Carnevale senz'anima: assente l'allegoria politica
È mancato l’attore principale: il pubblico, soprattutto quello molfettese. La 53ª edizione del carnevale ha migliorato la passata edizione, grazie all’agenzia Frog Enterteinment e all’organizzatore Antonio Roselli, che ha spazzato i filtri politici dell’anno scorso, puntando anche sui giovani. Ma il carnevale a Molfetta per decollare in qualità ha bisogno della partecipazione e dello spirito goliardico di tutti, e non di semplici spettatori. E certamente, non può essere organizzato in qualche mese, altrimenti lo spettacolo “grasso” rischia di essere “magro”. Sei i carri in gara quest’anno (2500 euro per ognuno), giudicati dai giornalisti di Quindici, L’Altra Molfetta, Molfettalive. it e Radio Idea in base ai parametri di colore, movimento, idea, composizione e allegoria, iniziativa introdotta quest’anno per stimolare maggiormente i cartapestai. Attualità e fiabe, i temi dei carri (in ordine di classifica): «Esci Esci il contante per un po’ di carburante» del Gruppo Scardigno (premio di 2mila euro), carro dotato di movimenti meccanici e attuale, perché ha trattato il problema del caro benzina, «Carnevale in allegria con la mamma, la nonna e la zia» di Francesco de Candia (1.400 euro), che ha rappresentato l’armonia carnascialesca della famiglia, «Euro rivoluzione » del Gruppo Centrone (1.200 euro), dove un personaggio di cartapesta manovra il mondo e gli uomini solo per spendere i loro soldi, «La vera fortuna è il lavoro» di Gino Cantatore (800 euro,) incentrato sul connubio fortuna nel gioco d’azzardo e fortuna nel trovare un posto lavoro, «La gondola mascherata» (600 euro) e «Il carnevale di Winnie» (500 euro) sempre del Gruppo Centrone. Due premi speciali, inizialmente non previsti costituiti da una targa ricordo, sono stati assegnati dai giornalisti componenti della giuria al g r u p p o del Centro Polivalente per Disabili per il messaggio sociale lasciato alla città («Bisogna vivere la vita a colori») e al gruppo della Parrocchia Sant’Achille risultato essere il più numeroso. La prima sfilata, in diretta su Teleregione, è stata animata dall’organizzatore Antonio Roselli, da Tommaso Amato, dalle presentatrici Marilena de Gennaro, Marilena Farinola e dall’espertissima e vivacissima Denny Mendez, Miss Italia 1996. Non è stata rinviata o cassata la seconda sfilata, nonostante la pioggia e le condizioni non ottimali anche per gli stessi gruppi mascherati. Forse sarebbe stato opportuno annullarla, com’è accaduto in altri Comuni, rimandandola al giorno successivo o alla domenica. Ma una scelta di questo tipo avrebbe potuto suscitare a Molfetta le rimostranze dei più intransigenti, essendo già in Quaresima. E’ stato un carnevale senz’anima: assente la satira politica. Perché non si è ironizzato sulla politica nazionale e, soprattutto, comunale per gli episodi che hanno caratterizzato l’ultimo anno? Si è voluto per un giorno dimenticare le brutture della politica o si è preferito “tacere”, per evitare che qualcuno si offendesse? Ma questo non è carnevale, non “vale” come prometteva il manifesto un po’ banale dell’organizzazione. Veri protagonisti della sfilata sono stati i gruppi mascherati e le parrocchie: il gruppo Route 99, ragazzi che ballavano e suonavano contemporaneamente, il Centro polivalente per diversamente abili, le parrocchie san Bernardino, san Domenico, san Giuseppe, sant’Achille e san Pio X, oltre alle scuole di ballo Ritmo Caliente e Dance Company. In chiusura la maschera “U’ sceriff”, portata da un gruppo coratino. Da apprezzare tutti i gruppi scesi in piazza con il freddo, anche se sarebbe opportuno che il prossimo anno tutti i gruppi che partecipano al veglioncino siano presenti alla sfilata, per evitare che questa la manifestazione al Palapoli si riduca a una passerella per le scuole di ballo (molti cittadini hanno lamentato proprio questa situazione per il veglioncino). Inoltre, per il prossimo anno si potrebbero ridurre i carri, puntando su una maggiore qualità, e associare il carro e i gruppi che lo precedono a uno stesso tema (nei brani per i balli e nell’abbigliamento), dando anche un certo ordine alla sfilata, oltre a riprendere alcune maschere tradizionali locali. Di questo carnevale ci restano la quantità, la pioggia, una censura all’allegoria politica non meglio identificata e una qualità che deve ancora rafforzarsi.