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Chiusa la strada tra il sottopasso della ferrovia e il quartiere Madonna della Rosa. Pressione della lobby dell'edilizia?
15 marzo 2014

Un lettore ha segnalato a “Quindici” il problema della chiusura della
stradina adiacente a via Dalla Chiesa. In pratica la strada di via Madonna
della Rosa tra l’uscita del sottopasso della ferrovia e via Dalla
Chiesa (area ex cementificio De Gennaro). Il proprietario del suolo, l’impresa
edile Giuseppe Lovino di Ruvo, dopo oltre 30 anni ha deciso di mettere
un cancello per impedire tale passaggio, costringendo gli abitanti della
zona a un giro molto lungo per superare la strada ferrata e passare dall’altra
parte della città.
Questa la lettera: «Salve, sono uno studente pendolare, residente in via
dalla Chiesa. Da una settimana circa è stata chiusa la stradina adiacente l’ex
cementificio, che collegava il quartiere nel quale abito (e non solo) alla stazione
di Molfetta. Sono stati applicati dei cancelli muniti di lucchetto. Questo
ovviamente sta comportando diversi disagi a tutti coloro i quali la mattina
percorrevano la strada per recarsi in stazione o semplicemente verso il centro
città.
I vigili urbani hanno riferito che la stradina in questione è privata, pur essendo
stata usufruibile da chiunque per 30 anni, e pur essendo dotata di regolare
illuminazione pubblica.
Ma essendo dotata di illuminazione pubblica, non dovrebbe essere usufruibile
regolarmente dai cittadini? E’ possibile far chiarezza sulla questione informando
chi di dovere? Vi ringrazio e mi auguro prendiate a cuore questo
reclamo, non solo mio, ma di numerosi cittadini. Buona giornata».
Certamente prendiamo a cuore la sua richiesta e la giriamo all’amministrazione
comunale. Ma ci poniamo anche alcuni interrogativi: come mai dopo
30 anni i privati proprietari della strada decidono improvvisamente di chiuderla?
Per caso non ci troviamo di fronte a una forma di pressione per ottenere
lo sblocco del comparto 18 e avviare nuove costruzioni edilizie?
Come scriviamo da sempre, la lobby
edilizia è quella che ha rovinato questa
città, condizionandone lo sviluppo e deturpando
l’ambiente, senza offrire servizi
adeguati e una qualità di vita decente
ai cittadini residenti in alcune zone di
espansione.
Dopo aver costruito a più non posso
durante l’amministrazione di centrodestra
dell’ex sindaco sen. Antonio Azzollini,
senza servizi, e con irregolarità
per le quali è dovuta intervenire la magistratura
a bloccare le costruzioni nelle
lame, autorizzate irresponsabilmente
dallo stesso Comune, ci chiediamo: a
che serve continuare a gettare cemento
sul territorio, quando sono stati già realizzati
centinaia di appartamenti nella
corsa edilizia dell’era Azzollini-Altomare e molti dei quali sono invenduti.
Come mai si pretende ancora di costruire se non c’è domanda, tra l’altro in
un periodo di crisi?
La spiegazione potrebbe essere una sola, ancora quella della speculazione
edilizia, vero cancro di Molfetta: i costruttori vogliono costruire oggi,
con la speranza di vendere domani a prezzi maggiorati, quando la crisi
sarà passata?
Ma un’altra domanda ci sorge spontanea: i cosiddetti imprenditori edili
non stavano piangendo per la chiusura del credito da parte delle banche?
Dove hanno trovato i soldi per lanciarsi in questo che si annuncia come nuovo
scempio del territorio? Allora non è vero che l’edilizia è in crisi, che i costruttori
sono in difficoltà? Le rendite finanziarie degli anni passati di cui loro
hanno beneficiato, evidentemente sono sufficienti a permettere loro di lanciarsi
di nuovo sul mercato, un mercato che da sempre, come “Quindici” denuncia
da 20 anni, fin dal primo numero della rivista, è un mercato drogato.
Vogliamo continuare su questa strada? Oppure quando si parla di cambiamento,
la nuova amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio vuole
dare un segnale soprattutto in tal senso?
Ci auguriamo che il problema si possa risolvere, soprattutto per alleviare i
disagi degli abitanti del quartiere, tagliati fuori da un atto inspiegabile del
proprietario del suolo, contro il quale sta montando la protesta degli abitanti
del quartiere Madonna della Rosa.

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