Che vai a fare in Europa?: la candidata Paola Natalicchio presenta a Molfetta il programma
Domenico Gagliardi e Paola Natalicchio
MOLFETTA - «Una naturale conseguenza del suo modo di interpretare la realtà e la politica»: così l’avv. Domenico Gagliardi presenta la candidatura dell’ex sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, alle elezioni europee del 26 maggio.
«Un sindaco che ha guardato in alto, dando perfino la cittadinanza onoraria a Piero Terracina, superstite dell’Olocausto, uno dei sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz, oggi ci propone un’Europa fatta di ponti e non di muri».
Questa la breve presentazione che ha introdotto le parole di Paola Natalicchio, che è intenzionata a fare sul serio per la prossima candidatura a livello europeo.
Con un titolo dell’incontro volutamente provocatorio, “Che vai a fare in Europa?”, nato proprio dalle critiche ricevute, la Natalicchio chiarisce i motivi della decisione che ha preso.
«Innanzitutto sono consapevole di non poter fare tutto da sola. Il mio sarà un lavoro di presidio, se dovessi vincere occuperei uno spazio istituzionale per rappresentarci e per portare in Europa le problematiche e le idee del Mezzogiorno».
Il discorso di Paola Natalicchio comprende anche il periodo in cui ha amministrato Molfetta assieme alla giunta comunale, con la quale è riuscita a creare una vera e propria città-laboratorio grazie alla sua motivazione. La stessa che è fortemente intenzionata a portare in Europa.
«Voglio precisare il punto forte della mia lista, quello di essere europeista. Io sono contro quell’ala della Sinistra che concepisce l’uscita dall’Europa come l’opportunità di creare una realtà socialista. L’Europa in cui viviamo oggi è stata certamente un motivo di malcontento e delusione per molti, ma, se cambiata adeguatamente, può rappresentare un importante strumento di protezione larga e diffusa dei cittadini che ne fanno parte».
È questa l’occasione per l’ex sindaco di spiegare anche le modalità tramite cui è avvenuta la sua campagna elettorale, che ha previsto l’attraversamento del Mezzogiorno, che la candidata ha colto più come un apprendimento che come una propaganda in senso stretto. Sempre nell’ottica di quella “candidatura collettiva” di cui lei stessa ha parlato, citando anche un momento saliente dei 40 giorni precedenti alle votazioni, che l’ha vista protagonista a Cinisi il 9 maggio per ricordare Peppino Impastato, vittima di mafia lo stesso giorno e lo stesso anno in cui fu trovato il cadavere di Aldo Moro.
Alto il contenuto simbolico della presenza di Paola a Cinisi: è questa una dimostrazione di come la sua visione sia quella di un’Europa che abbia i caratteri dell’anticorruzione e dell’antimafia.
«Per questa campagna elettorale che è stata indiretta, in quanto ampia importanza hanno avuto i social e i siti web, mi sono servita delle mie competenze nell’ambito comunicativo, che mi hanno portata anche a capire quanto sia importante lasciare fermo un punto di contatto attraverso un luogo fisico».
Esaurite tutte queste precisazioni, la candidata si sofferma a parlare dei punti che caratterizzano il suo programma politico, del quale ha lasciato ai presenti una copia cartacea.
«La difesa della pesca è una delle tematiche più rilevanti per l’Italia, specialmente per il Mezzogiorno. Accorciando le filiere potrebbero nascere nuovi modi di vendere il prodotto e tra il venditore e l’acquirente si instaurerebbe un rapporto di tradizione funzionale alla costruzione della nostra identità di italiani e di molfettesi. Il mio interesse riguarda anche la sicurezza alimentare, che esclude la possibilità di prodotti contraffatti, e la riqualificazione degli ospedali sul territorio».
Tutte tematiche estremamente significative per il nostro territorio, alle quali se ne aggiungono ulteriori di altrettanta importanza: la promozione della mobilità sociale internazionale e la conseguente costruzione del welfare, le questioni legate alla tutela dell’ambiente (sollevata la questione della plastica e quella del cobalto), la creazione di un’Europa priva di confini e la lotta al razzismo.
Paola Natalicchio la immagina così l’Europa senza paura.
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