“Caro estinto” all'ospedale di Molfetta, scarcerati anche gli altri tre indagati
Cessate le esigenze cautelari
MOLFETTA – 2.4.2006
Revocati gli arresti domiciliari anche agli ultimi tre indagati nell'inchiesta del Pm Ettore Cardinali, per il presunto racket del “caro estinto” all'ospedale di Molfetta (nella foto), che portò all'arresto anche dei titolari delle agenzie di pompe funebri “Atof” e “La Cattolica”, Pino Spagnoletti col suo ragioniere Michele Defronzo e “Padre Pio”, Francesco Guardavaccaro.
Il Gip del Tribunale di Trani, Roberto Olivieri Del Castello, ha rimesso in libertà, essendo cessate le esigenze cautelari (anche perché i tre sono stati sospesi dal servizio), gli infermieri professionali Giovanni Caputi, Vincenzo Samarelli e Angelo Picca, quest'ultimo ausiliario socio sanitario accusato anche di avere sottratto prodotti farmaceutici per rivenderli.
Restano indagati, a piede libero, anche numerosi medici.
Il gruppo del “caro estinto” avrebbe agito nel locale ospedale e, secondo l'accusa, avrebbe monopolizzato il business legato al disbrigo delle pratiche funebri dei pazienti. L'obiettivo era quello di prevalere in modo illecito sulla concorrenza delle altre imprese funebri della zona nelle operazioni di tumulazione delle persone decedute all'interno dell'ospedale.
Il meccanismo era collaudato: gli infermieri segnalavano i decessi già avvenuti, o imminenti, attivandosi nella preparazione dei falsi certificati di morte in modo da accelerare il seppellimento. Allo stesso tempo cercavano di impedire i contatti dei parenti dei deceduti con le imprese concorrenti e facilitavano il trasferimento delle salme nelle abitazioni dei congiunti senza passare dalla camera mortuaria dell'ospedale.
Gli infermieri, per ogni decesso segnalato, avrebbero incassato tra i 200 e i 250 euro.
Queste le ipotesi di reato: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, falso in atto pubblico e peculato.