobaleno? «Gli amici della Sinistra Arcobaleno hanno deciso di intraprendere una strada diversa dalla nostra, che rispettiamo ma non possiamo condividere. Noi pensiamo che per incidere nella realtà, per migliorarla, per apportare quei cambiamenti che riteniamo indispensabili, occorra affrontare e vincere la sfida del governo. Con senso di responsabilità e coraggio. L'alternativa di rinchiudersi in un settarismo minoritario, certamente idoneo a tutelare le singole identità, sarebbe stata del tutto ininfluente rispetto alle sorti della città, condannandoci ad essere ancora marginali ed irrilevanti. La Sinistra Arcobaleno sta facendo una battaglia per affermare la sua identità. Noi ci stiamo ponendo l'obiettivo (di sicuro non facile) di dare a Molfetta un futuro migliore. La differenza tra di noi, oggi, è tutta qui». Infine le risposte de candidato sindaco ANTONELLO ZAZA 1 - «La nostra non è una coalizione, bensì una lista unitaria di forze che si riconoscono nei valori della sinistra. Il progetto politico della nostra lista consiste nella possibilità di dare alla città una reale alternativa che non può essere costituita dalla coalizione capeggiata da Mino Salvemini, che include pezzi consistenti dell'uscente maggioranza di centro, centrodestra e che non prevede alcun cambiamento di rotta nella definizione delle strategie di sviluppo della città, caratterizzato finora esclusivamente dal consumo massiccio del territorio con ricadute economiche di scarsa validità sul piano quantitativo e qualitativo». 2 - «Ovviamente non è possibile dire in poche parole i contenuti programmatici legati alla mia candidatura ed elaborati dalle forze e dai cittadini che si riconoscono nella lista che mi sostiene. Posso solo fare riferimento alle emergenze. La prima riguarda la pulizia amministrativa, cioè la necessità di emarginare dalla gestione della cosa pubblica affaristi, speculatori e inquisiti di cui la storia recente della nostra città ha conosciuto le imprese gloriose; la seconda riguarda la pulizia materiale, ovvero la riorganizzazione efficiente della raccolta e smaltimento dei rifiuti, puntando decisamente all'aumento della raccolta differenziata, che se solo fosse raddoppiata rispetto a livelli attuali, intorno al 20%, consentirebbe buone economie di gestione, evitando che la città e le spiagge siano sommerse di rifiuti, come è accaduto quest'estate; questa azione va accompagnata con un'intensa iniziativa di ordine culturale che vada nella direzione esattamente opposta al volgare permissivismo che abbiamo conosciuto: i cittadini vanno persuasi che rispettare certe norme di igiene serve a vivere meglio. E' improrogabile un Piano energetico comunale per evitare che sorgano come funghi centrali elettriche, come sta accadendo con la Powerflor. Finora il grande dispendio di territorio ha dato come risultato rilevante la nascita di cattedrali del consumo, vedi l'Ipercoop o l'Outlet, senza creare un distretto produttivo qualitativamente degno di attenzione. Lei sa meglio di me che il problema occupazionale di Molfetta e dei suoi giovani attiene soprattutto al fatto che si tratta di disoccupazione intellettuale. Per questo è necessario che si creino sinergie tra le istituzioni locali, i centri di formazione e i privati per creare nel nostro territorio attività legate alla ricerca. Conseguente a questa impostazione è l'idea che una parte preponderante dell'economia molfettese deve tornare a ruotare intorno all'agricoltura, sostenuta da investimenti che ne perfezionino la caratteristica produttiva legata a prodotti di nicchia: penso a certe colture orticole pregiate, che andrebbero meglio commercializzate o allo sviluppo del biologico; allo stesso modo deve recuperare un suo spazio il turismo, che può avere qualche ragion comunale promuove la valorizzazione delle coste, attraverso un equilibrato e razionale piano delle spiagge, e dei beni culturali presenti nel nostro territorio: pensi a quello che l'amministrazione Azzollini non ha fatto, nonostante le sollecitazioni e i finanziamenti della Provincia, per promuovere la fruizione del Pulo che riaprirà comunque in estate per esclusivo impegno della Provincia di Bari. Se fossi al governo della città, farei subito una cosa che non costa niente: liberare la Banchina Seminario dallo sconcio del tappeto delle automobili parcheggiate intorno al Duomo. Altrettanto importanti sono gli interventi nell'ambito del sostegno ai ceti più deboli e dell'integrazione degli immigrati». 3 - «In qualche modo credo di aver risposto con la domanda precedente; quello che è chiaro che non ho la bacchetta magica e che bisogna costruire le condizioni perché non siano più costretti a emigrare; certamente le condizioni create recentemente offrono poca e poco qualificata occupazione». 4 – Andare da soli alle elezioni non rischia di indebolire il fronte del centrosinistra e rendere più lontana l'alternativa? «Andando da soli non indeboliamo il centrosinistra, perché la coalizione che sostiene Mino Salvemini è di cemtro, centro-destra: lei può anche non credere a me, ma non può non credere al senatore De Cosmo, il quale ha affermato che a Mino Salvemini di rosso è rimasto solo il colore dei capelli. Il PD ha fatto una scelta che sposta il suo baricentro politico a destra; se noi non ci fossimo, i molfettesi dovrebbero scegliere solo tra due centro- destra. La vera alternativa alla destra è la mia candidatura e la lista che mi sostiene». 5 – Lei pensa di vincere al primo turno. Non è un po' troppo ottimista? «Io spero che i molfettesi intendano la drammaticità della situazione politica molfettese: da un lato la destra del senatore Azzollini, dall'altro il centro-centrodestra che si è costruito intorno al PD con pezzi che fino all'altro ieri hanno condiviso lo sfascio affaristico di Molfetta, ivi compresi esponenti di AN. Qualche esponente del PD ha preso le distanze perché in barba agli accordi presi di lasciare fuori coloro che hanno qualche problema con la giustizia, è stata accolta la candidatura di Pino Amato, recentemente rinviato a giudizio. Figuriamoci cosa accadrà a elezioni avvenute! Del resto, come si dice, nei momenti difficili, e questo lo è molto, è necessario unire al pessimismo dell'intelligenza, l'ottimismo della volontà».