Censimento: cresce la polemica, ma il sindaco tace
Accuse di favoritismo lanciate dall’opposizione, che chiede chiarimenti
Cresce la polemica sulla scelta dei rilevatori del censimento, dopo le accuse dell’opposizione di centro-sinistra sui criteri di assunzione dei giovani addetti al servizio a causa delle relazioni di parentela (mogli, figli, cognate ecc.) di dipendenti comunali e di consiglieri della maggioranza e di un consigliere di centro schierato all’opposizione.
Abbiamo intervistato il capogruppo de “I Democratici”, Nicola Piergiovanni che ha denunciato questa vicenda, chiedendo chiarimenti alla maggioranza di centro-destra, senza ricevere, peraltro, alcuna risposta. Secondo il consigliere del centro-sinistra, l’amministrazione comunale di Molfetta non avrebbe agito conformemente alle norme del Regolamento di esecuzione approvato nel luglio di quest’anno e “avrebbe seguito procedure tutt’altro che trasparenti, preferendo nell’incarico di rilevatori alcuni candidati rispetto ad altri”.
Infatti l’art. 14 stabilisce inderogabilmente che sia i rilevatori sia i coordinatori comunali debbano essere scelti, con diritto di precedenza, tra i dipendenti comunali in possesso di diploma di scuola media superiore e comprovata esperienza. “Ciò nel Comune di Molfetta non è avvenuto, dice Piergiovanni, sono stati preferiti uomini e donne che avessero rapporti di parentela con i dipendenti comunali oltre a ragazzi neomaturati che nel settore in questione non avevano la benché minima esperienza”.
Ben diversamente ci si è regolati a Trani dove tutti i dipendenti comunali hanno scelto all’unanimità di rinunciare all’incarico di rilevatore. A Molfetta, invece, secondo il capogruppo dei “Democratici” si è arrivati all’assurdo che appena un’ora dopo la presentazione delle istanze, erano già stati avviati i colloqui con alcuni concorrenti. Chi li aveva avvisati? Inoltre, non si sarebbe tenuto conto delle competenze, per cui molti giovani si sono sentiti raggirati e illusi, come ci hanno raccontato alcuni di loro, che vorrebbero ricevere chiarimenti in merito.
Sempre il suddetto Regolamento prevede che, ove si verificasse l’indisponibilità a rivestire l’incarico di rilevatori da parte dei dipendenti comunali, ai sensi dell’art. 15, avrebbe costituito titolo di preferenza il possesso del diploma di laurea o del diploma universitario, in particolar modo se conseguito in discipline statistiche, economiche, sociali o equipollenti. Tra i più di 300 candidati, moltissimi possedevano tale idoneità, come mai non sono stati presi neanche in considerazione?, chiede Piergiovanni, che aggiunge: perché non si è fatto un sorteggio, che sarebbe risultato più equo?
In questa vicenda c’è anche un giallo: il bando esposto al Comune all’inizio si presentava senza scadenza, in seguito è stato rettificato con un altro completo del termine. Ci si chiede, inoltre, quali siano stati i criteri di selezione stabiliti dalla Ali Spa, società di lavoro interinale prescelta? “Non abbiamo potuto nemmeno verificare i motivi per cui l’amministrazione ha dato l’incarico alla suddetta società preferendola alle altre due Agenzie concorrenti: ManPower e Adecco Italia. Ci chiediamo: è stata fatta una regolare gara d’appalto?”
Ma, finora, l’amministrazione comunale tace. Come mai?
Silvia Pellegrino