Recupero Password
Il futuro della nostra salute: difendiamo il Servizio Sanitario Nazionale: incontro all’Aneb di Molfetta
Daniele Oronzo Agostinelli
05 aprile 2025

MOLFETTA - In un periodo in cui il Servizio Sanitario Nazionale non risponde piu` in maniera capillare alle esigenze di una popolazione sempre piu` attenta alla salute e in progressivo invecchiamento, appare oltremodo opportuna la scelta dell’Aneb di Molfetta di ospitare gli attivisti del Nucleo provinciale di Bari / Rete Civica#SalviamoSSN, istituita dalla Fondazione Gimbe.

Il Presidente dell’Aneb, prof. Michele Laudadio, presenta il dott. Daniele Oronzo Agostinelli, presidente della Rete e il dott. Francesco Bellifemine, aderente alla stessa ed evidenzia le criticita` del SSN che vanno dai tempi interminabili di attesa per una prestazione specialistica all’affollamento dei Punti di Pronto Soccorso, dalla difficolta` di iscrizione ad un medico di famiglia ragionevolmente vicino alla propria abitazione all’aumento della spesa privata, fino alla deprecabile rinuncia alle cure per i meno abbienti.

Il dott. Bellifemine introduce l’argomento ricordando che il SSN dal 1978 cerca di offrire un servizio di base di qualita`, rivolto non solo ai cittadini italiani ma a chiunque sul territorio italiano abbia bisogno di cure. Negli ultimi tempi le cose sono un po’ cambiate a causa di una crescente richiesta di prestazioni: pertanto se si paragonasse il SSN ad una Compagnia aerea che offre viaggi gratis a tutti, si capirebbe che la spesa sarebbe insostenibile e che la Compagnia in breve tempo fallirebbe.

Comunque rimane indiscutibile che il SSN sia un fiore all’occhiello per l’Italia che pochi Stati hanno e che molti ci invidiano.

Gimbe nasce a Bologna con lo scopo di fornire attraverso l’evidenza scientifica, dati e informazioni che aiutino i sanitari e i professionisti del settore a prendere le giuste decisioni e gli utenti a rendersi parte attiva nel condividere problemi e soluzioni.

Prende la parola il dott. Agostinelli, gia` medico ginecologo nell’ospedale di Terlizzi, poi nel consultorio di Molfetta. Spiega l’acronimo di Gimbe come “Gruppo italiano per la medicina basata sull’evidenza” e anticipa che la sua relazione si basera` non su opinioni personali ma su dati elaborati da medici, statistici, informatici che da molti anni lavorano su evidenze che riguardano la medicina e la sanita`.

La salute e` uno stato di benessere fisico e psichico, espressione di normalita` strutturale e funzionale dell’organismo ed e` strettamente collegata al benessere degli animali e alla salute dell’ambiente. L’articolo 32 della Costituzione recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita` e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Gia` nel 1943 con la legge 138 venne fondato “l’Istituto per l’Assistenza di Malattia ai lavoratori” e fu introdotto l’obbligo di assicurazione sociale per la tutela della salute che porto` all’istituzione di numerosi enti mutualistici o Casse Mutue. Ciascun ente si occupava di una determinata categoria di lavoratori che, iscrivendosi alla Cassa Mutua di loro competenza, potevano usufruire per se´ e i familiari a carico di farmaci e di cure mediche e ospedaliere, finanziate grazie ai contributi versati dal lavoratori o dal proprio datore di lavoro.

Il diritto alla tutela era collegato al fatto di essere un lavoratore e non semplicemente un cittadino. Si verificava anche una sperequazione tra i lavoratori, poiche´ la qualita` e il numero di prestazioni sanitarie variava secondo la Cassa Mutua di appartenenza (ad es. l’iscrizione all’INAM garantiva il piu` alto livello di assistenza).

Tina Anselmi, la prima donna a ricoprire la carica di Ministro nella storia della Repubblica Italiana, istitui` il Servizio Sanitario Nazionale (L. 883 del 23-12-1978) che riunendo tutte le mutue in un unico servizio di assistenza uguale per tutti, introdusse un sistema illimitato di cure, basato sui principi dell’universalita`, dell’uguaglianza, dell’equita`, della globalita` dei servizi, dell’unicita` (esclusione dei privati). Defini` i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), vale a dire le prestazioni che il SSN e` tenuto a fornire con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalita` generale.

Nel tempo le cose sono cambiate: il SSN ha in parte abdicato a quei principi che interpretavano a pieno i dettami dell’articolo 32 della Costituzione:

Il DL n. 502 del 1992 con l’istituzione delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) diede un’impronta aziendale alla sanita`: i Direttori Generali preposti alle strutture sanitarie, emanazioni verticistiche della politica, ebbero a cuore piu` l’obiettivo di raggiungere il pareggio del bilancio che quello di preoccuparsi del raggiungimento degli obiettivi sanitari.

Segui` la parcellizzazione del SSN in 21 Servizi Sanitari Regionali (SSR) dovuta alla riforma del Titolo V della Costituzione che venne approvata nel 2001 in seguito ai risultati di un referendum costituzionale, dando inizio alla concorrenza tra Stato e Regioni in materia di sanita`.

Per l’attribuzione delle quote del fondo sanitario nazionale alle regioni e` stata adottata “la quota capitaria ponderata” basata sull’algoritmo che tiene conto del numero degli abitanti, l’anzianita` della popolazione ed altri parametri. Il calcolo finale fa si` che alle regioni del Sud venga assegnata una quota di risorse minore rispetto a quelle del Nord, anche perche´ la popolazione del Sud e` meno numerosa a causa dell’emigrazione delle nostre piu` promettenti intelligenze verso realta` che valorizzano le loro competenze.

