“Carne e sangue” di Vito Davoli presentato alla Scena delle idee di Sara Allegretta
Vito Davoli e Sara Allegretta
MOLFETTA - Quando si suol dire che non manca nulla. E non è un caso se le soirées sono opera della prof.ssa Sara Allegretta. “La scena delle idee” ancora una volta è garanzia di cultura, inclusione di tutte le Arti, nessuna esclusa.
“Carne e sangue” è imperdibile presentazione del libro del brillante Vito Davoli, a cura del prof. Mauro De Pasquale, lettura di Nicola Accettura, sulle note di ricercati componimenti eseguite dal maestro Vitantonio Caroli.
La Scena delle Idee è luogo privilegiato e la padrona di casa propone innovative sperimentazioni inaugurate dal programma “Piano& city”, e la presentazione della raccolta di Vito Davoli “Carne e sangue” ne è esempio.
L’intuizione e creazione della prof.ssa Allegretta “Piano &city” è ormai un format che ha ottenuto consensi ed adottato da altre realtà.
“Carne e sangue” è una raccolta del poliedrico autore e la scelta non solo del titolo, che riprende il tema dell’opera di Tiziano “L’amor sacro e l’amor profano”, ma anche della copertina, non è casuale.
Il prof. De Pasquale sottolinea, che la scelta di invertire, in copertina, i protagonisti del capolavoro di Tiziano, non è estemporanea ma è metafora del libro, poiché la realtà può essere intercambiabile: una goccia può essere contemporaneamente lacrime, pioggia e ambrosia.
Perdersi, secondo Davoli, è godere perché nella ricerca c’è l’essenza, in una sorta di esperienza mistica.
Ed allora occorre mettere le mani nel terriccio, sporcarsi perché non si può vivere senza immergersi nelle passioni.
Non esiste vita senza passione e tutte hanno pari dignità, senza eccessi di aggettivazione e non esiste esclusività: uomo e Dio, nessuno dei due colma tutti i quesiti.
Davoli, continua il prof. De Pasquale, è un indomito cavallo con un’impellente esigenza di ribellione.
“Rubo anarchia all’ufficialità”, ammette Davoli. Ciascuna religione con i propri dogmi, crea gabbie pericolose e permette di vedere attraverso persiane chiuse.
“Mostrami le quinte, non solo la scena” chiede Davoli perché vedere poco il mondo è non vedere nulla.
C’è sempre una visione dualistica di una realtà da secoli raccontata.
Eva ne è esempio.
Eva sceglie deliberatamente di farsi tentare dalla mela, rinunciando al fascino fatuo dell’immortalità, elevandosi ad eroina laica.
Temi attuali, scelte coraggiose, con un unico denominatore comune: la Cultura, quella che abbraccia tutte le Arti, perché arte è passione, è vita, senza le quali si sopravvive.
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Autore: Beatrice Trogu