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Casa: piano regolatore, finalmente! Il commissario straordinario ha firmato la delibera completando l’iter. In autunno le prime gru
15 aprile 2001

di Giulio Calvani Data destinata ad entrare nella storia della nostra città quella del 22 marzo di quest’anno, giorno in cui il commissario straordinario, dott.ssa Antonella Bellomo, che regge le sorti di Molfetta dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale e la conseguente caduta dell’ex sindaco Minervini, ha firmato la delibera di adozione definitiva del Piano Regolatore Generale, concludendo in tal modo il lungo e tortuoso iter procedimentale di spettanza del nostro Comune, per quanto concerne questo importantissimo strumento di programmazione urbanistica. A questo punto per poter considerare definitivamente chiusa tutta questa annosa vicenda, che si trascina stancamente ormai da troppo tempo, manca ancora un ultimo passaggio e cioè l’atto formale da parte del Presidente della Regione che con decreto, in tempi che dovrebbero essere brevissimi (al massimo entro 30 giorni), andrà ad approvare il suddetto atto di pianificazione, da più parti considerato il volano che, tra l’altro, permetterà alla nostra città di riprendere una attività edilizia ferma da più di dieci anni e che consentirà di rispondere ad una delle esigenza maggiormente sentite oggi da moltissime famiglie molfettesi e cioè quella di poter disporre di una casa a prezzi non esorbitanti. Si può a giusta ragione sostenere che finalmente Molfetta avrà un piano strategico per uno sviluppo ordinato e sostenibile, un atto che disciplinerà tutto il territorio comunale, normando non solo l’aspetto edilizio delle aree di espansione, ma anche tutte le aree connesse alle attività produttive: in sostanza un progetto organico di città che guarda a tutte le sue dimensioni e a tutti i suoi settori. Il Piano conteso in campagna elettorale Un risultato, come si può facilmente comprendere, di straordinaria importanza per Molfetta, che giunge in un momento di particolare fibrillazione dovuta alle imminenti elezioni politiche e amministrative e al clima immancabilmente rovente di campagna elettorale che la nostra città sta vivendo. E, come era inevitabile, il Piano Regolatore è subito divenuto tema di confronto tra i più dibattuti per tutte le forze politiche, e gli schieramenti in campo sono impegnati per accreditarsi il merito di un successo tanto ghiotto da “spendersi” in campagna elettorale. Così ritornano le lunghe disquisizioni sul valore di quel documento approvato la notte del 20 settembre con i voti di 17 consiglieri comunali, gli stessi che immediatamente dopo rassegnarono le proprie dimissioni determinando lo scioglimento dell’organo consiliare: da un lato chi propose e votò quell’ordine del giorno (che, lo ricordiamo, rimandava agli uffici e al commissario che si sarebbe insediato, il compito di portare a termine l’iter di approvazione) rivendica il merito di aver concluso il procedimento con quell’ultimo passaggio in Consiglio Comunale, dall’altro chi vi si oppose asserisce che quell’atto non è assolutamente valso ad adottare il Prg, in quanto un ordine del giorno non può decisamente considerarsi come lo strumento giuridicamente idoneo a tale scopo. Occorre a questo punto ricordare che, senza ombra di dubbio, un ordine del giorno non è altro se non una mera dichiarazione di intenti, utile al fine di formulare degli auspici in merito ad un determinato provvedimento amministrativo, e si differisce da una delibera per il fatto che non è certo un atto vincolante, come quest’ultimo, con la autorevolezza giuridica tale da chiudere un iter procedurale tanto importante quanto quello di adozione del Prg. La determinazione del commissario Queste considerazioni ci indussero a ritenere, nel settembre scorso, che il Piano Regolatore sarebbe stato bloccato fino all’insediamento della nuova Amministrazione ma, all’epoca, non conoscevamo ancora la determinazione e la risolutezza della dott.ssa Bellomo che, in una intervista rilasciata a QUINDICI nel mese di ottobre, poco dopo il suo arrivo a Molfetta in qualità di commissario straordinario, dichiarava la sua volontà di affrontare la spinosa questione del Prg e, pur non promettendo nulla, lasciava intendere che si sarebbe impegnata al fine di risolverla. Bene, oggi si può a giusta ragione dire che i risultati le hanno dato ragione, dopo aver con coraggio e affrontando le immancabili polemiche del caso, condotto in porto lo strumento di programmazione urbanistica già adottato nel ’96 dall’amministrazione guidata da Guglielmo Minervini, così come modificato per rispondere alle prescrizioni indicate dalla Regione e lo ha inviato a quest’ultima per la definitiva approvazione. Un ordine del giorno senza valore E quell’ordine del giorno del 20 settembre? Come era giusto che fosse il commissario gli ha attribuito il valore che in realtà aveva: niente altro se non l’auspicio (assolutamente non vincolante), formulato dalle forze politiche che lo votarono, di giungere alla conclusione di questa questione. Importante, quindi, ma nella stessa misura in cui lo sono stati gli innumerevoli incontri avuti in questi mesi dalla dott.ssa Bellomo con tutte le altre forze politiche, con i rappresentanti dei settori produttivi, con le diverse categorie, con le parti sociali ed anche con i semplici cittadini, dai quali ha potuto raccogliere un parere unanime: la città ha bisogno del suo Prg. La constatazione di questo pubblico interesse ha indotto il commissario a giungere alla conclusione di questa vicenda, utilizzando lo strumento giuridicamente idoneo (altro che ordine del giorno!) e cioè un atto monocratico con il quale, surrogando i poteri del Consiglio Comunale ormai dissolto, ha potuto deliberare l’adozione definitiva del Prg. Forse in autunno le prime gru A questo punto si può rispondere con sufficiente certezza alla domanda che tanti continuano a porsi: quando si comincerà a costruire? Diciamo che una volta ottenuta dal presidente della Regione il decreto definitivo di approvazione, l’Ufficio Tecnico del Comune dovrà procedere alla redazione dei piani pluriennali di attuazione, cioè di quegli strumenti esecutivi che, per permettere uno sviluppo ordinato e coerente del Prg, consentiranno la realizzazione dei diversi ambiti territoriali di questo, indicando e prevedendo i costi per le urbanizzazioni necessarie ed i servizi irrinunciabili nelle zone da edificare, e che dovranno trovare esatta rispondenza nel bilancio comunale. Completato il primo di questi p.p.a. (che hanno valenza quinquennale, regolano cioè gli insediamenti per ogni cinque anni) occorrerà ricorrere agli strumenti attuativi veri e propri, cioè i piani particolareggiati relativi ad ogni comparto: questi ultimi sono stati predisposti e sono attualmente a disposizione del Comune per le aree interessate dall’art. 51 (compreso pure il piano di attuazione, con la previsione di spesa per le urbanizzazioni, per quanto riguarda l’edilizia privata) e dalla 167 e quindi può dirsi che queste saranno le prime zone sulle quali si comincerà ad edificare, presumibilmente nel prossimo autunno, in modo da cominciare a rispondere in maniera adeguata al fabbisogno di case rilevato nella nostra città e tanto avvertito da moltissimi molfettese costretti a spostarsi nei Comuni viciniori.
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