Il dilagare della privatizzazione ha fatto il resto.

Il sogno di un SSN fondata sulla universalita`, sull’uguaglianza, sull’equita`, sull’unicita` si e` sbiadito: l’accesso alle cure non e` per tutti, non e` senza distinzioni sociali, economiche, di genere, non e` equo, perche´ non c’e` parita` di accesso rispetto allo stesso bisogno di salute, non e` unico perche´ le strutture sanitarie private sono entrate a gamba tesa nella partita scegliendo le attivita` piu` remunerative e lasciando al pubblico quelle piu` problematiche.

Giungiamo al dolente capitolo del denaro che occorre per far muovere questa macchina complessa e dispendiosa.

Il SSN ha bisogno di soldi per erogare almeno in parte i servizi necessari: dal 2010 al 2024 il fabbisogno sanitario nazionale e` passato dai 106,5 mld di euro del 2010 ai 134 mld di euro del 2024 con un incremento di 28,5 mld. All’apparenza sembra che ci sia stato un aumento del budget, pero` non si tiene conto dell’inflazione che fa crollare il potere di acquisto, per cui ci vogliono piu` soldi per comprare le stesse cose.

Se gli stanziamenti pubblici non riescono a coprire le spese, la spesa privata e` in progressivo aumento (40 mld) per il ricorso a prestazioni sanitarie a pagamento e per la sottoscrizione di polizze assicurative e fondi sanitari.

Non tutti possono comprare una polizza che garantisca una copertura completa e non molti sanno che numerose compagnie di assicurazione non coprono il rischio di malattie dopo i 75 anni o le malattie oncologiche.

Per difficolta` e mancanza di mezzi si calcola che 4.600.000 di Italiani rinunciano alle cure.

Dove si curano i Pugliesi? Essi alimentano il flusso della migrazione sanitaria scegliendo come meta soprattutto la Lombardia (26%), l’Emilia Romagna (21%) e il Lazio. Ma anche la Puglia e` attraente: da noi vengono a curarsi gli abitanti delle regioni limitrofe, Basilicata, Calabria, Campania, ma anche 7,1% degli abitanti della Lombardia perche´ nel Policlinico di Bari c’e` un centro di eccellenza, primo in Italia per malattie cardiovascolari e trapianti di cuore. Quando i Pugliesi si curano fuori, la regione Puglia deve rifondere la spesa sanitaria alla regione ospitante con una maggiorazione.

Il saldo economico della migrazione sanitaria vede in attivo l’Emilia Romagna, la Lombardia, la Toscana, il Veneto e il Piemonte, in rosso tutte le altre regioni, in profondo rosso la Calabria e la Campania.

Dal PNNR sono stati stanziati soldi per case di comunita`, centrali operative territoriali, ospedali di comunita` ma al momento nessuna struttura prevista per la Puglia e` stata realizzata tranne qualcosa in provincia di Foggia.

Si possono costruire centri di eccellenza, pero` senza personale sanitario sono gusci vuoti: medici e infermieri scarseggiano, i Pronto Soccorso sono presi d’assalto da utenti inveleniti per i lunghi tempi di attesa, le retribuzioni del personale sanitario sono basse, i turni massacranti, i ragazzi formati nelle nostre Universita` vanno all’estero perche´ sono pagati meglio, alcuni medici ospedalieri si licenziano e fanno i gettonisti, lavorano meno e guadagnano di piu`.

Le specializzazioni poco attrattive non hanno candidature (anatomia patologica, nefrologia, medicina di emergenza e urgenza) e intanto si assumono medici e infermieri di altre nazionalita`, Cubani, Indiani, Sudamericani) per far fronte alla carenza di personale.

Dopo la conferenza, tra il pubblico presente (ci sono medici e operatori sanitari ben informati) si apre un ampio dibattito da cui emergono alcune riflessioni:

La sanita` non e` un aereo che offre voli gratis perche´ e` in parte sostenuta dai contribuenti. Molti soldi della sanita` sono spesi male, almeno per il 40% e il SSN e` stato per molti anni un Bancomat da cui si e` attinto senza criterio.

I centri di eccellenza in Puglia sono due, il Miulli e l’ospedale di San Giovanni Rotondo, retti da Enti religiosi, non fanno parte del SSN e sono una prova di come si possa far meglio con una buona organizzazione.

E` importante anche lo stile di vita e il senso di responsabilita` degli utenti: non e` etico richiedere al medico di medicina generale degli esami inutili o dei farmaci che rimarranno chiusi in un armadietto ed e` necessario fare prevenzione senza aver paura di scoprire una malattia che aggravandosi porterebbe a maggiori sofferenze per l’utente ed un aggravio economico per tutto il sistema.

Nel 1913 ci fu un tentativo di modernizzazione del sistema ospedaliero della Puglia, accorpando gli ospedali esistenti in 5 poli ospedalieri nuovi, piu` efficienti e moderni con 300-400 posti letto con un saldo positivo grazie alla razionalizzazione delle strumentazioni e del personale.

Il progetto, approvato con delibera della regione Puglia nel 2013, non si e` mai realizzato, si sono chiusi molti ospedali, si sono persi 5000 posti letto e si sta continuando a spendere denaro pubblico nel tentativo di ammodernare le vecchie strutture.

La serata si conclude con l’invito del dott. Agostinelli ad iscriversi a “Salviamo il SSN”, accedendo al sito “Gimbe.org”, l’iscrizione e` gratuita e si possono conoscere le novita` e tutte le iniziative della fondazione. Gimbe si puo` sostenere anche con donazioni o devolvendo il 5 per mille nella dichiarazione dei redditi.

Maddalena Azzollini

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet