Chi sono i candidati consiglieri più suffragati e le matricole
Pino Amato (UDC), Carmela Minuto (Patto Comune) e Nicola Piergiovanni si confermano “campioni”, avendo raccolto – rispettivamente – 1.176, 1.079 e 1.024 voti, dimostrandosi decisivi non solo per le proprie coalizioni. Come contraltare sono in tanti ad aver ricevuto una manciata di voti o non aver votato neanche per se stessi. Una conferma che qualche successo è dovuto più ai portatori d’acqua della lista che a consensi esterni. Uno dei dati su cui era puntata l’attenzione di tutti era, sicuramente, il numero delle preferenze ottenute dall’ex sindaco Paola Natalicchio, alla quale va riconosciuto di aver avuto il coraggio di rimettersi in gioco e di misurarsi con l’inappellabile tribunale delle urne e ha ottenuto 497 voti, con la lista Sinistra Italiana. Qualche decina di voti in meno ha ottenuto Antonello Zaza (442 preferenze), ex presidente dell’ASM e da sempre anima del Partito della Rifondazione Comunista. Molto male la lista Democratici e Progressisti che vede in testa alle preferenze Davide De Candia (265 voti). Nella coalizione di Isabella de Bari, oltre ai già citati Pino Amato e Carmela Minuto, la sorpresa è la sconosciuta matricola Sara Castriotta (Forza Italia) con 472, seguita da Maria Spano con 359 preferenze, anch’ella matricola e candidata sindaco in pectore, fino a quando Azzollini le ha preferito la più sicura e affidabile Isa de Bari del cerchio magico della Nutella, il ricorrente Giacomo Spadavecchia (#molfetta merita) che si ferma a 213 voti, mentre la matricola Antonio De Pinto, con 104 preferenze, è il più suffragato nella lista Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda le liste a sostegno di Tommaso Minervini da evidenziare, oltre al risultato di Piergiovanni, quello ottenuto da Enzo Spadavecchia (Molfetta per la Puglia) che si assesta su 794 preferenze, raggiunge 582 voti la matricola Maddalena de Gioia (insieme per la città), mentre Pietro Mastropasqua (Si può fare Molfetta) raccoglie 458 preferenze. Tra i ritorni abbiamo con 365 voti Antonio Ancona (Officine Molfetta) che supera il capolista Pasquale Mancini che con soli 172 voti non entra in consiglio, Mariano Caputo (Molfetta futura), invece, raggiunge 585 preferenze, mentre Giulio La Grasta ottiene 408 voti nella lista Progetto Molfetta. Il più suffragato della lista La Molfetta in più è la matricola Dario De Robertis (272 voti). Il Pd perde molti voti e al suo interno i Giovani Democratici, passati all’ultimo momento nel “ciambotto”, non riescono ad eleggere un proprio rappresentante. Infine per la lista Area Pubblica, il più suffragato è Domenico Gagliardi (250 preferenze) mentre per Maria Innominato ottiene il maggior numero di voti (195) nella lista Leonardo Sindaco; ma entrambi sono fuori dai giochi poiché le loro liste non otterranno alcun seggio nel prossimo Consiglio comunale. Tra le sorprese di coloro che non entreranno in consiglio comunale, da registrare: Ottavio Balducci con 166 voti; Paola Latino già consigliere, con appena 81 voti; Antonio Visaggio 212; Raffaella Ciccolella consigliere uscente 131; Erika Cormio, che già tentò inutilmente l’elezione nel 2013 e alle regionali, ha rimediato solo 262 preferenze; Saverio Digioia 71; Roberto La Grasta, consigliere uscente eletto nel 2013 col premio di maggioranza nella lista Signora Molfetta di Paola Natalicchio, poi passato al Pd di Piero de Nicolo (il vero grande sconfitto di queste elezioni): una conferma che, a volte, i trasformismi non premiano (magari ora inseguirà ancora il suo inappagato sogno di diventare assessore); Saverio Patimo, vera sorpresa con appena 234 voti; Giacomo Rossiello 269; Leo Binetti, detto Bicò con appena 193 voti (evidentemente la sua unica proposta quella del cimitero dei cani, non ha entusiasmato gli elettori e non hanno pagato nemmeno le sue “furbate” pubblicitarie); Beppe Zanna, segretario di Rifondazione con 143 voti; Cosimo Sallustio di Legambiente e coordinatore di Agenda XXI con 135 voti; Mimmo Cives, già consigliere provinciale con 287 voti; il soprano Sara Allegretta con 146 voti.